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UN VOLO NEL FUTURO - VIAGGIO A BORDO DELL’AIRBUS A350-900, IL JUMBO JET DI ULTIMISSIMA GENERAZIONE - OGNUNO DEI DUE MOTORI È POTENTE 64 VOLTE UNA MACCHINA DA FORMULA 1 - SILENZIOSISSIMO, MENO PRESSIONE A BORDO E VIAGGI PIU’ RIPOSANTI, WI-FI CON FIBRA OTTICA E ALI CHE CAMBIANO FORMA IN VOLO

di Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”

 

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Ai primi segni del tramonto la luce Led all’interno vira verso l’arancione. Una delle tante versioni, dal momento che l’impianto di illuminazione dell’aereo offre 16,7 milioni di combinazioni. Sette ore dopo la partenza le punte delle ali cambiano di poco forma per affrontare al meglio una corrente d’aria di fronte all’India. E intanto c’è chi, grazie al Wi-Fi veloce, manda foto e video, risponde alle email, azzarda una videochiamata via Skype. Chi si fa una dormita, senza mettersi le cuffie che azzerano il suono esterno perché i due motori, potenti ciascuno 64 volte quelli di una normale macchina da Formula Uno, sono silenziosi. E chi salta da un film all’altro, da un album a un libro digitale sfruttando al massimo l’efficienza della fibra ottica e dell’intrattenimento a bordo.

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La tecnologia

Ogni due minuti l’aria viene rigenerata dall’ultima fila alla cabina di pilotaggio. Ecco, a proposito di questa: i sei schermi piatti, uguali e interscambiabili, fanno sembrare la parte più delicata del velivolo un grande e sofisticato videogioco. Resta soltanto il tempo di dare un’occhiata all’affascinante sistema a incastri dei vari blocchi — dai servizi igienici alle stanzette utilizzate dal personale di volo per riposare — perché tocca atterrare all’aeroporto Changi di Singapore (considerato il migliore al mondo, assieme a quello di Seul Incheon), dodici ore e sette minuti dopo il decollo da Tolosa, ed essere accolti da due getti d’acqua per celebrare la giornata e l’arrivo, per la Singapore Airlines, del primo velivolo del genere: l’Airbus A350-900, un concentrato di tecnologia (europea), di materiale ultraleggero e di impianti che riducono i consumi e l’inquinamento.

 

Destinato alle rotte lunghissime

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«Questo aereo per noi e tutte le compagnie è un grosso fattore di cambiamento», dice al Corriere della Sera Goh Choon Phong, amministratore delegato della Singapore Airlines che di jet di questo modello ne ha ordinati 67 per un totale, da listino, di 20,6 miliardi di dollari (quanto il Prodotto interno lordo dell’Afghanistan) e che nel 2018 ne farà decollare uno per il più lungo volo diretto del mondo, di 19 ore, con destinazione New York.

 

È anche l’occasione per lanciare la sfida ai tre colossi del Golfo Persico (Emirates, Qatar Airways ed Etihad) non solo in Asia ma anche in Europa e nelle Americhe. «Con gli A350 possiamo arrivare ovunque, senza doverci appoggiare a una pista intermedia», aggiunge l’ad della Singapore Airlines. Che annuncia come proprio il primo A350-900 collegherà la città-Stato con Amsterdam e Düsseldorf.

 

Il 25% in meno di inquinamento

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Questo modello lungo 67 metri e realizzato dall’Airbus, il colosso europeo dell’aviazione, non ha certo il «fascino» dell’A380, il bolide a due piani che per molti è una sorta di «feticcio» fotografico, e però al suo interno tutto è pensato per il passeggero e all’esterno per l’ambiente e le tasche delle compagnie aeree. Le ali, lunghe 32 metri ciascuna, sono realizzate in materiale composito. Quasi la metà della fusoliera è in fibra di carbonio, così il velivolo è più leggero (quindi brucia meno carburante) e flessibile.

 

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I due motori (Rolls-Royce Trent XWB) oltre a essere silenziosi consumano il 25% in meno di tutti gli altri della categoria e hanno un diametro uguale a quelli della fusoliera del Concorde. All’interno la cosiddetta «quota cabina» (la pressione dell’aria respirata dai passeggeri) corrisponde a una altitudine di circa 1.800 metri, contro i 2.400-2.500 dei concorrenti: la fatica è ridotta, così come le eventuali conseguenze fisiche dovute ai lunghi spostamenti (stando seduti). I sedili sono allestiti in modo da permettere il maggiore spazio possibile: «Sembrano finiti i tempi in cui le compagnie ci chiedevano di mettere più sedili», spiegano a Tolosa, dove si trova il quartier generale di Airbus. Una buona notizia, dopo anni di gara a toglierci centimetri.

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