trapianto capelli

IL TOUPET NON FA PER TE? – PER CHI NON SI RASSEGNA ALLA PERDITA DEI CAPELLI, MA NON VUOLE ARRENDERSI AI RISULTATI RIDICOLI DEL PARRUCCHINO, L’UNICA SOLUZIONE È IL TRAPIANTO: LO HANNO SCELTO TOM HANKS, RAFA NADAL E DONALD TRUMP CHE SI SAREBBE SOTTOPOSTO ALLA PROCEDURA QUATTRO VOLTE – MA OCCHIO PERCHÉ I CAPELLI NON POSSONO ESSERE “TRASLOCATI” A PIACIMENTO E FARE IL TRAPIANTO ALLA PRIMA STEMPIATURA È UN ERRORE…

Elena Meli per "www.corriere.it"

 

trapianto capelli

I capelli non sono un accessorio secondario. Ci definiscono ancora più di altre caratteristiche corporee perché possiamo scegliere come acconciarli e cambiarne l’aspetto in maniera radicale, non a caso ce ne serviamo per «dichiarare» le nostre idee e l’appartenenza a gruppi sociali, politici, religiosi. Pochi si rassegnano a perderli e così, oltre ai farmaci e alle altre terapie messe a punto per contrastare la caduta, in tanti pensano al trapianto per risolvere una volta per tutte una calvizie più o meno accentuata.

 

TRUMP E IL LAVORO DI RIPORTINO AI CAPELLI

Lo hanno fatto attori (Tom Hanks e Matthew McConaughey per esempio), politici (Donald Trump su tutti, almeno quattro volte), sportivi (come Rafael Nadal, più volte) e oggi si può dire che i risultati siano molto più soddisfacenti rispetto al passato, quando le tecniche erano complesse, ben più invasive di adesso e comportavano tempi di recupero lunghi.

 

La tecnica

«Il metodo più diffuso prevede di trasferire follicoli dalle zone in cui si trovano quelli più resistenti all’azione degli androgeni, per esempio la nuca, alle aree dove c’è il diradamento», spiega Piero Tesauro, presidente della Società Italiana di Tricologia.

 

trapianto capelli

I follicoli vengono raccolti con strumenti in grado di recuperarne uno alla volta, così che non si apprezzi alcun cambiamento nella zona dell’espianto; quindi vengono selezionati, conservati in modo che non degenerino e reimpiantati in maniera altrettanto puntuale direttamente sul cuoio capelluto, in modo da rendere il risultato naturale e favorire anche l’attecchimento del follicolo.

 

tom hanks 2

Nel giro di un paio di mesi i nuovi capelli cadono, ma è del tutto normale perché sono indeboliti per lo stress chirurgico; quel che conta è che i follicoli ricominceranno presto a produrre nuovi capelli, con una ricrescita graduale che in media comincia tre o quattro mesi dopo l’intervento.

 

Follicoli più resistenti agli androgeni

L’elemento positivo dell’autotrapianto è che si innestano follicoli più resistenti agli androgeni: «Questi ormoni, in chi è predisposto, non consentono al capello di terminare il suo ciclo di vita normale, per cui pian piano i nuovi che nascono da un follicolo sensibile agli androgeni sono più sottili e fragili: se i capelli sono di oltre il 20 per cento più piccoli della norma si può fare diagnosi di alopecia androgenetica», specifica Tesauro.

trapianto capelli

 

I limiti

Il trapianto può essere una soluzione per questi pazienti proprio perché i nuovi capelli saranno più forti; tuttavia, come sottolinea l’esperto, non è per forza la scelta migliore: «Tanti pazienti con calvizie lo chiedono, ma non sempre è opportuno farlo. Intanto, i capelli non sono infiniti e non possono essere “traslocati” a piacimento: bisogna per esempio valutarne il numero nelle aree donatrici, ricordando che si può prenderne da queste zone solo il 15, 20 per cento.

 

Poi conta l’età del paziente, perché le calvizie spesso non sono stabili e c’è il rischio di iniziare una catena di interventi che poi lasciano insoddisfatti dei risultati: fare il trapianto alla prima stempiatura in chi magari non arriva a trent’anni, è una tentazione per molti ma è un errore, perché spesso il risultato non dura a lungo.

rafael nadal

 

Sotto i 30 anni

Nei giovani può essere meglio pensare ad altre opzioni, dalle terapie mediche ai prodotti cosmetici per far apparire i capelli rimasti più folti e belli: non bisogna essere frettolosi nello scegliere l’autotrapianto, è una strada da affrontare in casi selezionati e soltanto se si è ben consapevoli di che cosa ci si può aspettare».

 

Risultati solo dopo sei mesi

TRAPIANTO DI CAPELLI

La fretta infatti va messa da parte anche se ci si sottopone all’intervento: i nuovi capelli in media sono ben visibili dopo sei mesi, per l’effetto più o meno finale si aspetta un anno. «Con i capelli serve pazienza, occorre tempo perché crescano», dice il tricologo. «Il paziente però va rassicurato e monitorato: un buon trattamento prevede controlli regolari in cui il dermatologo documenta i progressi, facendo vedere il ripopolamento di aree ben definite e come queste cambiano aspetto mese dopo mese. È importante per tranquillizzare i pazienti, che invece dopo l’autotrapianto vorrebbero veder risolta in un attimo la calvizie nella zona dove i capelli sono più sparuti».

matthew mcconaughey 5

 

In futuro

Chissà, forse in futuro sarà sufficiente utilizzare le cellule staminali dei follicoli per riavere una chioma folta, con trapianti ancora più semplici: lo suggerisce una ricerca della Columbia University di New York per la quale è stato messo a punto un supporto a base di cellule epiteliali e mesenchimali arricchito di collagene, in grado di far crescere le staminali dei follicoli dando una gran quantità di capelli a partire da un numero limitato di cellule. Ciò in futuro potrebbe permettere di rinfoltire le chiome anche a partire da pochi follicoli, per dare una speranza anche a chi ha aree donatrici meno ricche.

TRAPIANTO DI CAPELLITRAPIANTO DI CAPELLItrapianto capellimatthew mcconaughey 7TRAPIANTO DI CAPELLI IN TURCHIArafael nadal roger federer matthew mcconaughey 1roger federer rafael nadal 2006 TRAPIANTO DI CAPELLI IN TURCHIA i capelli di donald trump al ventoi capelli di donald trumpTRAPIANTO CAPELLI TURCHIAtom hanksTRAPIANTO DI CAPELLItom hanks rita wilson 1tom hanks rita wilsonTRAPIANTO DI CAPELLI

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…