chiara boni

AMORI, BOLLORI E DOLORI DI CHIARA BONI: “LASCIAI SGARBI E VITTORIO BUTTÒ GIÙ LA PORTA DELLA MIA CASA. L’AVEVO MOLLATO PERCHÉ MI MANCAVA DANIELE BOATTI CHE PER RAGGIUNGERMI A MERANO EBBE UN INCIDENTE E MORÌ. ARRIVO’ SGARBI CHE MI DISSE: ‘È FINITA, NON POSSO COMPETERE CON UN MORTO’” – “ROMITI? CHIAMAVA 10 VOLTE AL GIORNO. POI, MANI PULITE FU LO SPARTIACQUE DEL NOSTRO AMORE” – “ANGELO ROVATI? PER DODICI ANNI GLI HO FATTO DA INFERMIERA” – E SUI BEATLES E I ROLLING STONES… - IL LIBRO

Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” -Estratti

 

Chiara Boni, quanto è stato importante l’amore per lei?

«Se la moda mi ha fatto nascere, l’amore mi ha fatto vivere. Ai miei tempi le ragazze non lavoravano, venivamo cresciute per sposarci, avendo imparato ad apparecchiare la tavola e a parlare inglese, francese, tedesco».

 

(….)

 

antonella fiori chiara boni daniela fedi presentazione libro io che nasco immaginaria

Per lei, come avviene la scoperta della libertà?

«Nel 1967, a Londra. Dopo il ballo per i miei 18 anni, mamma mi lasciò andare a perfezionare l’inglese a patto che mi accompagnasse la mia tata. Fu un anno di un’apertura straordinaria. Arrivai vestita da brava ragazza di buona famiglia, ma da Biba in Abingdon Road comprai abiti mai visti: scandalosamente corti e con colori pazzeschi».

 

Londra è anche la città dei primi amori?

«Per intenderci, ci arrivai vergine e i ragazzi preferivano corteggiare le inglesi, che erano più disponibili. Ma fu un periodo folle, passavo le sere nei locali dove incontravo i Beatles e i Rolling Stones».

L’autobiografia «Io che nasco immaginaria», scritta con Daniela Fedi e edita da Baldini+Castoldi, è il ritratto di una ragazza che ha sovvertito i canoni di un’epoca, estetici ma anche sentimentali.

 

Fu chiaro già dal primo amore che sarebbe stata anticonvenzionale in tutto?

ROBERTO DAGOSTINO CON CHIARA BONI E VITTORIO SGARBI

«Al tennis club di Firenze in piscina vidi un ragazzo con occhi incredibilmente azzurri e barba e capelli lunghi. Era Vittorio Maschietto detto Titti, un sessantottino, il primo con cui avevo a che fare. Studiava architettura e aveva fondato gli Ufo, che, durante le occupazioni universitarie, invadevano le strade con missili gonfiabili. Le mie amiche lo bocciarono, io me ne innamorai. Ci sposammo, ma litigavamo di continuo».

 

Litigavate su che cosa?

«Per stupidaggini e perché Titti era il mio pigmalione, ma c’era competizione: io volevo evolvermi, dire la mia, e lui si attribuiva una sorta di superiorità morale. In quegli anni, io avevo fondato il mio primo marchio, You Tarzan Me Jane, mentre nel film Tarzan dice l’opposto, me Tarzan you Jane: la mia era una donna che rifiutava di farsi definire da un uomo».

 

ROBERTO DAGOSTINO - CHIARA BONI - VITTORIO SGARBI

Quanto era diventata rivoluzionaria per amore?

«Stampavamo il giornale di Potere Operaio, io sistemavo i caratteri in pagina e, in quell’impresa, investivo i guadagni della boutique».

 

Finì per dissidi politici?

«Finì perché aveva teorizzato la coppia aperta, ma siamo rimasti in ottimi rapporti, abbiamo condotto insieme un talk di Raitre, Il dilemma ».

 

Che cosa ne fece della libertà ritrovata?

«A Firenze, chiudo il negozio a Palazzo Corsini, che si era fatto una piccola fama, era venuta anche Veruschka, la top. Siamo a fine anni ’70. Vado a Milano e apro un negozietto con Amalia Castellina in via Bigli e le giornaliste di moda iniziano a pubblicare i miei abiti sulle riviste. Poi, subentra un socio di Carpi e lì, in provincia, capisco, carina e separata, che ero considerata una rovinafamiglie. Ci restai malissimo, ma in Sardegna rividi un corteggiatore di gioventù, Daniele Boatti, ormai sposato, e m’innamorai».

 

CHIARA BONI 77

Lasciare la moglie era nei progetti?

«Lo diceva. Ma passò Natale con lei e io a Cortina conobbi Vittorio Sgarbi. Restai affascinata dal suo modo di raccontare l’arte e lui mi rapì la sera stessa, fece aprire un museo di notte per me. Furono sei, otto mesi divertentissimi. Mi portava anche a Ro Ferrarese, a mangiare i tortellini dalla mamma».

 

Fu un grande amore?

«Lui non era realmente innamorato. A me piaceva molto, conservo le lettere che mi ha scritto, ma credo avesse almeno altre sette donne».

 

Leggenda vuole, però, che lei lo lascia e Vittorio arriva a casa sua e butta giù la porta.

melania rizzoli chiara boni ludmilla voronkina bozzetti compleanno ludmilla voronkina bozzetti

«Non è leggenda: è vero. Ma lo per fece per orgoglio: non gli piaceva essere lasciato. L’avevo mollato perché mi mancava Daniele. Dopo, ero da Chenot a Merano quando Daniele chiama e dice: ti raggiungo. Ma ha un incidente e muore. Arriva invece Vittorio, che mi fa: è finita, non posso competere con un morto».

 

Anche Cesare Romiti era sposato

«Ma era già stato tanti anni con Michi Gioia, non l’ho mai percepito come sposato. In ogni caso, molti pensano che la Gft comprò la mia azienda perché stavo con lui, ma è vero il contrario: lo conobbi perché ero già in Gft. All’inizio, non avevo capito che mi corteggiava. Era un uomo potente, molto più grande di me. M’innamorai del suo amore: chiamava dieci volte al giorno, mi sbarrava le date sull’agenda e diceva “questo weekend andiamo a Parigi”. Poi, Mani Pulite fu lo spartiacque del nostro amore».

 

Che c’entra Mani Pulite?

CHIARA BONI 56

«Poco prima, al Forum Ambrosetti di Cernobbio, aveva denunciato l’ingerenza dei partiti nelle aziende. E quando Antonio Di Pietro chiese di parlargli, gli dicevo: vai, dagli una mano a fare pulizia. Ma ero solo ingenua. Restammo insieme altri quattro anni, ma non era più come prima».

Qual è il suo tratto distintivo in amore?

«Non lotto per i miei diritti, lotto per i miei pensieri, mai per il denaro». Lottò, invece, per riprendersi la sua azienda. «Mentre mi lasciavo con Cesare, la Gft ebbe difficoltà finanziarie, ho lottato per ricomprare la Chiara Boni. E, nel frattempo, ho fatto l’assessore in Toscana e ho conosciuto Angelo Rovati».

 

Il suo secondo marito.

«Per un mese, fece tutte le sere Bologna-Firenze per cenare con me. Mi ha conquistata con le attenzioni».

Lei ha fatto follie d’amore?

FRATTINI CHIARA BONI CESARE ROMITI

«Per Angelo, la follia è stata fargli da infermiera per dodici anni. Ci sposammo quando gli diedero sei mesi di vita, poi ha vissuto per altri dodici anni. Dopo la prima di otto operazioni, cacciai le infermiere e decisi che gli sarei stata vicina io. Se penso a quanto è stato male negli ultimi giorni, mi dico che, se capitasse a me, me ne andrò a morire in Svizzera».

daniela fedi melania rizzoli chiara boni presentazione libro io che nasco immaginaria

 

CHIARA BONI jpeg

(...)

CHIARA BONI GIOVANNI GASTEL jpegCHIARA BONI COVERSILVANA GIACOBINI - LINA SOTIS - ROBERTO DAGOSTINO - CHIARA BONI CHIARA BONI roma santa e dannata roberto dagostino e chiara boni 01 ph antinoriroma santa e dannata sergio cusani e chiara boni ph antinoriroma santa e dannata chiara boni ph antinoriroma santa e dannata roberto dagostino e chiara boni 03 ph antinorichiara boni melania rizzoli foto di baccoCHIARA BONI 66

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…