qualcosa di nuovo ramazzotti cortellesi

IL CINEMA DEI GIUSTI - DUE AMICHE “TARDONE” SI DIVIDONO LO STESSO RAGAZZINO 19ENNE: QUALCOSINA DI NUOVO C’E’ NEL FILM DI CRISTINA COMENCINI - LA CORTELLESI CHE TROMBA È QUASI UNA RIVOLUZIONE - NON PER NOI CRESCIUTI A FENECH E GLORIA GUIDA, MA PER LA GENERAZIONE DEI 20-30ENNI TUTTO QUESTO PUÒ DIVENTARE "LIBIDINE, MASSIMA LIBIDINE"

PAOLA CORTELLESI MICAELA RAMAZZOTTIPAOLA CORTELLESI MICAELA RAMAZZOTTI

Marco Giusti per Dagospia

 

“Ho la verifica di latino domani”- “Non me lo ripetere”. Almeno non ci sono moralismi. Due amiche quarantenni, Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, si dividono lo stesso ragazzino diciannovenne, l’inedito Eduardo Valdarnini, che deve ancora fare la maturità. Poco conta che la cosa nasca da un qui pro quo da vecchia pochade, con il ragazzo che non si ricorda con chi delle due abbia passato la notte.

 

Così prende una donna per l’altra. Conta però che le due donne si dividano allegramente il ragazzo, senza far drammi e senza sentirsi in colpa, e che lui non si senta poi così sfruttato. Insomma, non è che, malgrado il titolo, Qualcosa di nuovo, ci sia proprio molto di nuovo nel film che Cristina Comencini ha tratto da una sua commedia del 2013, La scena, ma qualcosina di nuovo, alla fine, c’è. Almeno per la nostra commedia attuale.

QUALCOSA DI NUOVO COVERQUALCOSA DI NUOVO COVER

 

Visto che la scelta di non far moralismi o tragedie sulla scopata per la scopata tra una donna grande e un ragazzo, anzi fra due donne e un ragazzo diventa un po’ la chiave di volta di tutto il film. Il problema, magari, è che è tutto un po’ cerebrale, non circola cioè la giusta dose di sesso fra i tre personaggi. Probabile che sia una scelta, la storia non è leggerissima.

 

Probabile che sia per la derivazione teatrale del film, lì a dividersi la scena erano due attrici fortemente comiche come Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Ma anche in questo caso, con Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, pur avendo maggiori occasioni di giocare sull’erotismo del terzetto amoroso, ci sembra che la scelta registica sia stata del buttarla in commedia.

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Giocando sugli stereotipi che ben conosciamo delle due attrici protagoniste, con tanto di monologo di bravura della Cortellesi e di monologo di confusione virziniana della Ramazzotti. La commedia, in qualche modo, tutta al femminile, “Perché tu trovi uomini con cui fare sesso?” è la domanda chiave della collega Eleonora Danco alla Ramazzotti, supplisce o copre l’intensità erotica della storia.

 

Se nelle commedie attuali del cinema francese le amiche quarantenni parlano esplicitamente di sesso e di scopate, forse troppo per i nostri gusti, nel cinema italiano tutto questo è tabù. In qualche modo la Cortellesi che tromba, per noi, è quasi una rivoluzione. Schiavi di un cinema che è diventato perbenista e borghese negli ultimi trent’anni, dopo la rivoluzione degli anni ’70 con i vedonudo e sessimatti di Risi e le insegnanti della Fenech, spetta proprio alla nostre registe più da sinistra in cachemire riaprire i giochi erotici da anni abbandonati.

PAOLA CORTELLESI EDUARDO VALDARNINI MICAELA RAMAZZOTTIPAOLA CORTELLESI EDUARDO VALDARNINI MICAELA RAMAZZOTTI

 

Negli occhi di Eduardo Valdarnini, bel volto pasoliniano, oggetto erotico delle due “tardone”, come le avremmo chiamate ai tempi della commedia all’italiana di Comencini padre, passa così una piccola rivoluzione dove si scopa solo nella cameretta del ragazzo diciannovenne. Per carità. Non siamo certo nel cinema di Larry Clark con le scopate a vista e i piselli in evidenza.

 

Qui ogni centimetro di pelle è calcolato e abbondamente oscurato. Chissà, alla fine, non per noi cresciuti a Fenech e Gloria Guida, magari proprio per la generazione dei venti-trentenni tutto questo può diventare libidine massima libidine come diceva il mai scordato Jerry Calà.

 

E già accostare il cinema così rigido di Cristina Comencini a quello di Jerry Calà, per non scivolare sui bei tempi di Carmen Villani, con titoli più adatti alla vicenda (L’amica di mia madre, Ecco lingua d’argento), potrebbe, chissà, essere il massimo della perversione. Titolo, però, impossibile. In sala da giovedì. 

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