ALITALIA-FERROVIE, LA PAZZA IDEA SI CONCRETIZZA? - IL PROGETTO DI UNIONE TRA TRENI E AEREI SAREBBE GIÀ IN MANO A BOSTON CONSULTING - FS DOVREBBE CREARE UNA NEWCO CON LA QUALE RILEVARE ALITALIA A COSTO ZERO, APRENDO ANCHE AD ALTRI PARTNER - ALITALIA IN CRISI CREEREBBE UNA SECONDA “BAD COMPANY” ALLA FACCIA DI DIPENDENTI E CREDITORI CHE SI SONO FIDATI DEI “PATRIOTI” RADUNATI DA PASSERA E DAL BANANA - L’ANTITRUST (E NTV) POTREBBERO IMPEDIRE IL MATRIMONIO…

Alessandra Puato per il "Corriere Economia - Corriere della Sera"

E come lo chiameremo se mai partirà: l'aerotreno, il ferroplano? Oltre al Ponte di Messina a una sola campata su oltre tre chilometri di mare, potremmo davvero avere in Italia un altro unicum mondiale: la società fra le ferrovie e gli aerei.
Prende quota il piano di un polo fra Ferrovie dello Stato e Alitalia, con le prime che in sostanza ingloberebbero, magari attraverso una controllata, la seconda per ottenere sinergie, in particolare sulla rotta Milano-Roma fagocitata dall'Alta velocità con il Frecciarossa e Italo e ormai coperta dal treno per il 58% (era il 36% nel 2008 - il resto è per il 32% dell'aereo e per il 10% della gomma, dati Fs).

L'obiettivo è razionalizzare dove c'è sovrapposizione, con economie di scala su destinazioni e uffici. L'idea piace a Mauro Moretti, amministratore delegato Fs, e del progetto si è già parlato, ma pareva un'eccentricità. Ora è un piano concreto, per il quale è stato trovato l'advisor e sul quale sta ragionando, seppure in via informale, l'Antitrust. 
Secondo fonti accreditate, l'advisor è il Boston Consulting Group, lo stesso che per il governo Monti ha elaborato il piano strategico per il turismo che coinvolge la Cassa depositi e prestiti. È nelle stanze milanesi della società di consulenza che si sta silenziosamente lavorando da pochi giorni per rendere concreto e fattibile il progetto Fs-Alitalia. Quanto all'Autorità per la concorrenza presieduta da Giovanni Pitruzzella, «Non c'è al momento alcun fascicolo al vaglio», puntualizza, ma sta ufficiosamente considerando una tale aggregazione che può portare a una maggiore posizione di monopolio di Ferrovie.
L'IDEA DELLA «NEWCO» Il piano è coperto da riserbo, in particolare sull'architettura societaria, e certo avrà bisogno del viatico politico post elettorale: primi passi, dunque. Secondo osservatori, comunque, essendo Ferrovie una spa, benché pubblica, potrebbe acquisire anche direttamente quote di Alitalia, magari alla scadenza naturale di ottobre, quando i soci - compresi Air France e il presidente Roberto Colaninno con la sua Piaggio - saranno liberi di vendere senza l'ok del Consiglio d'amministrazione. 
Una strada possibile è che il gruppo guidato da Moretti costituisca una newco, una nuova società, con la quale poi rilevare Alitalia, in tutto o in parte (e a costo zero), aprendo il capitale anche ad altri partner. Fra le ipotesi, non confermata, c'è quella di fare confluire i debiti in una bad company: e sarebbe la seconda «scatola nera» pubblica, dopo il salvataggio di Alitalia con il governo Berlusconi nel 2008. Resterebbe escluso, almeno in una prima fase, un intervento diretto della Cassa depositi e prestiti.

«Si chiama integrazione verticale d'impresa dominante, la stessa di Microsoft che fu bocciata dall'Antitrust europeo di Mario Monti - dice Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano -. L'Antitrust italiano non dovrebbe farla passare. È un cartello che non porta vantaggi ai consumatori, un modo mascherato per rimettere sulle spalle del pubblico il salvataggio dell'Alitalia». 
IL CROLLO MILANO-ROMA Con 1,24 milioni di passeggeri nel 2012 (278 mila viaggiatori persi in due anni), la rotta Linate-Fiumicino copre ormai soltanto il 3% dei ricavi di Alitalia, dichiara la compagnia, ed è in erosione di redditività. La situazione è destinata a peggiorare ora che sta arrivando EasyJet, a cui l'Antitrust ha assegnato su quella stessa rotta otto slot (quattro andate e ritorno), rompendo il monopolio.

La compagnia low cost di Carolyn McCall annuncerà oggi date e dettagli, ma di certo ambisce alla clientela d'affari che di Alitalia è il fulcro. «Vedremo se i passeggeri preferiranno il nostro servizio all'approccio spartano degli ultimi arrivati», attacca Gianni Pieraccioni, chief commercial officer di Alitalia. E però l'ex compagnia di bandiera incide ormai solo per il 45% sul traffico domestico di Aeroporti di Roma (50% due anni fa). E sulle rotte nei Paesi ad alto sviluppo, dove potrebbe fare da volano all'economia italiana, è ferma rispetto ai rivali europei. 
DESTINAZIONI MANCATE Nei 50 Paesi extraeuropei con maggiore crescita del Pil fra il 2007 e il 2011, dice infatti uno studio dell'Università Bocconi per il Corriere Economia sul presidio territoriale allo sviluppo (vedi tabella), la dimagrita Alitalia contava al 6 febbraio soltanto 19 destinazioni dirette, contro le 64 di Lufthansa, le 56 di British Airways, le 43 di Air France. In Cina Alitalia ha un solo scalo, i tedeschi quattro, inglesi e francesi tre. In Arabia Saudita ne ha zero, idem in India dove British Airways e Lufthansa ne contano cinque e Air France tre. E negli Usa è rimasta con tre rotte, contro le 19 di Lufthansa, le 16 di British Airways, le otto di Air France. 
«Il confronto non è coerente viste le consistenze diverse delle flotte», dice Alitalia, che ha un quinto degli aerei di Air France (142 di cui 22 a lungo raggio, contro 593 di cui 172 a lungo raggio) e sarebbe ben felice di riempire i vettori su quelle rotte (aumenterà, dice, i voli su Russia e Brasile in estate). 
«Ma Lufthansa ha avuto coraggio ad aprire cinque scali sull'India, bisogna prendersi del rischio industriale - commenta Stefano Caselli, prorettore agli affari internazionali della Bocconi, che ha curato l'indagine -. Alitalia dovrebbe seguire la strada di Unicredit e Intesa: investire sull'estero. Chiunque sia il futuro proprietario non potrà ragionare sul mercato nazionale».

Ed è questo il possibile limite del polo treno-aereo. «Se disegnata in modo razionale, fatto salvo il parere dell'Antitrust, l'aggregazione Fs-Alitalia può anche funzionare, per esempio presidiando i voli sul Sud Italia dove il treno non c'è più - dice Caselli -. Ma è essenziale per lo sviluppo del Paese un accordo societario con compagnie straniere, come Etihad o Emirates». Resta inteso che la vera incognita è cosa farà il socio straniero attuale, Air France, che nel progetto Fs potrebbe anche essere pagata con gli slot. Si vedrà con le elezioni chi perderà il treno. 

 

ragnettiANDREA RAGNETTI jpegMAURO MORETTI CON UN CANE ALITALIA TRENITALIA

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...