
LE SVASTICHELLE URLANO AL "GOMBLOTTO"! LA STRANA STORIA DEI SEI CANDIDATI DI AFD ALLE ELEZIONI IN NORD-RENO VESTFALIA MORTI ALL’IMPROVVISO PER MOTIVI NATURALI O PER CAUSE NON DIVULGATE – LA LEADER DEL PARTITO ALICE WEIDEL ALIMENTA LE TEORIE DELLA COSPIRAZIONE: “LA STATISTICA DICE CHE È IMPOSSIBILE” - MA IL UMERO DUE DI AFD NEL NORD RENO-VESTFALIA HA DICHIARATO CHE LE INFORMAZIONI A SUA DISPOSIZIONE “NON AUTORIZZANO AL MOMENTO SIMILI SOSPETTI”
Estratti dell’articolo di Alessandro D’Amato per Open.online
ALICE WEIDEL DI AFD SE LA RIDE DOPO IL NO DEL BUNDESTAG A FRIEDRICH MERZ
Sei morti. Per motivi naturali o per cause non divulgate. Allo scopo di rispettare la privacy delle famiglie. Ma i ripetuti decessi dei candidati di Alternative fur Deutschland alle elezioni in Nord-Reno Vestfalia stanno alimentando teorie del complotto in Germania.
Il ministero dell’Interno del Land ha fatto sapere che nei giorni scorsi sono defunti anche candidati di Verdi e Spd. Per arginare le ipotesi di cospirazione che stanno emergendo su internet.
Ma la stessa leader del partito nazionalista, Alice Weidel, ha condiviso su X il post dell’economista Stefan Homburg, il quale aveva scritto che un simile numero di morti in campagna elettorale fosse «statisticamente quasi impossibile».
Kay Gottschalk, numero due di Afd nel Nord Reno-Vestfalia ha cercato di arginare le voci e ha dichiarato a Politico che le informazioni a sua disposizione, per quanto parziali, «non sostengono al momento simili sospetti».
(...)Intanto c’è già chi ha votato per corrispondenza, su schede che avevano i nomi di candidati deceduti. Tra loro Ralph Lange (67 anni), Stefan Berendes (59 anni), Wolfgang Klinger (72 anni) e Wolfgang Seitz (59 anni), candidati rispettivamente nei collegi di Blomberg, Bad Lippspringe, Schwerte e Reinberg. I decessi, secondo la radio pubblica Wdr, sono stati «improvvisi e inaspettati» e hanno «colto del tutto di sorpresa» l’opinione pubblica.
Il voto arriva a dieci anni dall’ondata migratoria del 2015, quando circa un milione di persone provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq sono state accolte nel paese in pochi mesi.
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Da quando è salito al potere a maggio il nuovo cancelliere, Friedrich Merz, che proviene dallo stesso partito di Merkel, la CDU, ha inasprito i controlli alle frontiere e le norme sul ricongiungimento familiare e la naturalizzazione. E ha rimpatriato i criminali afghani nel loro paese, governato dai talebani.
Per il leader conservatore mantenere una linea dura sull’immigrazione è l’unico modo per fermare l’ascesa dell’AfD. Alimentata negli ultimi mesi da attacchi con coltelli e auto che hanno coinvolto migranti.
«La Germania è un paese di immigrazione, ma dobbiamo controllarla meglio e integrare meglio le persone», ha detto Merz. L’«integrazione di successo» ha precedenti storici nei «lavoratori ospiti» provenienti da Italia, Grecia e Turchia negli anni ’50.
La Germania conta oggi più di 25 milioni di abitanti con un background migratorio, ovvero che sono nati o i cui genitori sono nati all’estero, ovvero circa il 30% della popolazione. Più di un milione di loro sono di origine siriana, una comunità marginale prima del 2015.