VERONICA SUONA LA FISARMONICA - 50 MILA EURO AL GIORNO NON BASTANO, LA LARIO FA RICORSO CONTRO IL TRIBUNALE DI MONZA (E SPERA NEI GIUDICI MILANESI)

Giuseppe Guastella per Corriere.it

Veronica Lario non ci sta a vedersi più che dimezzato il faraonico assegno di mantenimento imposto al marito separato Silvio Berlusconi e si prepara alla battaglia legale facendo il primo passo con un ricorso alla Corte d'appello di Milano contro la decisione del Tribunale di Monza di tagliare l'appannaggio mensile da 3 milioni di euro ad «appena» 1,4.

Tecnicamente si chiama «reclamo» quello che la difesa della signora Lario ha già presentato alla sezione «famiglia» della Corte d'appello di Milano, competente per il secondo grado sui procedimenti di Monza. La situazione è la seguente: ci sono due cause in corso, una per la separazione e una per il divorzio. La prima è stata avviata da Miriam Bartolini, in arte «Veronica Lario», a maggio 2009 dopo 22 anni di matrimonio e si svolge a Milano dove risiedeva il «convenuto», e cioè il marito Silvio Berlusconi, prima di trasferirsi qualche settimana fa nella residenza di palazzo Grazioli a Roma.

A dicembre scorso, dopo che ogni tentativo dei giudici di mettere d'accordo i due era fallito, questo procedimento si era concluso con una sentenza della nona sezione civile del Tribunale di Milano che da un lato decretava la separazione dei coniugi e dall'altro assegnava alla signora Lario tre milioni di euro al mese, ovvero 36 l'anno o, se si vuole, ben 100 mila al giorno, per consentirle, come interpretato da consolidate sentenze di Cassazione, di mantenere un tenore di vita analogo a quello di cui godeva durante la convivenza con l'ex premier. Questa sentenza è passata in giudicato ed è diventata definitiva per la sola parte della separazione, perché su questo punto né Berlusconi né la Lario hanno fatto ricorso.

Siccome la legge consente ai coniugi di decidere se e su cosa fare ricorso, Silvio Berlusconi ha chiesto ai giudici dell'appello che sia rivista la parte della sentenza che riguarda la questione economica e cioè il cospicuo appannaggio che era stato assegnato alla moglie separata, oneroso anche per uno degli uomini più ricchi del mondo come è lui. Sulla cifra si pronunceranno i giudici della sezione famiglia tra qualche mese.

La seconda causa, quella che riguarda la rottura definitiva del matrimonio attraverso il divorzio, è partita invece su richiesta di Berlusconi dopo che la sentenza di separazione legale è diventata definitiva.

Nel procedimento, che si svolge a Monza perché Veronica Lario risiede nel territorio del distretto del tribunale della città brianzola e che potrebbe terminare a primavera, nel luglio scorso il presidente Anna Maria Di Oreste, che è anche presidente dell'intero tribunale, ha deciso di ridimensionare il «quantum» assegnato dai colleghi di Milano alla signora per la separazione e con un'ordinanza provvisoria lo ha fatto scendere fino a 1,4 milioni al mese, 16,8 l'anno.

Contro questa decisione, che consente al Cavaliere di ridurre da subito l'assegno da pagare, si è schierata Veronica Lario la quale ha fatto «reclamo» sempre alla stessa sezione «famiglia» d'appello di Milano. Anche in questo caso i giudici milanesi potranno modificare la cifra come meglio riterranno oppure lasciarla così com'è. Spesso, però, l'assegno che viene garantito per il periodo di separazione tra marito e moglie è superiore a quello da pagare dopo il divorzio, quando il vincolo tra i coniugi si è ormai spezzato.

 

veronica lario in svizzera veronica lario SIlvio Berlusconi e Veronica Lario nozze di silvio berlusconi veronica larioportofino01 silvio berlusconi veronica lario lap

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