TRATTASI DI NAUFRAGO-CANNIBALE? - ANCORA NON SI SA COME SIA MORTO IL COMPAGNO DI ODISSEA DI ALVARENGA - LA FAMIGLIA DELLO SCOMPARSO NON CREDE ALLA SUA VERSIONE - PIU’ IL MISTERO CRESCE PIU’ HOLLYWOOD GODE

da www.dailymail.co.uk


José Salvador Alvarenga è il 38enne pescatore emigrato in Messico che per 13 mesi è andato alla deriva nell'Oceano Pacifico. Era partito dalle coste messicane per una battuta di pesca e il ragazzo che doveva accompagnarlo, all'ultimo minuto, è stato sostituito da Ezequiel Cordoba, 25 anni.

Poche ore dopo aver salpato, il motore della barca si è guastato, il vento li ha spinti verso il largo, una tempesta li ha allontanati da terra ed è cominciata la lunga disavventura. I due avevano a bordo solo un telo per proteggersi dal sole e un coltello con cui Alvarenga ha ucciso squali, tartarughe e uccelli, nutrendosi della loro carne e bevendo urina.

Dopo 469 giorni è stato ritrovato su un atollo delle Isole Marshall, ma di Ezequiel non c'era traccia. Alle domande dei giornalisti sulla sua sorte il naufrago ha risposto vagamente. Ha detto che il compagno di disavventura era morto dopo qualche mese perché non riusciva a mangiare le sue stesse cose.

Nel suo racconto ci sono però alcune discrepanze: ha detto di essere partito a dicembre del 2012 e non a novembre, ha dato il nome e l'età sbagliata di Cordoba, ed è stato ritrovato in condizioni fisiche tutto sommato buone.

Alcuni pensano che la confusione sia normale dopo una tale odissea, anche emotiva, altri sostengono che sia stato tutto ben architettato in anticipo.
La povera famiglia dello scomparso Cordoba ha saputo della sua morte tre giorni fa, vive in un villaggio isolato ma la madre Rosella e i fratelli sono determinati a capire cosa sia realmente successo.

Il naufrago è stato trattato come un eroe, si è rifocillato, è stato ospitato in un resort di lusso e tornerà a casa in settimana. Ma la famiglia di Cordoba chiede di incontrarlo prima: «Deve incontrarci e guardarci negli occhi mentre ci racconta come e quando è morto Ezequiel. Non crediamo alla sua versione. Ezequiel viene da una famiglia poverissima, era uno abituato a lottare quotidianamente. Perché non ha fatto quello che ha fatto il suo compagno per sopravvivere? Non era questo il suo modo di agire. Lui non avrebbe mollato».

In questa settimana sono molte le speculazioni su ciò che è accaduto, inevitabilmente si parla di cannibalismo. Alvarenga si sarebbe dunque nutrito del suo compagno.

Alvarenga è il terzo di nove figli, cresciuto nel villaggio poverissimo di Garita Palmera, in El Salvador. Già a dodici anni se ne andò di casa per dissapori coi genitori e si unì a una gang di strada. A 15 si guadagnava da vivere pescando, facendo il clown e il mangiafuoco. Si è sposato, ha avuto una figlia (ora 14enne) ma ha lasciato subito le due donne.

Anni fa è arrivato in Messico, dove lo hanno soprannominato ‘La Chancha', il maiale, perché era paffuto e amava mangiare, beveva moderatamente e occasionalmente faceva uso di marijuana. Era molto rispettato in quanto eccellente pescatore.

L'amico Velasquez racconta che già prima del naufragio, il motore della barca si era rotto. I due si erano salvati bevendo sangue di tartaruga ed erano stati ritrovati dopo sei giorni.
Alvarenga discuteva spesso con la sua compagna, Maria, perché lei beveva molto e flirtava con tutti. Dopo il salvataggio Maria e José ebbero l'ennesima brutta discussione e lei se ne andò portando via i due figli. Maria è stata poi ritrovata morta in un bar.

In seguito a questo fatto, Alvarenga è diventato litigioso, beveva pesantemente e fumava molta erba. La notte prima che la sua odissea avesse inizio, pare abbia detto: «Se muoio, spero che accada in mare».

Ora i produttori di Hollywood non vedono l'ora di incontrarlo per trarre un film dalla sua storia. Più il mistero si infittisce, meno c'è bisogno di bravi sceneggiatori.

 

 

 

 

 

 

 

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