luigi capasso

TUTTI SAPEVANO DELLA SITUAZIONE DI ENORME TENSIONE TRA LUIGI CAPASSO E LA MOGLIE - LEI AVEVA CHIESTO LA SEPARAZIONE, LUI NON L’ACCETTAVA E LA TORMENTAVA. LA DONNA AVEVA PARLATO CON I CARABINIERI COLLEGHI DEL MARITO, RACCONTANDO LE SUE PAURE - L'ULTIMA VISITA PSICOATTITUDINALE ALLA QUALE CAPASSO È STATO SOTTOPOSTO TRE MESI FA LO HA GIUDICATO “IDONEO AL SERVIZIO”...

1 - «LO TEMO, AIUTATEMI» ANTONIETTA E GLI APPELLI CADUTI NEL VUOTO

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI CAPASSO CON LA FAMIGLIA

Un mese fa Luigi Capasso si è appostato sotto casa di sua moglie alle 8 di mattina. Lei ha chiamato terrorizzata il 118 ma, quando è arrivata la Volante per identificarlo, lui ha spiegato che aspettava alcuni amici per prendere un caffè. E li ha mandati via. Era il 29 gennaio. Un mese dopo lei è in fin di vita in un letto di ospedale, lui ha ucciso le loro figlie Martina e Alessia di 7 e 13 anni.

 

I verbali e gli esposti di Antonietta Gargiulo raccontano la sua paura, i suoi appelli disperati, le violenze e le aggressioni. Polizia, carabinieri, amici, parenti, parroco, assistenti sociali: tutti sapevano, ma nessuno ha potuto o voluto fare nulla. Perché è vero che senza una formale denuncia non si poteva impedire a Capasso di avvicinarsi a lei e alle bambine.

 

'ordine, sul balcone di sinistra, e il carabiniere Luigi Capasso, sul balcone di destra

Ma in situazioni così gravi e chiare a tanti se non tutti, è insensato aggrapparsi soltanto alla legge per stabilire se poteva e non poteva essere salvata una donna che aveva chiesto aiuto. E invece alla fine Antonietta è rimasta sola, in attesa di una sentenza di separazione che comunque non l' avrebbe sottratta a questa tragedia. «Un provvedimento di interdizione non ha mai impedito questi fatti», ha detto il suo avvocato. E invece per sottrarsi alla violenza e alle aggressioni sarebbe bene percorrere ogni strada, anche quelle che appaiono inutili.

 

E per comprenderlo bisogna tornare al 7 settembre scorso, quando Antonietta si presenta alla questura di Latina. Deposita un esposto, lo scrive a mano. «Sono qui perché qualche giorno fa mio marito Luigi Capasso, carabiniere presso la stazione di Velletri, è venuto fuori dalla fabbrica dove lavoro e mi ha strattonato per un braccio.

LUIGI CAPASSO CON LA FAMIGLIA

 

Mi ha chiesto di sapere il nome della persona che mi aveva mandato un sms. Tutto questo è avvenuto davanti a testimoni. Quella sera ho chiesto ospitalità a un'amica che abita a Latina e ho dormito a casa sua con le mie figlie minori Martina e Alessia. Per questo vi chiedo che questi episodi non si verifichino mai più». È spaventata, ma spiega di non voler presentare la denuncia «perché mio marito rischierebbe di perdere il lavoro».

 

Lui è già stato sospeso dal servizio per cinque anni perché finito sotto inchiesta per una vicenda di truffe alle assicurazioni. Con nuove accuse potrebbe essere congedato. Antonietta sceglie la procedura per la «composizione tra le parti». Un mese dopo chiede l' intervento dei servizi sociali perché non vuole che le figlie vedano il padre da sole. Capasso viene convocato in questura il 30 gennaio scorso. Mostra di essere pentito: «Sono cinque mesi che sto fuori da casa per decisione di mia moglie. Ho sbagliato, ma ora voglio tornare dalle mie figlie. Spero che mia moglie voglia farmi rientrare a casa».

LATINA - LA STRADE DI LUIGI CAPASSO

 

Sta fingendo, ma nessuno se ne accorge. Eppure appena una settimana prima era andato al commissariato di Cisterna di Latina per presentare un esposto contro Antonietta. «Mia moglie non vuole farmi entrare in casa e invece io voglio le chiavi per prendere i miei effetti personali e per consentire all'agenzia immobiliare di effettuare le visite al fine di vendere l'appartamento». In realtà vuole soltanto tenere sotto controllo la donna, continuare a tormentarla. Lei è andata per due volte nella caserma dove lui lavorava, ha raccontato ai suoi colleghi quello che le fa. Non è servito.

 

LATINA - LA STRADE DI LUIGI CAPASSO

L'ultima visita psicoattitudinale alla quale è stato sottoposto tre mesi fa lo ha giudicato «idoneo al servizio». Nessuno ha ritenuto che il possesso dell' arma di ordinanza potesse rappresentare un pericolo. Antonietta invece lo aveva capito e il 26 gennaio, quando è stata chiamata in commissariato per la notifica dell' esposto di lui, ha raccontato: «Subito dopo il matrimonio il nostro rapporto è stato molto conflittuale con accese discussioni anche in presenza delle nostre figlie minori.

 

Ora siamo in fase di separazione giudiziale, la prima udienza è il 29 marzo. La casa dove abito è di sua proprietà e mio marito dal 9 settembre ha deciso spontaneamente e volontariamente di allontanarsi a seguito di un grave episodio avvenuto il 4 settembre, quando ho subito un'aggressione fisica e verbale sul posto di lavoro e successivamente presso la nostra abitazione davanti alle figlie e testimoni presenti.

LATINA - LA STRADE DI LUIGI CAPASSO

 

Ho ancora paura di mio marito per il suo carattere violento e aggressivo e gli farò recapitare i suoi effetti personali. Sino alla data della prima udienza voglio che stia lontano da me e dalle nostre figlie e la smetta di inviarmi messaggi e telefonarmi in continuazione». Nessuno l'ha ascoltata. Nessuno ha potuto o voluto aiutarla. Nessuno potrà farlo più.

 

2 - «AGGREDITA PER UN SMS» MA PER L'ARMA ERA IDONEO

Cristiana Mangani per “il Messaggero”

 

È la cronaca di una tragedia annunciata. Di sottovalutazioni e di istituzioni che non si parlano tra di loro. Con i servizi sociali chiamati a intervenire e persino la parrocchia entrata in campo per cercare di mettere pace tra i coniugi. Antonietta Gargiulo le aveva cercate tutte le strade per vivere in pace. Da quando aveva comunicato al marito Luigi Capasso che la sua gelosia era diventata insopportabile, che le bambine avevano paura della sua aggressività, e che voleva separarsi, la vita era diventata un inferno. Tanto che il 7 settembre del 2017 si era presentata in questura a Latina per formalizzare le accuse.

Luigi Capasso con la moglie Antonietta Gargiulo

 

Non una vera denuncia, ma un esposto, contro questo marito che non accettava l'idea della fine del matrimonio, e che tre giorni prima si era presentato davanti allo stabilimento della Findus, dove la donna lavorava, e l'aveva strattonata per un braccio. Mentre un'altra aggressione era avvenuta davanti alle figlie, a casa, a Cisterna. «Sono qui perché mio marito è venuto sul posto di lavoro - ha dichiarato a verbale la donna - C'era con me una persona e lui mi ha strattonato per un braccio. Voleva sapere chi era stato a mandarmi un sms che aveva letto sul mio cellulare».

 

IL PRECEDENTE

Una foto tratta dal profilo Facebook del carabiniere Luigi Capasso

Antonietta è accompagnata dall' avvocato Maria Belli che vorrebbe farle formalizzare le contestazioni, ma lei non se la sente di appesantire la posizione dell' ex marito. Capasso ha trascorsi non proprio limpidi. L'arma dei Carabinieri lo ha sospeso dal servizio per cinque anni, dal 2009 al 2015, quando il reato penale commesso, ovvero una truffa alle assicurazioni, è andato in prescrizione ed è stato reintegrato.

 

Ma non più alla caserma di Aprilia, bensì come piantone a Velletri, dove a settembre scorso aveva chiesto al comandante di poter dormire, visto che doveva uscire di casa perché si stava separando. Infierire con una denuncia poteva voler dire un'altra sospensione e quindi difficoltà a mantenere le figlie.

 

Per questo Antonietta ci rinuncia, ma insiste affinché venga sentito anche lui. L'uomo viene convocato in questura, ma per il 30 gennaio, quattro mesi dopo. Si presenta alla polizia e racconta di essere fuori di casa da settembre. Dice anche: «Ho capito di avere sbagliato, ma voglio stare con le mie figlie. Spero che mia moglie voglia farmi tornare a casa».

 

Luigi Capasso con la moglie Antonietta Gargiulo

Non dice, però, che il 23 gennaio, ha presentato anche lui un esposto al commissariato di Cisterna. «Voglio riavere le mie chiavi di casa - ha messo a verbale - perché devo prendere la mia roba e poi devo consentire all' agenzia immobiliare di far fare le visite in quanto voglio vendere l'appartamento». Nessun pentimento, quindi, anzi è guerra aperta. Le assistenti sociali vengono chiamate per parlare con le bambine e sono presenti quando il padre le incontra. A Cisterna tutti sanno, anche i parenti di lui e di lei, ma sottovalutano. Nessuno fa niente.

 

LA TELEFONATA AL 118

Sulla base dell'esposto che il carabiniere ha presentato in commissariato, Antonietta viene convocata il 26 gennaio, e questa volta dice: «Sono sposata con Luigi Capasso dal 2001, il nostro rapporto è stato subito conflittuale, con accese discussioni anche in presenza delle figlie. Attualmente siamo in fase di separazione giudiziale, la prima udienza è fissata per il 29 marzo. Dichiaro che ho ancora paura di mio marito per il suo carattere violento e aggressivo e che, per prelevare i suoi effetti personali è mia intenzione farglieli recapitare attraverso terze persone».

LUIGI CAPASSO

 

E ancora: «Fino alla data dell' udienza voglio che stia lontano da me e dalle nostre figlie e la smetta di inviarmi messaggi e telefonarmi in continuazione». Tre giorni dopo, la donna chiama il 118: «C' è mio marito appostato sotto casa. Dovete intervenire, ho paura». Arriva una volante, l' uomo viene identificato, ma si giustifica dicendo che sta aspettando degli amici. E così lo lasciano andare.

LUIGI CAPASSO

 

Tre mesi fa, poi, Capasso viene anche sottoposto a un test psicologico di idoneità professionale da parte dei carabinieri. Un controllo di routine, effettuato da una specifica commissione. Viene giudicato idoneo. Nel frattempo, la moglie si rivolge anche al suo comandante a Velletri. Cerca un aiuto. Racconta l' avvocato Belli: «Gli ha chiesto di intervenire, di parlargli per tentare di calmarlo». «Signora, lo farò», le viene promesso.

LUIGI CAPASSO

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