michieletto mass

TUTTO FA “MASS” - MICHIELETTO PORTA A CARACALLA, PER LA PRIMA VOLTA A ROMA, LA CONTROVERSA ”MASS” COMPOSTA DA LEONARD BERNSTEIN NEL 1971 E AL CENTRO DI UNA DISPUTA POLITICA TRA JACKIE KENNEDY E NIXON. L’ALLORA PRESIDENTE NIXON USA RIFIUTÒ DI ANDARE ALLA PRIMA: UFFICIALMENTE, PER NON METTERE IN SECONDO PIANO JACKIE KENNEDY, LA VEDOVA DI J.F.K. CHE AVEVA INVITATO BERNSTEIN. IN REALTÀ TEMEVA CHE VENISSE GIUDICATA IN CHIAVE PACIFISTA, CONTRO LA GUERRA IN VIETNAM…

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”

 

michieletto mass

Una messa ecumenica che non è una messa ma una Babele sonora dove la fratellanza trionfa sul caos e l'odio, un happening , un pezzo di teatro con cantanti e ballerini. Mass di Leonard Bernstein è uno degli eventi dell'estate romana.

 

Fu uno dei suoi pezzi musicali più ferocemente stroncati al suo apparire, nel 1971. Debutta il primo luglio a Caracalla con il talento del regista Damiano Michieletto, e Diego Matheuz che dirige l'Orchestra dell'Opera, mentre la voce protagonista, nei panni del celebrante, è di Markus Werba.

 

Michieletto, risfoderiamo un termine logoro ma qui ci sta: sarà una sfida?

«Una sfida divertente, anche se io preferisco parlare di entertainment. Ho grande rispetto per la capacità della cultura USA di mescolare i generi, in Italia siamo più dogmatici e se scriviamo melodie orecchiabili, popolari, divertenti vengono subito classificate come banali o suscitano sospetti».

 

michieletto mass

Bernstein (chi ha i capelli bianchi lo ricorderà presidente onorario di Santa Cecilia dove ha collezionato perle di musica, a cominciare da una Bohème con interpreti giovanissimi) era convinto di poter migliorare il mondo con la musica. Erano ideali sociali, prima che politici. Eppure Mass divenne un caso politico che accese l'America.

 

 

Bernstein per le sue simpatie pacifiste e la sua simpatia per le Pantere Nere era seguito passo passo dall'FBI. Il presidente Nixon rifiutò di andare alla prima di Mass : ufficialmente, per non mettere in secondo piano Jackie Kennedy, la vedova di J.F.K. che aveva invitato Bernstein. In realtà temeva che venisse giudicata in chiave pacifista, contro la guerra in Vietnam.

 

richard nixon

Jackie avrebbe voluto nominare il grande musicista direttore artistico del Centro delle Performing Arts di Washington D.C. intitolato al marito, dove si tenne la prima di Mass .

Bernstein rispose che preferiva scrivere un pezzo per l'inaugurazione: Mass , appunto. Fu stroncato senza pietà, a Bernstein voltarono le spalle i giornali liberal a lui più vicini, come il New York Times, che lo definì un pastrocchio.

 

Bernstein ne uscì a pezzi, dichiarò di essere stato «letteralmente preso in giro» dai media. Per un nuovo successo, A Quiet Place, alla Scala, dovette aspettare dodici anni. A lungo non compose più, dedicandosi esclusivamente alla direzione d'orchestra.

 

Michieletto, per non farsi sovrastare da quella baraonda musicale, cerca una linea, «una spina dorsale: è il concetto del Muro che divide il mondo e chiude la nostra mente e il nostro cuore. Muri fisici raccontati nello spettacolo e muri che sono pregiudizi».

jackie kennedy 2

 

C'è una videoproiezione su tutti i Muri costruiti negli ultimi trenta, quarant' anni. Il Muro si riempirà di scritte anonime della periferia e contiene l'avversione su quei temi, si tratta di scritte razziste e omofobe e quello diventa il Muro della vergogna, attraversato fisicamente dai corpi dei performers ».

 

Il protagonista è un sacerdote, «farà una specie di via Crucis, lapidato, messo in Croce», preso di mira dagli Street singers, bulli di strada che ricordano «Erode in Jesus Christ Superstar ». Sono rappresentati alla stregua di maschere anonime, ma nella versione originale si collocano dall'altra parte, rappresentano la sfida utopista all'autorità. È Michieletto, il regista d'opera italiano più richiesto all'estero, così indigesto ai tradizionalisti, così amato a chi non scambia un teatro d'opera per il Museo delle cere. Con la sua estetica dirompente reinterpreta lo spirito del nostro tempo.

 

DAMIANO MICHIELETTO 33

Mass è sicuramente un pezzo di musica fuori da ogni schema: coreografie, un canto quasi gregoriano, frammenti liturgici cantati in latino con l'eccezione del Sanctus che comprende versi in ebraico, schitarrate, canzoni pop, versi scritti da Paul Simon e residui di Bernstein destinati a Fratello sole sorella luna di ZeffirelliE' la spiritualità controversa di un musicista nato da genitori ebrei russi.

michieletto

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