malago buonfiglio

“NON HO MAI CHIESTO IL 4° MANDATO, MA UNA PROROGA. IL PRESIDENTE DELLA FEDERNUOTO BARELLI SI È OPPOSTO” - IL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI MALAGÒ DOPO 12 ANNI LASCIA PALAZZO H E LANCIA COME SUCCESSORE LUCIANO BUONFIGLIO: “È L'UOMO GIUSTO” – “PANCALLI HA DETTO CHE CON LUI IL CONI NON AVRA’ UNA ECCESSIVA PERSONALIZZAZIONE? INELEGANTE. ABODI? NON COMMENTO LE SUE PAROLE – LA CANDIDATURA DI CARRARO? FIGLIA DEL CLIMA DI INCERTEZZA – IN POLITICA MI HANNO PROPOSTO DI TUTTO. LA PRIORITÀ FINO A MARZO 2026 SONO LE OLIMPIADI DI MILANO E CORTINA. POI, VEDREMO, QUALCOSA POTREBBE CAMBIARE”

Marco Bonarrigo Daniele Dellera per corriere.it - Estratti

 

giovanni malago foto mezzelani gmt019

 Giovanni Malagò  la settimana prossima lascerà Palazzo H dopo dodici anni

 

(...)

Il candidato Luca Pancalli ha spiegato che con lui il Coni «non avrà l’eccessiva personalizzazione» della gestione Malagò mentre il ministro dello Sport Abodi si aspetta «un cambiamento di indirizzo che superi la dimensione personalistica».

«L’uscita di Pancalli è stata non solo poco elegante ma anche controproducente rispetto a chi dovrà votarlo. Non commento le parole di Abodi. Ho sempre lavorato al servizio dello sport italiano e dell’istituzione Coni».

È vero che lei sta sostenendo sottotraccia Luciano Buonfiglio?

«Non esistono sottotraccia, non è questo il mio metodo. Le motivazioni del mio sostegno a Buonfiglio sono state espresse ai presidenti federali quando presi atto che non ero più candidabile. Ho molto apprezzato che la candidatura di Luciano sia sempre stata subordinata alla mancata possibilità di ricandidarmi. Di quella di Pancalli, invece, ho appreso dai giornali».

 

Perché sostiene Buonfiglio?

«Buonfiglio è presidente federale di lungo corso e di esperienza nazionale e internazionale: la sua candidatura è logica e coerente».

C’è chi dice che lei dopo potrebbe telecomandarlo...

«Una cattiveria gratuita nei miei e nei suoi confronti: non vedo l’ora di dimostrare che non è così».

giovanni malago ed elena vaccarella foto mezzelani gmt063

 

Cosa pensa di Franco Carraro che a 85 anni sfida Pancalli e Buonfiglio?

«È frutto della situazione particolare che si è creata con il tira e molla sul mio rinnovo, di un’incertezza che ha portato a gonfiare a dismisura anche il numero di candidati per la Giunta. Con Carraro ho un’amicizia antica, c’è un rapporto di stima».

 

Lo sport italiano non sa rinnovarsi: comandano sempre gli stessi.

«La politica sportiva non si rinnova? I paletti li ha messi il governo, rivolgetevi a loro».

Lei ha portato molte donne ai vertici del Coni sostenendo anche la candidatura di Diana Bianchedi.

«Avrei voluto Diana, avrei voluto Silvia Salis. Quando ho consultato i presidenti federali e ho capito che avrebbero votato solo uno di loro, con franchezza ho detto a Diana di lasciar perdere. Quanto a Salis ha fatto una scelta politica diversa e di successo diventando sindaco a Genova».

giovanni malago foto mezzelani gmt083

 

(...)

La sua uscita dal Coni è amara. La politica è rimasta sorda, irritata dalla sua richiesta di un quarto mandato.

«Mai chiesto il quarto mandato, ma una proroga».

D’accordo, non le è stata concessa.

«È un dato di fatto. Come vi sentireste se dopo dodici anni e in prossimità delle Olimpiadi vi dicessero che non siete prorogabili nemmeno per sei mesi mentre chi è alla guida del Comitato Paralimpico da un tempo doppio rispetto al vostro può candidarsi per il Coni?».

 

Lei guida Milano-Cortina 2026, una delle più impegnative sfide sportive di sempre per il Paese, è membro Cio con deleghe importanti per i prossimi Giochi e imprenditore di successo. Era necessario lottare per restare anche sulla poltrona del Coni?

«Dopo aver lavorato per sette anni a contatto con i miei colleghi dei comitati olimpici nazionali una proroga avrebbe dato continuità e permesso a loro di poter dialogare con lo stesso soggetto. Se il veto fosse stato posto subito, nulla da dire ma è stato introdotto dopo sei anni».

 

giovanni malago foto mezzelani gmt082

Una proroga non sarebbe stata compatibile con la Carta Olimpica.

«A me non risulta. Un conto sono le elezioni del Consiglio Nazionale e della Giunta, un conto la presidenza. Credo che chiunque si renda conto che non capita ogni giorno che un Paese organizzi le Olimpiadi e le Paralimpiadi in casa: è una situazione unica».

 

Le pesa che sia finita così?

«Sono fatalista e sereno. Pensavo che la proroga sarebbe stata la soluzione giusta ma è andata così e sono focalizzato solo sul futuro».

Chi ha remato contro?

«Sicuramente Paolo Barelli, deputato, presidente della Federnuoto che ora sostiene Pancalli».

 

Barelli e Binaghi, due che proprio non la sopportano.

«Premessa: sono due eccellenti presidenti federali, risultati e numeri parlano per loro».

Esaurita la premessa?

angelo binaghi e giovanni malago foto mezzelani gmt027

«Nella scorsa tornata elettorale sostenevano la candidatura di Di Rocco contro la mia, prima ancora quella di Pagnozzi. Hanno perso di brutto e capisco la loro delusione. Ma come puoi criticare il Coni o sostenere un candidato se per quattro anni non ti sei mai fatto vedere a una riunione del Consiglio Nazionale? Come può Pancalli dire che non c’è la politica dietro la sua candidatura quando Barelli sta lavorando ventre a terra per lui?».

 

Petrucci, ex presidente del Coni, numero uno del basket, incalza: Barelli e Binaghi vanno coinvolti in Giunta?

giovanni malago' giovanni malago' elena vaccarella (1)

«Ma voi sapete quante volte gliel’ho proposto? Ma non puoi fare politica dello sport stando fuori dal Coni. Io qui sono il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via. Lo faccio in maniera volontaristica da dodici anni. Le critiche si fanno partecipando».

 

Lei è stato sempre immune alle tentazioni della politica.

«Mi hanno proposto di tutto: deputato, senatore, membro dell’esecutivo. Fino ai miei 50 anni dovevo occuparmi delle aziende di famiglia ed era un impegno enorme. Da quando sono al Coni, penso solo al Coni: per altro non c’è spazio. Da marzo 2026 qualcosa potrebbe cambiare».

Malagò in politica. Malagò alla Roma. Malagò alla Ferrari. Beh, quanto a voci, magari c’è qualcosa di concreto, avrebbe l’imbarazzo della scelta.

«Posso essere onorato, lusingato, ma la priorità fino a marzo 2026 sono le Olimpiadi di Milano e Cortina. Poi, vedremo...».

 

Nei suoi dodici anni, non è riuscito a cambiare le regole della giustizia sportiva: i vertici federali continuano ad essere giudicati da procuratori assunti e pagati da loro stessi.

«Non trovo che la situazione sia così drammatica o iniqua, ma ammetto che in alcuni casi ci siano state gravi deformazioni delle regole. La mia idea resta quella di creare un albo di avvocati o magistrati abilitati da cui estrarre a sorte quelli da applicare ai singoli casi. Se ne occuperà il mio successore».

 

malago barelli pancalli sanzo foto mezzelani gmt012

Due grandi temi preoccupano appassionati e tifosi: la Nazionale di calcio e la Ferrari.

«Capisco la preoccupazione. Per la Nazionale, il 90% degli italiani, me compreso, era felice della scelta di Spalletti per il dopo Mancini. Oggi ci ritroviamo in una situazione di grande emergenza e la cosa che mi mette più tristezza è che manchi addirittura il fuoco sacro di andare a vestire la maglia della Nazionale».

 

La Ferrari?

«Sono completamente coinvolto nella storia, mi dispiace tantissimo che non siamo particolarmente competitivi e mi limito a dire che la realtà industriale è eccellente sotto ogni punto di vista».

luciano buonfiglio giovanni malago elena vaccarella foto mezzelani gmt 049

 

Durante i suoi mandati, lei ha trovato un tifoso davvero speciale come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Due cose voglio dire. La prima è che non si può immaginare un capo dello Stato migliore e più vicino allo sport di lui. La seconda, non certo a livello personale ,ma per questo mondo che ancora per qualche giorno rappresento, è: grazie presidente».

 

 

giovanni malago foto mezzelani gmt081malago barelli pancalli sanzo foto mezzelani gmt011giovanni malago foto mezzelani gmt080giovanni malago foto mezzelani gmt076katerpillar malago buonfiglio foto mezzelani gmt luciano buonfiglio giovanni malagòluciano buonfiglio giovanni malago elena vaccarella foto mezzelani gmt 032giovanni malago foto mezzelani gmt077giovanni malago foto mezzelani gmt079giovanni malago foto mezzelani gmt078malago barelli pancalli sanzo foto mezzelani gmt011

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…