processo saman abbas

“IN FAMIGLIA TUTTI FACEVANO PIANI PER UCCIDERE MIA SORELLA, PER SEPPELLIRLA” –  ALI HAIDER, IL FRATELLO MINORE DI SAMAN ABBAS, LA 18ENNE DI ORIGINI PACHISTANE UCCISA A NOVELLARA NEL MAGGIO 2021 PERCHÉ SI ERA OPPOSTA A UN MATRIMONIO COMBINATO, HA TESTIMONIATO IN AULA A REGGIO EMILIA: “HO VISTO MIO ZIO CHE HA PRESO PER IL COLLO SAMAN E L’HA PORTATA NELLA SERRA. MIO CUGINO NOMAN MI DISSE CHE SAMAN ERA STATA SEPPELLITA” – SUL PADRE, PRESENTE IN AULA: “MI DISSE DI NON PARLARE, DI MENTIRE. HO SEMPRE AVUTO PAURA DI LUI”

Estratto dell’articolo di Simona Pletto per “Libero quotidiano”

 

testimonianza del fratello di saman abbas

“Voglio parlare, voglio dire tutta la verità. Tutti facevano piani per uccidere mia sorella, per seppellirla. Mio padre mi disse di non parlare». «Ho visto tutta la scena, ero davanti alla porta di casa. Mia sorella camminava, lo zio ha preso per il collo Saman e l’ha portata nella serra. C’erano anche i cugini di cui ho visto solo la faccia».

 

T-shirt nera, pantaloni grigi, Ali Haider, il fratello minore di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane sparita da Novellara (Reggio Emilia) nel maggio del 2021 e trovata senza vita in un vicino casolare abbandonato nel novembre 2022, ieri mattina con grande coraggio ha scelto di testimoniare davanti ai giudici della Corte d’assise di Reggio Emilia dove si sta svolgendo il processo per la morte della ragazza, procedimento che vede imputati il padre, la madre (tutt’oggi latitante), uno zio e due cugini.

 

SAMAN ABBAS

Una decisione, quella del fratello di Saman, non scontata, dopo il colpo di scena della scorsa settimana, quando un’ordinanza del giudice aveva stabilito che il giovane – all’epoca del delitto minorenne – doveva essere indagato, e che pertanto tutte le dichiarazioni rilasciate dal ragazzo contro i suoi familiari erano inutilizzabili.

 

In aula, alla deposizione di Ali Haider, che dunque non è indagato, hanno assistito anche il padre Shabbar Abbas, estradato pochi mesi fa dopo una lunga trattativa tra i governi dei due Paesi; i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz e lo zio Danish Hasnain, imputati insieme alla madre Nazia Shaheen, latitante e quasi sicuramente nascosta in Pakistan.

 

testimonianza del fratello di saman abbas

Il supertestimone, che ha da poco compiuto 18 anni, è stato fatto entrare prima dell’ingresso dei parenti ed è stato sentito dietro a un doppio paravento, ma il suo volto è stato ripreso negli schermi a lato dell’aula. «Mentre facevano i piani», ha svelato il ragazzo, «io stavo sulle scale ad ascoltare, non tutto ma quasi. Ho sentito una volta mio padre che parlava di “scavare”». Chi faceva i piani?

 

«Noman, papà, mamma, Danish e Ikram», ha detto ancora il fratello di Saman, indicando i familiari imputati per l’omicidio della sorella come persone presenti nella conversazione.

Secondo la sua deposizione, i dialoghi che ascoltò per la preparazione del delitto avvennero in una camera da letto, giorni prima della scomparsa della sorella. «Non ricordo in quel momento dov’era Saman, sono confuso».

 

La riunione per la sentenza di morte contro quella figlia, cugina e nipote che voleva vivere all’occidentale e che si era opposta a un matrimonio combinato, durò «più o meno mezz’ora». […]

 

Danish Hasnain

Tante le domande rivolte al fratello, unico testimone oculare visto che in incidente probatorio ha dichiarato di aver visto lo zio Danish mettere una mano sulla bocca di Saman e portarla via. Così anche ieri ha ripercorso quei giorni, intercalando dei «non ricordo» mentre ripercorreva con dolore i momenti vissuti prima e dopo il delitto. «Mi dissero che Saman era stata seppellita», ha detto quasi smarrito ai giudici. «Me lo disse Noman, glielo avevo chiesto io, perché volevo abbracciare mia sorella. Ma l’ho chiesto anche allo zio, prima di partire per Imperia». Ha risposto così il 18enne riferendosi al cugino e allo zio Danish Hasnain.

processo sulla morte di saman abbas

 

Nei giorni successivi alla scomparsa di Saman, Ali Haider partì per la Liguria, insieme allo zio, ma venne fermato a un controllo e portato in una comunità per i minorenni, all’epoca era sedicenne. Lo zio invece lasciò l’Italia e venne rintracciato, mesi dopo, in Francia. Sempre ieri in aula i difensori degli imputati hanno cercato di smontare le dichiarazioni del fratello. «E perché di questo», ha chiesto l’avvocato di Nomanhulaq, «non parlasti negli interrogatori al pm e ai carabinieri?».

 

Nazia Shaheen, la madre di saman abbas

«Perché non mi dissero di preciso dov’era, solo che era sotto terra. E sempre per la questione di mio papà, avevo paura di lui». L’audizione è proseguita, con continue richieste sulle dichiarazioni fatte in precedenza dal giovane testimone, davanti agli investigatori e poi davanti al giudice in incidente probatorio, tra maggio e giugno 2021. Haider in passato affermò che i suoi cugini non c’entravano nulla. «Ho detto una bugia», si è giustificato, «perché mio padre mi disse di farlo... mi ha detto di non dire niente». «Io da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio», ha aggiunto, confidando di essere stato spesso vittima di violenze e soprusi. […]

SAMAN ABBAS CON IL FIDANZATO AYUB SAQIB - FOTO QUARTO GRADO Danish Hasnainla telefonata che incastra il padre di saman abbas 2LA FOTO DI SAMAN ABBAS CON IL LIVIDO SULLA GUANCIA shabbar abbas parte per l italia 4processo per l omicidio di saman abbasprocesso sulla morte di saman abbas

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