medici no vax

VACCINATEVI E PASSA LA PAURA – BELPIETRO E L’ALLARME DEGLI OSPEDALI PER LA MANCANZA DI MEDICI SOSPESI DOPO CHE HANNO RIFIUTATO DI FARSI INOCULARE: “IN POCHE SETTIMANE LE CORSIE POTREBBERO SVUOTARSI, PRIVATE DI PERSONALE INDISPENSABILE PER ASSISTERE I RICOVERATI. SI FA PRESTO A DIRE: O VI VACCINATE O VI LEVIAMO IL LAVORO E PURE LA BUSTA PAGA. MA POI BISOGNA ESSERE PRONTI A PATIRNE LE CONSEGUENZE. O MEGLIO, A NON FARLE PATIRE AI PAZIENTI. SI RISCHIA L'INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO, CHE IN MATERIA SANITARIA È UN BRUTTO SEGNALE PER…”

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

medici no vax

Si fa presto a dire sospendiamoli e leviamogli lo stipendio che poi, vedrete, verranno a più miti consigli. Sì, si fa presto a fare un decreto, ma poi, dopo aver approvato e mostrato il braccio violento della legge al cittadino che non intende adeguarsi, bisogna anche affrontarne le conseguenze. E gli effetti dei provvedimenti decisi dal governo, con l'estensione dell'obbligo del green pass a 23 milioni di lavoratori, sono quelli che ora vi descriviamo e che, nei prossimi giorni, gli italiani toccheranno con mano. Lasciamo perdere la scuola, dove ci sono insegnanti che si sono fatti il tampone 48 ore prima e che vedono scadere il loro certificato verde a metà lezione e sono accompagnati fuori dall'aula manco avessero rubato le matite al preside.

 

maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1)

Tralasciamo anche quegli impiegati a cui è negato l'ingresso in azienda nonostante abbiano certificati che sconsigliano di sottoporsi alla vaccinazione o green pass cartacei che non sono accettati dal datore di lavoro. Concentriamoci invece su ciò che sta accadendo negli ospedali, in quanto la salute interessa tutti. Fino a pochi giorni fa le aziende ospedaliere avevano temporeggiato nella speranza che la situazione si chiarisse o si alleggerisse. Invece niente di ciò che si auspicavano è successo e così ora, in ossequio alle disposizioni del ministero della Salute, le direzioni sanitarie sono costrette ad agire, cioè a sospendere medici e infermieri che non risultino vaccinati.

 

MEDICI NON VACCINATI

Giovedì il ministero guidato da Roberto Speranza ha inviato una circolare all'Ordine dei medici che non ammette esitazioni: «La vaccinazione anti Covid degli operatori sanitari è un requisito imprescindibile per svolgere l'attività professionale». Dunque, i medici di base che non si siano sottoposti a prima e seconda dose vanno sospesi, cioè non possono più esercitare e dunque visitare, prescrivere medicinali, auscultare i pazienti eccetera. Allo stesso tempo, vanno sospesi dalla professione anche i dottori che operano all'interno degli ospedali e di conseguenza pure gli infermieri e tutto il personale che ruota intorno ai pazienti. In Veneto, per esempio, sono già stati lasciati a casa 450 medici e assistenti, ma per altri 3.550 potrebbe a breve scattare la stessa misura.

 

medici no vax

Risultato, in poche settimane le corsie potrebbero svuotarsi, private di personale indispensabile per assistere i ricoverati. A Padova, Alessio Scatto, anestesista simbolo della lotta al Covid durante la prima ondata della pandemia, è già stato sospeso in quanto privo di green pass, ma in Italia potrebbe presto toccare ad altri 45.753 medici e infermieri. Già prima del Covid, il servizio sanitario lamentava una carenza di personale, immaginatevi ora, dopo un anno e mezzo di pandemia e migliaia di operatori costretti a rimanere a casa dalle nuove regole.

 

medici no vax

Solo per restare al Veneto, significherebbe privarsi di almeno il 3 per cento dei dipendenti, una quota di personale che tra turni, ferie e malattie non può certo considerarsi irrilevante, soprattutto in un periodo di emergenza. Senza contare che a questi numeri vanno aggiunti gli operatori che lavorano nelle Residenze sanitarie per anziani, nelle cui fila i non vaccinati pare non siano pochi. Risultato, il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, a nome degli altri presidenti di Regione, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro della Salute, Speranza, mettendolo in guardia dai gravi pericoli di carenza del personale. Qui si rischia di dover chiudere interi reparti ospedalieri.

 

medici no vax

Non solo: siccome a finire in quarantena, privati del lavoro e dello stipendio, sono anche i medici di base non vaccinati, gli assistiti senza più assistenza si riverseranno sui presidi ospedalieri, ovvero sui pronto soccorso, con le immaginabili conseguenze. Insomma, si fa presto a dire: o vi vaccinate o vi leviamo il lavoro e pure la busta paga. Ma poi bisogna essere pronti a patirne le conseguenze. O meglio, a non farle patire ai pazienti i quali, ricoverati in ospedale o semplicemente bisognosi di assistenza domiciliare, rischiano di essere abbandonati a loro stessi, senza sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno.

belpietro

 

Altrimenti si rischia l'interruzione di pubblico servizio, che in materia sanitaria è un brutto segnale per un Paese che ha nella sua Costituzione l'assistenza sanitaria garantita a tutti i cittadini.

 

vaccini personale sanitario

Vedendo alcune manifestazioni pubbliche a cui presenziavano gli operatori sanitari, ma anche leggendo alcune conversazioni che circolano nelle chat, ossia nei gruppi online degli operatori sanitari, non avevamo dubbi che sarebbe finita così, con un decreto di difficile applicazione. Soprattutto non avevamo la minima incertezza che, usando il pugno di ferro invece della strategia del convincimento, ci saremmo trovati a questo punto. Come dimostra l'andamento della campagna vaccinale, invece di spingere le persone a prenotarsi per ricevere il siero anti Covid, l'obbligo sta scoraggiando le persone. Dunque, il raggiungimento della percentuale di italiani immunizzati fissata dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, invece di avvicinarsi si sta allontanando.

vaccini ai medici

 

In base alle previsioni di un mese fa, l'80 per cento di vaccinati avrebbe dovuto essere raggiunto il 22 settembre, ma poi la data si è progressivamente spostata, prima alla fine di settembre ora ai primi di ottobre: di questo passo non sappiamo. Insomma, il pugno di ferro si è trasformato in un pugno in faccia ai talebani dell'iniezione. Un rischio che avevamo spiegato e rispiegato, ma che a un ripetente (negli errori) come Speranza a quanto pare non è entrato in zucca.

 

belpietro la veritamaurizio belpietro medici no vax

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....