ilva

SE TANTO MI DÀ TARANTO - SI PARLA SEMPRE DELL’ILVA COME CAUSA DI TUTTI I MALI AMBIENTALI, MA A LECCE, CHE NON HA UN’ACCIAIERIA CI SONO PIÙ MORTI PER TUMORI CHE A TARANTO – LA PROVINCIA SALENTINA È AI PRIMI POSTI DELLA CLASSIFICA DELLA MORTALITÀ PER TUMORE AL POLMONE E IL TASSO DI MORTALITÀ È SUPERIORE DEL 25 RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE. PERCHÉ?

 

 

Nicola Apollonio per “Libero Quotidiano”

 

OPERAI FUORI DALLA FABBRICA ARCELOR MITTAL A TARANTO

Da qualche anno, a Taranto e dintorni, ad essere sotto accusa è sempre quel «mostro» che si estende per 1.500 ettari, quasi il doppio dell' intera città. Con le sue ciminiere che svettano nel cielo perennemente offuscato, l' ex Ilva è diventata la causa di tutti i mali ambientali. Di conseguenza, anche di quelli che riguardano la salute soprattutto di chi abita nello stesso rione Tamburi dove tanti anni fa (era il 1965) lo Stato decise di impiantare la più grande acciaieria d' Europa.

 

tumori in salento

Di certo, qualcosa di mostruoso c' è dietro quel muro di cinta che delimita l' immensa area dello stabilimento. Oltre ai numerosi marchingegni disseminati su tutta la superficie dell' opificio, ci sono gli altiforni che, come giganti, sprigionano ventiquattr' ore su ventiquattro fumi e gas nocivi, nonostante l' impegno per costruire sofisticati sistemi di controllo. In tutto questo tempo, ne hanno fatto di danni quei giganti che sputano polveri sottili, e per questo gli abitanti del quartiere (ma non solo loro) vanno in strada per reclamare, a ragione, il diritto alla salute. Di morti, dicono, si sono avuti fin troppi, uomini donne e bambini.

lecce

 

La questione, dunque, è seria. Solo che i dati di cui si è in possesso non assegnano una esclusiva responsabilità dell' Ilva in fatto di inquinamento ambientale grave: se raffrontati con altri dati della provincia di Lecce, per esempio, ci si accorge che il capoluogo salentino, pur non disponendo di industrie pesanti come l' acciaieria (o la Cementir e la raffineria Eni, anch' esse attive nella città jonica), conta sicuramente più morti di quanti se ne sono registrati a Taranto.

ILVA E TUMORI

 

«Si fa presto a dare la colpa ad un solo impianto», dice il dott. Giuseppe Serravezza, responsabile scientifico della Lilt di Lecce . «Ilva, Cementir, raffineria dell' Eni, centrale termoelettrica a carbone Enel di Cerano sono sicuramente responsabili delle tante storie di malattie tumorali, cardiovascolari, neurologiche, endocrine che affliggono il Salento tutto, non solo Taranto».

 

ILVA DI TARANTO

Migliaia di vite umane già perse, e altre che purtroppo si è destinati a perdere se non si interviene al più presto. È questo il grido d' allarme che lancia l' oncologo. Come? Operando da subito con radicali interventi di riconversione almeno per gli impianti industriali più inquinanti. Quindi, occorre decarbonizzare al più presto, contribuendo così a ridurre l' immissione nell' ambiente dei tanti veleni cancerogeni, occorre dire «basta» al carbone sia all' Ilva sia alla centrale termoelettrica di Cerano.

lecce 2

 

Quando si scorre la pagella dei tassi in Puglia, si trova che la provincia di Lecce si colloca nei primi posti della classifica della mortalità complessiva per tumore del polmone, con una incidenza del 32% sulla totalità dei casi, addirittura al primo posto in Italia per la mortalità maschile. E anche i tumori alla vescica risultano in testa alla classifica, sicuramente superiori a quelli registrati nelle vicine province di Brindisi e Taranto. Anche in questo caso, storicamente, la provincia di Lecce ha mostrato fino al 2011, specialmente tra gli uomini, un tasso di mortalità superiore del 25% rispetto alla media nazionale e del 20% rispetto a quella regionale.

incendio all'ilva di taranto 2

 

MANIFESTAZIONE A LECCE

NON SOLO DIOSSINA

In più, andando a ritroso e guardando un' altra classifica del 2004, risulta che il tasso grezzo di mortalità fra i residenti della provincia di Lecce era, all' epoca, di ben 3,1 punti percentuali superiore rispetto alla media pugliese. Ciò significa che, rispetto a quelli attesi, si erano verificati a quella data 240 decessi in più per tumore. Per il tumore al seno, invece, i dati sono più confortanti: la curva dell' andamento dell' incidenza è praticamente piatta dal 1970 e questo perché quella forma di tumore risulta più facilmente curabile.

lecce 1

 

Attenzione, però: non tutto succede a causa della diossina che sprigiona la combustione del carbone, c' è da fare i conti anche con la contaminazione del suolo, che sta creando una situazione drammatica e sulla quale gli esperti stanno concentrando tutta la loro attenzione. (Secondo il dottor Serravezza, non è escluso che a provocare il disastro ambientale di Taranto abbiano concorso anche le emissioni di altre industrie, per cui, visto che le molecole cambiano a seconda dei casi, si potrebbe facilmente risalire all' origine della diossina che da sempre viene addebitata all' Ilva come fonte di tutti i mali).

 

incendio all'ilva di taranto 3OPERAIO ILVA

E allora, visto che è ormai acquisito che il 90% dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell' ambiente, di fattori di rischio oncologico, è evidente come in questi ultimi decenni, in provincia di Lecce, debbano essersi verificate significative modificazioni nell' ambiente e nelle stesse abitudini di vita, tale da spiegare un simile incremento che, in alcuni casi, supera il dato nazionale. Ilva? Eni? Enel?

ILVA DI TARANTO

 

incendio all'ilva di taranto 1

Cementir? Forse, hanno anche loro una buona parte di responsabilità. Però, come spiega il dottor Serravezza, visto che in altre parti del mondo la mortalità per cancro è in diminuzione già da tempo, probabilmente nel Sud Italia, in provincia di Lecce, c' è bisogno di una nuova politica sanitaria, ma anche e soprattutto di nuove scelte economiche e sociali. L' Ilva di Taranto non può essere, da sola, il male assoluto per un' intera regione.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO