
L’ULTIMA PUTINATA DI TRUMP IMBARAZZA L’EUROPA – “THE DONALD” HA DATO APPUNTAMENTO AL PRESIDENTE RUSSO A BUDAPEST. MA SU “MAD VLAD” PENDE UN MANDATO D’ARRESTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, ORGANO GIUDIZIARIO CHE L’UNGHERIA HA DECISO DI ABBANDONARE LO SCORSO APRILE. DALLA CPI PRECISANO CHE LA PROCEDURA DI RECESSO DA PARTE DELL’UNGHERIA NON È ANCORA EFFETTIVA E “NON INFLUISCE SU CASI PASSATI”. QUINDI “ESEGUIRE LE DECISIONI DELLA CORTE È UN OBBLIGO GIURIDICO" – IN OGNI CASO PUTIN SORVOLERÀ LO SPAZIO AEREO DI POLONIA E ROMANIA. CHE FARE?
CPI, PUTIN IN UNGHERIA? 'OBBLIGO DI ARRESTO È VALIDO'
(ANSA) - BRUXELLES, 17 OTT - "Il recesso dallo Statuto di Roma ha effetto un anno dopo il deposito della notifica di recesso presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, depositario dei trattati internazionali. Il recesso non ha alcun effetto sui procedimenti in corso o su qualsiasi questione già all'esame della Corte prima della data in cui il recesso ha avuto effetto".
Lo spiega all'ANSA la Corte Penale Internazionale in merito alla validità del mandato di cattura per Vladimir Putin se farà ingresso in Ungheria. Eseguire le decisioni esecutive della Corte "è un obbligo giuridico e una responsabilità", si aggiunge.
LA GRANA DELL'INGRESSO DELLO ZAR IN EUROPA
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
Imbarazzo e perplessità. La Ue e quasi tutte le Cancellerie europee hanno assistito alle dichiarazioni di Casa Bianca e Cremlino con un certo disagio. Perché, è la sensazione emersa nei Palazzi delle istituzioni europee, «tutto il duro lavoro fatto per riportare il leader statunitense dalla parte giusta è di nuovo traballante».
[...] Nei prossimi giorni, la Ue dovrà fare i conti su come reagire alla situazione che il ras di Mosca possa mettere piede in territorio comunitario. Al di là del mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale, di cui Budapest non fa più parte, l'Unione dovrà decidere se le sanzioni già emesse in qualche modo possano creare un caso.
Per arrivare nella capitale ungherese Putin dovrà sorvolare almeno la Polonia o la Romania (non potendo passare sui cieli ucraini). Come gestire questa circostanza? Un quesito che provoca diversi impacci.
Anche perché la proposta di tenere il summit in Ungheria non era stata concordata con nessuno dei vertici del Vecchio Continente, ad eccezione ovviamente del premier Viktor Orbán. Una modalità che viene considerata una provocazione e un modo per far capire agli "alleati" europei che non saranno loro a decidere come arrivare alla pace in Ucraina.
L'altro aspetto riguarda il Consiglio europeo della prossima settimana che dovrebbe discutere le nuove sanzioni contro la Russia. La contrarietà già manifestata da Orbán e dallo slovacco Fico assume adesso un valore diverso.
Confrontarsi su questa misura mentre gli "sherpa" di Washington e Mosca parlano di come trovare un accordo diventa a dir poco complicato. E poi tutto passa sulla testa dell'Europa che riperde il ruolo che credeva di aver riconquistato.
Tra l'altro la conversazione Trump-Putin si è svolta mentre la Commissione Ue presentava la "Roadmap" sulla difesa per essere "Pronti" entro il 2030 a tenere testa alla Russia. L'Unione prova infatti a organizzare una prima forma di difesa da realizzare nei prossimi 5 anni.
Ma nel progetto c'è un baco: «Sulla difesa europea gli Stati membri sono al comando», hanno ammesso l'Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, e il commissario competente, Andrius Kubilius. E infatti il tutto viene in sostanza affidato a "coalizioni volontarie di capacità". In sostanza i singoli Stati dovranno o potranno concordare modalità di azione senza alcun obbligo comunitario.
donald trump vladimir putin anchorage alaska. foto lapresse
Questo è anche il risultato di diversi "stop" ricevuti dai governi, in particolare quelli di Francia, Germania e Italia che hanno ricordato a Ursula von der Leyen che la competenza è nazionale. Lo schema, dunque, assomiglia più a un suggerimento. Si basa sulle "coalizioni di capacità": gruppi di Stati che lavorano insieme per portare al 40% entro il 2030 (oggi è al 20%) la quota di acquisti congiunti e garantire che almeno il 55% di investimenti vada a industrie europee. [...]
viktor orban vladimir putin
la stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska. foto lapresse