dmitrii donskoi vascello tesoro

UN BASTIMENTO CARICO D’ORO – TROVATA LA NAVE DEL TESORO AL LARGO DELLE COSTE DELLA SUD COREA: LINGOTTI E MONETE PER 133 MILIARDI DI DOLLARI – LA RUSSIA NE VUOLE LA METÀ: IL VASCELLO, AFFONDATO 113 ANNI FA, FU INVIATO DALLO ZAR PER COMBATTERE CONTRO IL GIAPPONE – MA SECONDO GLI ESPERTI LE CASSETTE D’ORO POTREBBERO NON ESSERCI PIU’...

vascello del tesoro dmitrii donskoi

Fausto Biloslavo per il Giornale

 

U na furiosa battaglia navale, un carico d' oro segreto, una nave da guerra affondata dal suo capitano sono le tracce della caccia al tesoro nei mari dell' Estremo oriente. Il 15 luglio la prima casella della storia, che sembra un romanzo, è venuta a galla. Una squadra di super esperti coreani e canadesi ha scoperto il relitto del Dmitrii Donskoi, una nave da guerra dello Zar di tutte le Russie, che riposa negli abissi da 113 anni. La leggenda vuole che l' unità imperiale trasportasse 200 tonnellate di lingotti e monete d' oro, che oggi valgono 133 miliardi di dollari. Gli storici storcono il naso e smentiscono, ma i «cacciatori» sono convinti di avere trovato il tesoro.

 

Grazie a due mini sommergibili, che ospitano un solo uomo, gli specialisti ingaggiati dal gruppo di costruzioni sud coreano Shinil, hanno raggiunto il relitto filmando tutto. A 434 metri di profondità, un chilometro al largo dell' isola di Ulleungdo l' unità da guerra zarista di 91 metri è attorniata dai pesci e avvolta dalle alghe.

 

vascello del tesoro dmitrii donskoi

Le immagini mostrano la poppa distrutta, i cannoni del tempo, l' ancora, quello che resta dei fumaioli e soprattutto il nome in russo del relitto. Il Dmitrii Donskoi era una nave a vapore con tre alberi per le vele e lo scafo corazzato varata a San Pietroburgo nel 1883. Il nome del relitto deriva dal principe di Mosca che si oppose ai mongoli e sconfisse i tartari sul Don, santo per la chiesa ortodossa.

 

«Lo scafo è pesantemente danneggiato dalla cannonate, ma il ponte sembra ben preservato - ha annunciato la compagnia sud coreana - Adesso vogliamo sollevarla dagli abissi. E ovviamente ci garantiremo il diritto di recupero». Se nella stiva della nave ci fossero veramente 5500 cassette piene d' oro inviate dallo Zar per combattere la flotta giapponese agli inizi del secolo scorso, la Russia avrebbe diritto al 50% del valore.

 

La nave da guerra fece un viaggio di 18mila miglia dal Baltico all' Estremo oriente con la cassa del secondo squadrone navale dell' impero zarista, secondo i cacciatori di tesori. A fine maggio 1905 il Dmitrii Donskoi partecipò alla disastrosa battaglia di Tsushima, che di fatto mise fine alla guerra fra il Sol Levante e la Russia imperiale. La flotta zarista venne decimata dalle navi dell' ammiraglio Togo in uno scontro definito dagli inglesi «come l' evento navale più importante dopo Trafalgar», durante le guerre napoleoniche.

 

vascello del tesoro dmitrii donskoi

Il Dmitrii Donskoi venne intercettato il 29 maggio 1905 dai giapponesi. Il capitano Ivan Lebedev, poi morto per le ferite affondò la nave per evitare che finisse in mani nemiche. Secondo la leggenda il comandante ha protetto il tesoro seppellendolo negli abissi fino al ritrovamento del relitto di domenica scorsa. Lo storico russo Yury Filatov non crede al mito della fortuna in lingotti e monete d' oro nella stiva della nave. La società sud coreana, al contrario, sembra convinta di avere trovato il tesoro.

 

E ha già pianificato che il 10% del ricavato servirà per attrarre i turisti nella vicina isola di Ulleungdo. Metà spetta a Mosca ed un' altra fetta servirà a finanziare la costruzione di una linea ferroviaria da Seul fino alla Russia attraverso la Corea del Nord. Quando ancora si cercava il punto esatto del relitto era arrivato in Corea il regista James Cameron del film sul naufragio del Titanic attratto dalle voci sul leggendario tesoro. Anche se le stive si riveleranno vuote, il recupero della nave zarista sarà un avvenimento. E magari il mito del tesoro trafugato chissà dove continuerà a vivere.

VLADIMIR PUTIN DISCORSO ALLA NAZIONE 2018vascello del tesoro dmitrii donskoi

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…