CON BERGOGLIO I CONTI TORNANO - IL VATICANO SPULCIA NEI LIBRI CONTABILI E “RECUPERA” 1,4 MILIARDI CHE NON ERANO NEL BILANCIO CONSOLIDATO - ORA È SCONTRO SU CHI DOVRÀ GESTIRE IL “TESORETTO”

Andrea Tornielli per “la Stampa”

 

papa francesco ghyblj lombardi e il pappagallo amore 4papa francesco ghyblj lombardi e il pappagallo amore 4

A due anni dall’elezione di Papa Francesco il percorso di riforma delle strutture economico-finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano vive un passaggio cruciale: stanno per essere promulgati gli statuti della Segreteria per l’economia, dicastero istituito un anno fa, guidato dal cardinale australiano George Pell.

 

Dietro le quinte sta avvenendo un confronto serrato sui tutti i poteri da affidare al nuovo dicastero. E da un primo censimento di beni mobili e immobili il Vaticano risulta che la situazione è ben più rosea del previsto, con un miliardo e 378 milioni di euro che non erano entrati nel bilancio consolidato. Bilancio che per il 2013 (pubblicato l’anno scorso), segnava un passivo di 24 milioni di euro. 
 

George Pell George Pell

CACCIA AI FONDI
È stato lo stesso cardinale Pell ad annunciare la scorsa settimana ai cardinali riuniti in concistoro che le varie amministrazioni vaticane - la Segreteria di Stato, i dicasteri e le fondazioni legate alla Santa Sede - dispongono di asset per 1.378 milioni. Lo scorso dicembre, sul «Catholic Herald», il porporato aveva scritto: «Abbiamo scoperto che la situazione è molto più sana di quanto sembrasse, perché alcune centinaia di milioni di euro erano nascosti in particolari conti settoriali e non apparivano nei fogli di bilancio».

 

George Pell George Pell

Parole che avevano lasciato supporre l’esistenza di fondi neri. Successivamente Pell si era corretto spiegando che quei soldi non erano stati «scoperti». Più semplicemente, su richiesta, ogni dicastero aveva comunicato l’ammontare delle sue disponibilità. Quegli asset milionari non apparivano nel bilancio complessivo consolidato, ma erano registrati nei bilanci interni dei vari enti.
 

LA «RISERVA» 
Quasi la metà di quegli asset appartengono alla Segreteria di Stato. Un fondo di cui si è occupato per molti anni e fino al 2008, monsignor Gianfranco Piovano. È composto in parte da investimenti a lungo e medio termine, e in parte in liquidità. Il fondo è servito per far fronte a vari tipi di emergenze, a cominciare dal risanamento dei bilanci in rosso di altri dicasteri o uffici vaticani, come pure per interventi straordinari di aiuto. E potrà servire in futuro per la sostenibilità del sistema pensionistico vaticano. I Papi, fin dal momento dell’elezione, sono stati messi al corrente della sua esistenza.
 

DE FRANSSUDE FRANSSU

SEGRETERIA PER L’ECONOMIA 
Esattamente un anno fa, su proposta del consiglio di cardinali che lo aiutano per la riforma della Curia, Papa Francesco istituiva la Segreteria per l’Economia, affidandone la guida all’australiano George Pell. Quest’ultimo ha lasciato Sidney, e ha chiamato al suo fianco Oltretevere il laico Danny Casey, «business manager» della diocesi australiana che si dedica alla razionalizzazione delle spese e della gestione delle risorse. Da quest’anno, cosa mai accaduta, ogni dicastero della Santa Sede dovrà presentare un bilancio preventivo delle spese.
 

Joseph ZahraJoseph Zahra

I DUBBI
Il cardinale australiano, con la passione giovanile per il rugby, è entrato nella Curia romana deciso a rivoltarla come un calzino, grazie all’aiuto di due suoi uomini di fiducia, il maltese Joseph Zahra il presidente dello Ior, Jean-Baptiste de Franssu. Pell sperava che sotto il suo dicastero potessero confluire la gestione delle risorse umane e delle forniture; il controllo e la vigilanza sui bilanci e sulla gestione delle proprietà della Santa Sede; la gestione delle proprietà (mobili e immobili) del Vaticano attraverso la creazione del VAM (Vatican asset management) da affidare allo stesso de Franssu.

 

Ma il suo progetto di unificare sia le competenze di vigilanza e di gestione - fino ad oggi distinte - ha sollevato obiezioni interne. Come quelle espresse dal Pontificio consiglio per i testi legislativi, che dopo aver esaminato la bozza di statuti preparati da Pell ha suggerito di aumentare il numero dei revisori generali da uno a tre, e ha proposto di unificare sotto un unico tetto chi gestisce i soldi e chi vigila sulla gestione dei soldi. Proprio per favorire il processo di trasparenza, evitando di concentrare nelle mani di un solo uomo tutte le funzioni.

 

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)