“LA DROGA PEGGIORE? IL CRACK. SE NON PENSI CHE AVRÀ UN PROFONDO EFFETTO SUL TUO FISICO, SEI PAZZO” – IL REGISTA ABEL FERRARA RACCONTA LA SUA VITA SREGOLATA IN UN’AUTOBIOGRAFIA E PARLA DI COME È RIUSCITO A SMETTERE DI FARE USO DI DROGHE: “QUANDO FANNO EFFETTO LA PRIMA VOLTA, LE DROGHE FUNZIONANO. NEGLI ANNI SESSANTA SBALLARSI ERA DIVENTATA UNA COSA ROMANTICA, MA NON LO È” – “FARE I CONTI CON IL PASSATO È PARTE DEL RECUPERO: NON TE NE PENTI, È SUCCESSO. NON L’AVREI SCELTA LA DROGA, E NON LA SCELGO PER LE PERSONE CHE AMO, MA È QUEL CHE È” – IL PADRE ALLIBRATORE, LO YOGA E I COMMENTI VERGOGNOSI DI TRUMP SULLA MORTE DI ROB REINER…
Estratti dell’articolo di Federico Pontiggia per “il Fatto Quotidiano”
Abel Ferrara, perché questa autobiografia, Scene?
Volevo solo mettere le cose in chiaro, fare una sorta di valutazione. Io d’abitudine redigo le sceneggiature, ma un libro è un po’ un sogno, no?
[…] Parla con grande sincerità della sua passata dipendenza dalle droghe.
Fare i conti con il passato è parte del recupero: non te ne penti, è successo. È il mio percorso di vita: non l’avrei scelta la droga, e non la scelgo per le persone che amo, ma è quel che è.
Peggio la cocaina o l’eroina?
Il crack, fumare quella merda è un disastro. Ma alla fine della giornata, qualunque sia la sostanza, è lo stesso. Che si tratti di marijuana, coca, eroina, alcol, crei una barriera tra te e te stesso, tra te e gli altri.
Perché si drogava?
Deliravo – e quando fanno effetto la prima volta, le droghe funzionano. Dagli anni Sessanta venivano la musica, i film, gli autori e la fottuta Woodstock, e sballarsi era diventata una cosa romantica, ma non lo è: basti pensare ai senzatetto.
Del crack nel libro descrive addirittura la ricetta…
Non è una cosa misteriosa, eh. Distilli la cocaina fino a farla diventare pura e te la inietti nel cervello. E se non pensi che avrà un profondo effetto sul tuo fisico, sei pazzo.
La salute di certo, ma la sua creatività ha tratto giovamento dalla sobrietà?
I grandi yogi hanno trovato la loro strada, e non con le droghe, cazzo, ma con la concentrazione e la pratica. La mia creatività non cambia usando le droghe, viene dalla capacità di canalizzare quel che mi viene incontro, da Dio, dai miei genitori, dalla mia vita passata, dalle persone di cui ho scelto di circondarmi – e l’ho nutrita. […]
Alcolista e allibratore, suo padre si è ammazzato nel 1980.
Per molti aspetti una persona orribile, ma anche affettuosa e premurosa, persino speciale. Veniva da un ambiente duro e aveva una mentalità da duro, non teneva i mezzi per affrontare la dipendenza, che è una malattia progressiva: il gioco d’azzardo ha fatto il resto.
[…] Un altro suo grande collega, Rob Reiner, è stato assassinato dal figlio Nick: Trump non ha mostrato alcun rispetto, e l’ha dileggiato via social.
Friend or foe, amico o nemico, così Trump guarda al mondo. È delirante, considera Reiner un nemico, per cui tanto meglio se è schiattato. Avendo avuto un fratello morto alcolizzato, avrebbe dovuto manifestare più empatia per una situazione in cui il figlio di Reiner, Nick, è drogato, invece no: non mette insieme le due cose. Ma se sei il presidente degli Stati Uniti o di qualsiasi altro Paese l’empatia è tutto quello di cui hai bisogno. E Trump non ne possiede nemmeno una briciola.3
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Gaetano Di Vaio Abel Ferrara
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