
UN’IMPRONTA PUÒ RISCRIVERE LA STORIA DEL DELITTO DI GARLASCO – DOPO 18 ANNI, UNA CONSULENZA SCIENTIFICA HA ATTRIBUITO AD ANDREA SEMPIO L’IMPRONTA “PALMARE” RITROVATA SULLA PARETE ACCANDO AL CADAVERE DI CHIARA POGGI – UN ELEMENTO PESANTE, CHE SI AGGIUNGE AL DNA SULLE UNGHIE DELLA VITTIMA E AD ALTRI INDIZI AL VAGLIO DEGLI INVESTIGATORI, COME UNA SERIE DI MANOSCRITTI SEQUESTRATI NELLA SPAZZATURA DI SEMPIO, IN CUI L'INDAGATO RIPORTEREBBE I SUOI FLUSSI DI COSCIENZA. IN UNO SI LEGGE: “HO FATTO UNA COSA BRUTTISSIMA, INIMMAGINABILE” – IL 37ENNE IERI NON SI È PRESENTATO IN PROCURA. LA SUA DIFESA: “È TUTTO UNA BUFALA” – ALBERTO STASI, SENTITO DAI MAGISTRATI: “NON HO MAI CONOSCIUTO SEMPIO” – IL DNA, IL SUPERTESTIMONE E LE 60 TRACCE ANCORA SENZA NOME SULLA SCENA DEL CRIMINE: COSÌ È STATO RIAPERTO IL CASO – VIDEO: LO SCOOP DEL TG1
Svolta nella nuova inchiesta sul delitto di #Garlasco: al TG1, in esclusiva, le immagini dell’impronta di Andrea #Sempio accanto al corpo di Chiara #Poggi. Ignorata per 18 anni, ora è al centro delle indagini dei carabinieri di Milano.#Tg1 Giancarla Rondinelli pic.twitter.com/Q3XDSLJLKE
— Tg1 (@Tg1Rai) May 20, 2025
1. L'IMPRONTA DI SEMPIO
Estratto dell’articolo di Monica Serra per “la Stampa”
impronta attribuita ad andrea sempio
Quindici punti di contatto. Un'impronta della mano destra di Andrea Sempio vicino al corpo della vittima. Non una traccia qualsiasi: già nella prima relazione del 2020, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano definivano «logico e fattuale» che quell'impronta numero 33 sulla parete delle scale che portano alla cantina della villetta di Garlasco appartenesse «all'assassino di Chiara Poggi».
Solo cinque anni più tardi, dopo la riapertura dell'inchiesta due volte negata, la svolta più importante arriva da una consulenza dattiloscopica che la procura di Pavia ha affidato al colonnello del Ris Gianpaolo Iuliano e al professore Nicola Caprioli.
Sono stati loro, dopo una doppia analisi, attraverso il riscontro di quindici punti di contatto mentre il minimo è dodici, ad attribuire l'impronta numero 33 – quella che i carabinieri avevano definito «dell'assassino» – alla mano di Andrea Sempio.
[...] sono stati loro a chiedere alla procura «un'ulteriore acquisizione delle impronte papillari di Sempio mediante la tecnica dell'inchiostrazione».
Per questo il 37enne è stato convocato una seconda volta alla caserma Garibaldi il 16 aprile scorso. Davanti a giornalisti e telecamere che lo attendevano all'esterno l'aveva definita «solo un'incombenza da sbrigare». Invece, proprio quell'impronta palmare «reiterata in sette esemplari – è scritto nella relazione da ieri a disposizione della difesa – confermava in maniera univoca la corretta acquisizione mediante scanner ottico e, conseguentemente, l'identificazione della stessa con il palmo destro» del trentasettenne.
impronta di andrea sempio vicino al cadavere di chiara poggi
Un elemento pesante che si aggiunge al Dna sulle unghie della vittima e ad altri indizi al vaglio degli investigatori, come una serie di manoscritti sequestrati nella spazzatura di Sempio, in cui l'indagato riporterebbe i suoi flussi di coscienza che potrebbero aver a che fare col delitto. In uno si legge: «Ho fatto una cosa bruttissima, inimmaginabile».
Rispetto alle sessanta impronte repertate nella villetta di via Pascoli dal Ris all'epoca del delitto, c'è da dire che quelle tracce erano state comparate con le impronte dei familiari della vittima, comprese le gemelle Cappa, e con i carabinieri e i soccorritori intervenuti il 13 agosto del 2007.
Le impronte di Sempio, invece, sono state acquisite per la prima volta solo quest'anno. La notizia, anticipata dal Tg1, è stata bollata dal suo legale Massimo Lovati come «l'ennesima bufala». Ma da quel che trapela, dopo la mancata presentazione del trentasettenne ieri in procura, i magistrati hanno notificato via pec alla difesa l'avviso di deposito della relazione.
Un asso che il procuratore aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza avrebbero voluto contestare all'indagato nel corso del faccia a faccia, assieme ad altri elementi venuti fuori dagli ultimi accertamenti.
Come uno strano malore – di cui non c'è traccia neppure a verbale – che l'attuale indagato ha accusato il 4 ottobre del 2008 quando per la prima volta è stato sentito dai carabinieri di Vigevano e ha tirato fuori, un anno dopo il delitto, un presunto alibi che nessuno all'epoca gli aveva chiesto: il ticket di un parcheggio a Vigevano senza neppure la targa della sua auto.
[...]
In contemporanea al mancato interrogatorio del nuovo indagato, è stato sentito come testimone Alberto Stasi, che ancora sta scontando i 16 anni di condanna che le nuove indagini mettono in dubbio. Accompagnato dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari, rispondendo alle domande del procuratore Fabio Napoleone, Stasi avrebbe negato di conoscere o di avere avuto alcun contatto con Sempio.
Mentre, sentito a Mestre, dove vive, il fratello della vittima Marco Poggi, legato ad Andrea Sempio da «un'amicizia di lunga data», avrebbe in parte modificato le precedenti risposte agli interrogativi posti dai carabinieri, diretti dai comandanti Antonio Coppola e Fabio Rufino.
Secondo la nuova versione, all'epoca Sempio avrebbe frequentato tutti gli ambienti della villetta, a esclusione della camera da letto dei genitori. Tanto che, al termine dell'ascolto, il suo avvocato ha ribadito: «Marco è convinto della estraneità di Sempio alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia». [...]
IL DNA, IL SUPERTESTIMONE E LE 60 TRACCE ANCORA SENZA NOME COSÌ SI RISCRIVE IL DELITTO
Estratto dell’articolo di P. Lio per il “Corriere della Sera”
andrea sempio a quarto grado 5
«Una ragazza di 26 anni è stata trovata morta intorno alle 15 nella sua abitazione di Garlasco, in via Pascoli». Sono le 16.05 del 13 agosto 2007. L’agenzia Ansa dà notizia dell’omicidio di Chiara Poggi. È l’inizio di quello che sarà il giallo che ci accompagnerà per 18 anni. Con indagini e processi, paginate di giornale e tribunali televisivi. E quei volti che ingolferanno i teleschermi.
Gli occhi azzurri di Chiara. La compostezza dei genitori. Gli occhialini di Alberto Stasi. E gli occhialoni fascianti sfoggiati invece dalle «gemelle K.» nella loro irruzione mediatica subito dopo il delitto. Un album di famiglia che s’arricchirà nel tempo con le immagini della compagnia di amici di Marco Poggi, il fratello minore della vittima, tra cui quella di Andrea Sempio, oggi sospettato e indagato per quel delitto.
Ma come si è arrivati dalla condanna in via definitiva a 16 anni di Stasi, ai sospetti che oggi s’accalcano su Andrea Sempio? [...]
La svolta è quell’indagine «alternativa» su cui lavorano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati dal nuovo procuratore di Pavia, Fabio Napoleone. E che è iniziata dalla rilettura degli atti e delle prove raccolte fin dal giorno uno (almeno, quelle sopravvissute al passare degli anni) e dei risultati delle contro-indagini della difesa di Stasi.
Il grimaldello è stata la consulenza affidata dagli avvocati di Stasi al genetista tedesco Lutz Roewer. E quel risultato che indica il profilo genetico di Sempio come compatibile con il materiale biologico ricavato anni prima dalle unghie di Chiara. Tracce di Dna su cui ora sarà un maxi incidente probatorio a comparare con i campioni prelevati a Sempio.
impronta di andrea sempio vicino al cadavere di chiara poggi
Ma richiesti anche ai familiari di Chiara, a Paola e Stefania Cappa, agli amici di Marco Poggi (oltre a Sempio, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti), a Marco Panzarasa, amico di Stasi, ai carabinieri che entrarono nella villa e al medico legale.
L’esame proseguirà con l’estrazione di altro materiale genetico dai para adesivi delle impronte digitali e dai campioni mai analizzati. Spazzatura, cartoni della pizza, la confezione di «Fruttolo».
Materiale su cui, nelle indagini «originali», furono ritrovate anche svariate impronte, molte delle quali mai «battezzate» con un nome e cognome. E lo stesso vale per alcune di quelle evidenziate sulle pareti (da cui è ora uscito il match con quella di Sempio), oggetti di casa, la porta a soffietto che porta in cantina.
Sono in totale sessanta le impronte (spesso parziali) a non essere state attribuite a nessuna delle quasi cinquanta persone a cui vennero prelevate: familiari, carabinieri, soccorritori, operatori dell’impresa funebre, addirittura chi la sera prima consegnò la pizza.
Ma gli elementi che hanno concentrato le attenzioni della nuova inchiesta su Sempio, 37enne oggi commesso di un negozio di telefonia, sono anche altri. C’è il tagliandino «anonimo» (senza targa) del parcheggio di Vigevano, rispuntato integro un anno dopo e presentato come prova del fatto che non fosse in paese.
E poi quei suoi contatti telefonici «anomali» con casa Poggi nei giorni in cui Chiara è sola, perché la famiglia è già in vacanza in Trentino. Sempio fa tre brevi chiamate pochi giorni prima del delitto. Si giustificherà dicendo di non sapere che l’amico fosse via. E sosterrà di aver «sbagliato» a digitare il numero di casa al posto del cellulare. Ma negli otto mesi precedenti non ci sono altre telefonate in assenza di Marco.
Una recente novità è stata l’operazione di setaccio, la settimana scorsa, del canale di Tromello, piccolo centro a fianco a Garlasco, a caccia dell’arma del delitto. Là sono stati ripescati la testa di una mazzetta da muratore, la pinza di un camino, due accette.
A indirizzare i carabinieri sono state le parole di un testimone rintracciato da Le Iene che ha raccontato la confidenza raccolta da una donna che abitava vicino alla casa della nonna delle gemelle Cappa. Fu lei a vedere Stefania Cappa (non indagata) «nel panico» entrare nella vecchia casa «con una borsa pesante» e a sentire poi un tonfo.
la mamma di andrea sempio parla con le iene
«Dissi all’avvocato della famiglia Poggi che avevo novità sulle gemelle Cappa, ma mi rispose che c’era già un’indagine in corso su Stasi e non si poteva sovrapporre un’altra pista». In onda è andata anche una telefonata della madre di Sempio in cui la donna rivela che una presunta testimone, «alla domenica», giorno prima dell’omicidio, avrebbe assistito a «Chiara e la cugina che litigavano».
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abbraccio tra alberto stasi stefania cappa 1
INTERVISTA ALBERTO STASI A LE IENE - 3
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