prostituzione prostituta

ILLUMINATI DALLE “LUCCIOLE” - PITTORI, POETI E SCRITTORI SONO STATI ISPIRATI DALLE PROSTITUTE - TOULOUSE LAUTREC VISSE IN UN BORDELLO, BAUDELAIRE SCRISSE I SUOI VERSI MIGLIORI PER UNA RAGAZZA DA MARCIAPIEDE - BUKOWSKI E LA VECCHIA BATTONA RIMORCHIATA AL BAR

Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”

 

Ogni tanto in qualche suo angolino l'Italia ribolle di indignazione per la presenza delle prostitute. Prostitute nere, bianche, africane, slave, non importa: i protestanti non fanno discriminazioni, vogliono che il sesso a pagamento sparisca dalla loro vista.

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Così ultimamente nella provincia di Treviso, in particolare a Preganziol dove gli abitanti hanno affisso un cartello ai lati di una strada molto battuta da «prostitute, clienti e magnaccia» - così scrivono - in cui avvisano che «le scorribande con l'auto e i vari servizi sessuali» non saranno più tollerati, anzi fotografati e filmati e inviati alla questura. Un'iniziativa stroncata dalla polizia stradale che ha rimosso i grotteschi cartelli.

 

BAUDELAIREBAUDELAIRE

Chiariamo subito che esprimiamo piena solidarietà a chi soffre del chiassoso viavai mercenario, ma prendersela direttamente, e atteggiandosi a virtuosi, col fenomeno della prostituzione, è una battaglia persa. Da un lato, la prostituzione è offerta perché c' è una domanda.

 

Dall' altro, il cosiddetto mestiere più antico del mondo accompagna la storia degli uomini da sempre, e spesso, anzi, è stato il migliore compagno degli uomini, e uomini grandi, grandissimi. Come Baudelaire, che aveva diciannove anni quando, come fidanzatina, si scelse una giovanissima prostituta ebrea, Sarah, cui dedicherà una poesia dei suoi Fiori del male, di cui citiamo la prima terzina: «Una notte che giacevo accanto a un' orribile ebrea, come un cadavere disteso a fianco di un cadavere, mi venne di pensare, accanto a quel corpo venduto, alla triste bellezza di cui il mio desiderio si priva».

 

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Un'inclinazione, quella per le prostitute, che il torbido poeta confermerà eleggendo a donna della sua vita la mulatta Jeanne Duval, ufficialmente attrice e ballerina. In Jeanne, "Venere nera" haitiana, figlia di prostituta, Baudelaire troverà la musa che gli ispirerà alcune delle sue più belle poesie, come La Carogna che si chiude su un' invocazione al di lei cadavere: «Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di baci, che io ho conservato la forma e l'essenza divina di tutti i miei decomposti amori».

 

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A chi altri, se non a una puttana, un poeta avrebbe potuto dedicare tali versi? E chissà, forse anche a Preganziol c'è un poeta in cerca della sua sordida musa Rimanendo a Parigi, a Montmartre, troviamo lo studio di Toulouse-Lautrec, che nei bordelli andò ad abitare. Bassissimo di statura per una malattia genetica alle ossa, quel vizioso pittore scherzava così quando gli si chiedeva perché avesse preso domicilio in una casa chiusa: «Lì finalmente ho trovato donne della mia statura».

 

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Angeli caduti che gli ispirarono la serie di litografie Elles, cioè "Loro", le prostitute, colte in varie scene durante lo svolgimento del loro mestiere. E chissà che a Preganziol non ci sia un pittore in cerca di Loro E come non citare lo scrittore americano Bukowski, che ebbe così tante donne da intitolare uno dei suoi romanzi più belli semplicemente così: Donne, dove le passa tutte in rassegna, eppure, nessuna mai gli tolse dal cuore il suo più grande amore, conosciuto quand' era un vagabondo ventenne per le periferie di Los Angeles: una vecchia, alcolizzata prostituta rimorchiata in uno dei malfamatissimi bar dove passava le ore a sbronzarsi.

ProstitutaProstituta

 

E chissà che a Preganziol uno scrittore, magari buon bevitore di ombre (come chiamano là il bicchiere di vino) non stia cercando il grande amore Chiudiamo col caso più clamoroso, quello del grande filosofo medievale Abelardo, noto più che per le sue dottrine per l' amore illecito verso Eloisa, sua giovanissima allieva: lo zio di lei, per vendetta, lo fece evirare, i due amanti si separarono ed Eloisa divenne badessa. Dal monastero lei gli scrive: «\ il termine "amica" mi è sempre stato più dolce o, se non ti indigna, quello di concubina o prostituta». E chissà che non ci sia un filosofo, a Preganziol.

 

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