giornalismo

ARIDATECE I SEGUGI DEL WATERGATE  “POLITICO” SUONA IL DE PROFUNDIS AI MEDIA AMERICANI: PERSA OGNI SFRONTATEZZA, SONO DIVENTATI CONFORMISTI – LE RAGIONI? L’IDEOLOGIA WOKE, LA POLITICA OSTILE, I LETTORI CHE SCAPPANO SUI SOCIAL MEDIA, EDITORI E DIRETTORI CHE HANNO TRASFORMATO I GIORNALISTI IN BUROCRATI CHE DEVONO DESTREGGIARSI TRA CENSURE E LINEE GUIDA PER NON OFFENDERE NESSUNO - MA SE NESSUNO SI OFFENDE, ALLORA CHE GIORNALISMO È?

DAGONEWS

 

ufficio di associated press a kansas city nel 1940

“Chi ha rubato la sfrontatezza ai media?”. È la domanda, ambiziosa, che si pone Jack Shafer in un lungo articolo su Politico Magazine, che affronta la lunga crisi del giornalismo in America, quello che dall’Italia viene sempre preso a modello di un sistema che funziona, e rende. E se arranca quello statunitense, figurarsi qual è la situazione in Europa, e nella disastrata Italia, dove i quotidiani sono sempre stati strumenti di interesse in mano a editori “impuri”.

 

“Ferito e zoppicante, in dubbio sul proprio futuro, il giornalismo americano – scrive Shafer - sembra aver perso una qualità che lo ha portato avanti in un secolo e mezzo di prove: la sfrontatezza”. Shafer, in realtà, parla di “Swagger”, un termine intraducibile che sta a significare la spavalderia, la baldanza con cui cammina qualcuno che sa di essere figo.

 

ROBOT GIORNALISTA - IMMAGINE CREATA DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI MIDJOURNEY

“È la pratica giornalistica che uccide il conformismo, spesso in barba all'autorità e alle consuetudini, di raccontare una storia vera nella sua completezza, a prescindere da chi possa offendere”, la definizione che usa Shafer.

 

“Fa sì che alcuni si abbonino e altri si cancellino, e dà ai giornalisti il coraggio e la direzione necessari per fare il loro lavoro migliore. Un tempo la ‘sfrontatezza’ era il biglietto da visita del giornalismo, ma negli ultimi decenni è stata messa da parte. In alcune sedi, i giornalisti fanno il loro lavoro con la passione di un contabile, e questo si vede nei loro testi prudenti, pasticciati ed equivoci. Invece di assaporare la polemica, le redazioni odierne rifuggono dal pubblicare storie vere che potrebbero causare "danni" - termine moderno che copre tutti i disagi emotivi - o, peggio ancora, che potrebbero offendere interessi potenti”

 

DONNA IN EDICOLA

L’abitudine, internet, la censura preventiva, tutti macro argomenti che hanno ucciso il giornalismo di qualità? “Ogni generazione di giornalisti che invecchia deve essersi lamentata, prima o poi, della scomparsa della spavalderia. Ma questa volta il calo è dimostrabile. Un recente articolo di Max Tani su Semafor attribuisce la nuova timidezza alle minacce legali dei soggetti delle notizie.

 

‘Nel 2024, negli Stati Uniti d'America è più difficile che mai far uscire una storia difficile’, scrive Tani, citando il rischio di cause legali e l'aumento dei premi assicurativi. La nuova equazione ‘ha dato ai personaggi pubblici una crescente influenza sui giornalisti che sono sempre più portatori della loro acqua’.

 

DIFFUSIONE QUOTIDIANI GENNAIO 2024

Forse il segno più evidente della mancanza di spavalderia è il fatto che nessuno si è alzato per sostituire il defunto Christopher Hitchens nel circuito delle conferenze, nei notiziari via cavo, nei libri e nelle pagine delle nostre migliori pubblicazioni. Se oggi risorgesse, chi lo assumerebbe? E se lo facessero, quanto tempo ci vorrebbe perché il personale chieda ai capi di licenziarlo”?

 

pete hamill new york post 1993

Ma la perdita di “spavalderia” è anche e soprattutto una questione di numeri, secondo Shafer: “Una generazione fa, la professione faceva leva sul potere culturale di impiegare quasi mezzo milione di persone solo nel settore dei quotidiani. Ora, più di due terzi dei posti di lavoro dei giornalisti di giornali sono scomparsi dal 2005, ed è ampiamente accettato che la tendenza continuerà nei prossimi decenni, quando altri giornali e riviste vacilleranno e scivoleranno nel cimitero delle pubblicazioni.

 

STAMPANTE DI QUOTIDIANI

Ma la perdita non riguarda solo il numero di persone. L'approccio psicologico dei giornalisti al loro lavoro è cambiato. Un tempo i direttori dei giornali delle grandi città, come Ben Bradlee del Washington Post, si muovevano nelle loro proprietà come colossi, impartendo ordini e ottenendo deferenza da ogni parte.

 

Oggi i direttori di giornali sono vestiti con l'aura scialba e accomodante di un burocrate, spesso indistinguibile dagli editori per cui lavorano. Questi top editor, che un tempo governavano i loro collaboratori con una sicurezza tirannica, ora indietreggiano e rabbrividiscono di fronte alla prospettiva di rivolte in redazione come quelle che abbiamo visto alla NBC News, al New York Times, alla CNN e altrove. Potremmo definire queste rivolte come segni di spavalderia, ma ci sbaglieremmo. La vera spavalderia si trova nelle opere di giornalismo, non nelle proteste per le assunzioni o per la pubblicazione di un articolo controverso.

 

giornali

Spesso ‘strozzati’ dai loro direttori, i giornalisti di oggi si trovano anche a combattere un secondo fronte contro i politici che ora dirigono campagne contro di loro tanto quanto contro i loro avversari. Anche l'opinione pubblica sembra odiare i giornalisti, che in molti sondaggi emergono come una categoria non degna di fiducia. All'interno delle redazioni, devono affrontare linee guida che hanno costantemente ampliato il loro manuale di stile di parole vietate, in una crociata per ridurre a zero le possibilità che i lettori si offendano per le notizie.

 

katharine graham e ben bradlee editore e direttore del washington post 1971

La perdita di spavalderia ha lasciato i lettori a lottare per decifrare pezzi che sembrano essere stati riportati attraverso un velo o, peggio ancora, suonano come se fossero stati prodotti dal dipartimento di affari pubblici di un'agenzia di livello governativo. Che cosa ha portato via la spavalderia, e possiamo recuperarla?”

 

Con il cambiamento del business, è cambiato anche il modo di lavorare: zero spazio alle iniziative personali, con i capi che insistono nel trattare i dipendenti come “miracolati” per il solo fatto di avere un lavoro. Come dice Steve Chapman, ex editorialista del “Chicago Tribune”, "Gli egocentrici non dovevano preoccuparsi di far arrabbiare i loro capi perché potevano attraversare la strada per andare a un giornale concorrente. Negli anni '70 Chicago aveva quattro quotidiani", afferma. “Il giornalismo, aggiunge, è diventato un mestiere per intellettuali con una formazione universitaria e ha messo da parte i ragazzi della classe operaia che un tempo entravano nel mondo del lavoro come copisti o redattori”.

 

ROBOT GIORNALISTA - IMMAGINE CREATA DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI MIDJOURNEY 1

“Invece di redattori e reporter che risolvono le loro divergenze in battaglie accanite, i giornalisti di oggi siedono a sessioni di Zoom. "Quaranta o cinquant'anni fa, un articolo mal concepito non sarebbe stato un disastro", dice Chapman. "Oggi può esserlo. Chiedete a James Bennet". Bennet, come si ricorderà, fu ingiustamente cacciato dal New York Times per aver pubblicato le parole di un senatore degli Stati Uniti. Essere costretti a scrivere e modificare, guardandosi sempre alle spalle, "incoraggia il conformismo e la cautela, l'antitesi della spavalderia", avverte Chapman.

 

 

Senza considerare il declino inesorabile dei settimanali “alternativi” di spessore, come Time, Newsweek, Saturday Evening Post: in generale è l’autorevolezza che manca, anche per i quotidiani più rispettabili.

 

studenti di giornalismo intervistano obama 2016

Scrive Shafer: “Il Washington Post parlava a tutti, dal presidente all'impiegato dell'ufficio postale, e poteva vantarsi di avere come  abbonati il 65% delle famiglie dell'area metropolitana. Tutti ascoltavano. Ora, lo status della stampa come autorità rispettata è evaporato, e i giornalisti lo sanno.

 

L'allontanamento dei lettori ha portato alla causa principale del declino del giornalismo: la mancanza di pubblicità. È un errore parlare di "business del giornalismo" quando la funzione principale di giornali e riviste è stata, per tanto tempo, quella di trasmettere il messaggio della pubblicità di massa.

 

ultimo numero del rocky mountain news 2009

Quando gli inserzionisti hanno capito che la pubblicità su Internet era molto più efficace e spesso più economica di quella sulla carta stampata, hanno disertato luoghi come Google e Facebook che non avevano bisogno di notizie per attirare quegli occhi. Se un tempo la pubblicità rappresentava l'80% delle entrate della maggior parte dei giornali nel loro periodo di massimo splendore, le entrate da diffusione e quelle da pubblicità si equivalgono in tutto il settore.

 

In posti come il New York Times, oltre il 60% delle entrate proviene dai lettori. Il calo della diffusione ha seguito logicamente il calo della pubblicità nei quotidiani, un terzo dei quali ha chiuso i battenti dal 2005. Una generazione fa, le buone entrate davano alle pubblicazioni le risorse per combattere le battaglie legali. Oggi questo è meno vero”.

 

hunter thompson emblema di dissolutezza

Giornali meno autorevoli, e in generale un panorama media più frammentato e dispersivo, porta come conseguenza un aumento della polarizzazione, e dello scontro (che inevitabilmente, porta più “notiziabilità”). Il tutto, a sua volta, genera sfiducia nel sistema, in un circolo vizioso che fa perdere ancora più credibilità ai cronisti.

 

Scrive Shafer: “Per molti anni, i giornalisti sono stati generalmente ammirati. Ma grazie, in parte, a una caduta di status e agli attacchi sempre più irrazionali di politici come Donald Trump, oggi i giornalisti vengono regolarmente derisi in occasione di eventi pubblici come comizi e manifestazioni.  Gli agenti di polizia, gli insegnanti e persino i medici spesso soffrono di più. Ma per i giornalisti la caduta è stata spettacolare e sembra non avere fine”.

 

GIORNALISTI SOSTITUITI DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2

Anche perché i giovani, soprattutto la Generazione Z, e in parte i millennial, sono stati cresciuti in un’era di “ottimizzazione” e performance: “Possiamo sorprenderci che un sistema del genere abbia prodotto generazioni di giornalisti che descrivono senza sosta tutto ciò con cui non sono d'accordo come disinformazione e che vogliono controllare e regolare tutto come la temperatura della stanza in un programma di arricchimento del doposcuola?".

 

Il che si ripercuote sui tanto decantati programmi di giornalismo nelle università, sempre meno appetibili (tanto che alcuni atenei li stanno proprio cancellando) e però sempre più “militanti” e rappresentativi della stessa ideologia woke e censoria che è in qualche modo, una delle cause della scomparsa dello “swagger”.

 

politicamente corretto

Ma con l'atrofizzarsi delle istituzioni che producono giornalisti - scuole di specializzazione e piccole pubblicazioni - c'è il rischio concreto che la cultura delle redazioni si sposti verso una mentalità più “temperata”, portando via con sé la spavalderia.  Mentre le opportunità del giornalismo continuano a diminuire, le menti più acute e polemiche che fanno i migliori giornalisti saranno ancora attratte da questo mestiere? Senza le ricompense di status che i suoi lavoratori riscuotono, chi vorrà il lavoro che era così attraente per le generazioni precedenti? "Guardando indietro a una vita mal spesa, mi convinco sempre di più che mi sono divertito di più a fare il giornalista di cronaca che in qualsiasi altra impresa", scrisse il giornalista H.L. Mencken nel 1946. "È davvero la vita dei re".

 

politicamente corretto

Quindi, che fare? Rassegnarsi al declino? Secondo Shafer, che cita alcuni esempi come Matt Taibbi, Bari Wiess, Matt Yglesias, una soluzione potrebbe essere “Substack”, la piattaforma per creare newsletter personali a pagamento. Ma l’obiezione è presto fatta, specie per Paesi come l'Italia, dove l'informazione non è mai stata vista come un bene primario, ma come un lusso per le elite: se i lettori sono abituati ad avere una dieta mediatica gratuita, perché dovrebbero abbonarsi per avere le stesse informazioni che potrebbero avere senza sganciare un dollaro?

 

jimmy breslin festeggia il pulitzer 1986

L’esperto editorialista del Chicago Tribune, Steve Chapman, è pessimista: "Il giornalismo è così frammentato e i lettori, gli spettatori e i profitti sono così difficili da ottenere che i giornalisti devono essere più attenti al loro pubblico", afferma. "Per certi versi, il giornalismo è migliore di un tempo, con standard più elevati di scrittura, etica, responsabilità e analisi. I giornalisti sono generalmente più rispettosi e sensibili nei confronti di gruppi che un tempo venivano ignorati o denigrati. Non voglio tornare ai vecchi tempi. Ma abbiamo perso alcune qualità che rendevano il giornalismo divertente".

 

Conclusione di Politico: “Come i piloti di caccia, i giornalisti devono essere ben addestrati e sicuri di sé, ma senza essere dei cowboy. La mitezza produce un giornalismo grigio e non più gustoso. Se il giornalismo vuole riconquistare il suo antico - e legittimo - status, deve innanzitutto ritrovare la sua spavalderia”

quotidiani italiani 2quotidiani italiani

 

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