AMORI, BOLLORI E FURORI DI STEFANIA SANDRELLI: “A GINO PAOLI SPACCAI UN BEL PO’ DI COSE, A COMINCIARE DALLO STEREO. MI ACCORSI CHE NELL’ARMADIO, MENTRE IN QUEI GIORNI ERO IN CLINICA DA MIA MADRE, C’ERANO VESTITI DA DONNA NON MIEI” – L’ATTRICE 79ENNE: “HO AMATO TRE UOMINI, NICKY PENDE, GINO PAOLI E GIOVANNI SOLDATI. NO, NON CI HO MAI PENSATO A RISPOSARMI, HO AVUTO TANTE VICISSITUDINI'' – IL FLIRT CON DEPARDIEU (“FINÌ AL MOMENTO GIUSTO”), IL ‘SEI CARINO’ A DE NIRO (“MA CON LUI I RAPPORTI FURONO PREVALENTEMENTE CINEMATOGRAFICI”) – “TINTO BRASS, DOPO ‘LA CHIAVE’ VOLEVA IL BIS, GLI HO RISPOSTO BUONA LA PRIMA - LE COPERTINE DI 'PLAYBOY' E 'PLAYMEN' E LE RIUNIONI "DOVE MI PARLAVANO DI PEZZETTI DI GLUTEI. RISPOSI CHE NON SONO UN POLLO ARROSTO…"
Valerio Cappelli per corriere.it - Estratti
«Aspetta un attimo che spengo la radio, stavo ascoltando un programma sull’anniversario della morte di Pasolini», dice Stefania Sandrelli. Ci daremo del «tu», mi conosce da quando, amico di sua figlia Amanda, ero adolescente.
Stefania, l’hai conosciuto Pasolini?
«Eccome. Quando a 18 anni ebbi Amanda, mia madre affittò un appartamentino all’Eur, ed eravamo vicini di casa con Pier Paolo, che abitava con la madre in via Eufrate. Lontano dal centro, potevo avere più privacy. C’era il laghetto, il verde, l’ideale per un bambino piccolo. Con Pasolini prendevo il gelato. Avevo fatto Germi ma non ero ancora così nota, lui era già il grande poeta».
Di cosa parlavate?
«Di quello che facevamo. Una volta Amanda, che avrà avuto dieci anni, era sulle sue ginocchia, tutte sbucciate perché lei, come me, è sempre stata esuberante. Pasolini le disse: le hai sbucciate perché preghi troppo sul pavimento? Giocava a pallone col mio ex marito, Nicky Pende, io facevo la speaker».
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nicky pende stefania sandrelli
Nell’episodio, il Leone d’oro la regista lo prende per Senza tacchi né padroni, presa in giro dei film autoriali che poi non escono in sala.
«Questo ai festival succede più negli ultimi anni. Il problema vero è che ci sono sempre meno sale, le chiudono una dopo l’altra, anche se a Roma si intravede qualche riapertura eccellente. I film dopo poco li smontano. Sono stata ospite d’estate di rassegne all’aperto, ma il cinema in piazza non è la soluzione».
C’è una battuta esilarante, la regista impegnata in Vaticano, per la Messa di Natale in tv, dice al Papa: «Santo Padre, su con le spalle».
«Sì, molto buffo, e io mi sono divertita abbandonandomi al personaggio, che prende tutto più seriamente di come prenderei io le cose. Prima di accettare ho voluto farmi assicurare che non avrei fatto Casa Vianello, raccontando cose mie, del mio passato, di Gino Paoli e via dicendo».
stefania sandrelli giovanni soldati
Una sola curiosità su Gino Paoli: è vero che un giorno gli hai ribaltato casa?
«Eh, gli spaccai un bel po’ di cose, scegliendo con cura quelle che amava di più, a cominciare dallo stereo. Mi accorsi che nell’armadio, mentre in quei giorni ero in clinica da mia madre, c’erano vestiti da donna non miei. Chiesi: di chi sono? Tuoi, rispose Gino. Urlai: io li conosco i miei vestiti! Nella baruffa, mentre rompevo una cosa scoprivo un’altra roba non mia».
stefania sandrelli la chiave 12
Negare sempre, è la regola dei bugiardi.
«Che avesse una moglie, e stavamo insieme, lo seppi dopo, da mia zia. Le risposi: mica me lo devo sposare».
Tu hai avuto poche storie importanti.
«Ho amato tre uomini, Nicky Pende, Gino Paoli e Giovanni Soldati. No, non ci ho mai pensato a risposarmi, ho avuto tante vicissitudini».
Mai stata depressa?
«Ho avuto momenti bui momentanei, poi mi sono ripresa. Non mi sono mai fatta aiutare. Amanda vorrebbe che mi occupassi più di me, e lo dovrò fare».
Con Giovanni stai insieme da una vita.
«L’ho incontrato nei primi Anni ‘80. Ha qualche acciacco, lo stesso che ha avuto Marcello Lippi, l’ex allenatore della Juventus, viareggino come me. Viareggio è un paesone, ci conosciamo tutti. Andiamo al caffè Galliano, con la vista sul mare, tutti e tre siamo golosi dei loro budini di riso. Quando ci vediamo, Marcello e Giovanni parlano della Juve, una passione che a Giovanni perdono solo perché suo papà, Mario Soldati, lo scrittore, era vicino ai bianconeri».
E i flirt?
«Di Gérard Depardieu abbiamo parlato in passato, era gentile, veniva a casa mia a cucinare carne rossa, finì al momento giusto. Ricordo quando anni prima avevo visto a Parigi un suo bellissimo film, il francese lo parlo bene, mentre in inglese sono una frana, è una lingua terribile, se non la parli la dimentichi subito. I don’t speak English, because I never speak English, faccio sempre questa premessa. Comunque, se penso ai guai sentimentali e giudiziari di Gérard, trasecolo: mi spiace molto».
Robert De Niro?
stefania sandrelli giovanni soldati (2)
«Giravamo Novecento nella pianura padana. Era poco prima dell’alba, di fuori ancora buio. In auto, seduto dietro, c’è un attore del cast, mi disse l’autista. Muto tutto il tempo. Era Robert De Niro. Io non lo conoscevo. Mi voltai e di getto dissi, Oh Madonna, come sei carino. Lui si tirò indietro, ma un po’ c’era e un po’ ci faceva. Andammo sul set e cominciarono i nostri rapporti, prevalentemente cinematografici».
Alla Festa del cinema è passato un documentario su Arbasino che ti riguarda.
«Per La bella di Lodi, nato da un romanzo di Alberto, mi doppiò Adriana Asti, perfetta col suo accento del Nord. Lei era fidanzata con Bertolucci, uscivamo in quattro, con Gino. Non mi sono mai divertita tanto come in quel film. Avevo una segretaria toscana, Maria Luisa Bavastro, più grande di me, a cui davo del lei. E il regista, Mario Missiroli, col suo cognome, così potente, inventava continuamente gag: ora ti do un bavastro, fingendo di dare uno schiaffone».
Il regista delle donne è stato Antonio Pietrangeli. È stato dimenticato in fretta, come con tanti grandi del cinema. Lo stesso Gassman…
AMANDA SANDRELLI GINO PAOLI STEFANIA SANDRELLI 1
«Per me, dei Colonnelli della commedia, anche se fisicamente il mio preferito era Nino Manfredi, Vittorio Gassman è stato il più grande. Ricordo che a un bar di Cannes, durante il festival, avevamo già bevacchiato. Io poi sono completamente astemia, vado subito fuori binari. Vittorio chiese le ordinazioni: tu cosa vuoi? Un americano, esclamai d’istinto, senza sapere cosa fosse, avevo sentito quella parola alla Bussola. Vittorio mi fece un sorriso come a dire, ma che aperitivo hai ordinato, che non ne conosci uno?».
L’attore che ti somiglia?
«Mastroianni, con la sua indolenza meravigliosa, nelle pause del set si addormentava. Ma io pattinavo, ballavo».
Ti piace ancora ballare?
«Altroché! Ci sono due che mi fanno ballare come una pazza, Zucchero e Stevie Wonder. Se capita, ballo da sola».
sordi sandrelli quelle strane occasioni
Ma non ti eri avvicinata alla musica classica?
«Ci sono nata, le opere andavo a vederle con mio padre a Torre del Lago. E il mio adorato fratello Sergio, morto così presto, quando veniva a casa mia, i capelli lunghi sulle spalle, la borsa di Tolfa a tracolla, entrava di corsa e senza manco salutare si metteva a suonare Bach al pianoforte».
Sei più maliziosa o ribelle?
«Tutt’e due, la malizia ce l’ho, mi appartiene. La mia ribellione è stata anche Tinto Brass, dopo La chiave voleva il bis, gli ho risposto buona la prima. Poi ci si misero le copertine di Playboy e Playmen con riunioni dove mi parlavano di pezzetti di glutei, risposi che non sono un pollo arrosto. La malizia…
Per i miei 15 anni con la mia gang di amici andai alla Bussola. Passai sotto il palco, avevo un vestitino verde con le frange. Lo feci volutamente, per farmi notare dai musicisti di Gino, perché mi invitasse a ballare. Gli tirai un amo, sennò non ero una che prendeva l’iniziativa».
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Stefania Sandrelli e Jean Louis Trintignant
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stefania sandrelli sedotta e abbandonata



