arbore boncompagni 9

BANDIERA GIALLA CELEBRATION: QUANDO ARBORE E BONCOMPAGNI CREARONO LA "SWINGING ROME" - IL 16 OTTOBRE DI 60 ANNI FA ANDAVA IN ONDA SU "RADIO2" LA PRIMA PUNTATA DI “BANDIERA GIALLA”, IL PROGRAMMA A BASE DI POP, ROCK, FOLK, BEAT E MUSICA LEGGERA INNOVATIVA. UN FENOMENO DI COSTUME CON RAGAZZI SCALMANATI (TRA CUI DAGO, CLEMENTE MIMUN, PAOLO ZACCAGNINI, BARBARA PALOMBELLI, MITA MEDICI, LOREDANA BERTÈ) IN STUDIO CHE BALLAVANO E DECRETAVANO IL SUCCESSO DELLE CANZONI - LE SFIDE EPICHE FRA BEATLES E ROLLING STONES – ELVIS CHE NON VINSE MAI PERCHÉ ERA L'IDOLO DEI GENITORI - SALVATORI: "DA ALLORA SPARIRONO LE GARE FRA CANZONI ALLA RADIO. PER LA VERITÀ IN RADIO SONO SPARITE ANCHE LE HIT" – VIDEO

 

Dario Salvatori per Dagospia 

 

“A tutti i maggiori di anni 18, a tutti i maggiori di anni 18, questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi. Ripeto: ai giovanissimi. Chi volesse, nonostante il nostro avviso, rimanere in ascolto, lo farà a proprio rischio e pericolo. Grazie. Sigla, prego”. 

arbore boncompagni bandiera gialla

 

Questo il categorico annuncio di Gianni Boncompagni (la sigla era “T Bird” di Rocky Roberts), preceduto da una sirena di allarme, messo in onda per la prima volta da RadioDue (all’epoca Secondo Programma) sabato 16 ottobre 1965 alle 17,40. Era nata “Bandiera Gialla”, il primo programma di musica giovane a base di pop, rock, folk, beat e musica leggera innovativa.  

 

Un programma con cui Renzo Arbore e Gianni Boncompagni rinnovarono la programmazione di Radio Rai mettendo in moto un fenomeno di costume. Per la prima volta in onda i dischi di Beatles, Rolling Stones, Beach Boys, Bob Dylan, Troggs, Donovan, Barry Mc Guire ma anche Rokes, Equipe 84, Nomadi, New Dada, Kings, Roby Crispiano, Patty Pravo, Caterina Caselli, spesso presentati in anteprima, ancor prima della pubblicazione.  

 

Di più. Mettendo in gara le loro ultime canzoni, con accanimento reale dei ragazzi in sala. Un programma sicuramente destinato ai giovani  - che lo scoprirono subito e alla terza puntata costituiva già un appuntamento irrinunciabile dalle 17,40 alle 18,30  - che certamente non svolgevano un ruolo passivo.  

 

renzo arbore dalida e gianni boncompagni foto marcello geppetti:foto marcello geppetti:mgmc

Anzi, erano loro, presenti in sala, con le loro urla  e il loro entusiasmo, a decretarne il successo. “Bandiera Gialla” era una gara fra dodici canzoni, divise in quattro gruppi da tre e i ragazzi in sala, alzando le loro bandierine gialle (ma soprattutto urlando, applaudendo e fischiando come in un concerto)  indicavano i quattro finalisti che poi si scontravano fra loro eleggendo il “disco giallo” della puntata, che aveva diritto a tornare in gara la settimana successiva.  

 

In questo modo vennero lanciati brani da n.1 in hit parade e fra i pluri-vincitori per svariate settimane da ricordare “Michelle” dei Beatles a “Paint it, black” dei Rolling Stones, “E’ la pioggia che va” dei Rokes, “29 settembre” dell’Equipe 84, “These boots are made for walking” di Nancy Sinatra, “Papa’s got brand a new bag” di James Brown, “Eloise” di Barry Ryan.  

Bandiera gialla 65 - Boncompagni

 

Il programma andò in onda fino al 1970 – quando la coppia Arbore-Boncompagni era già alle prese con “Alto gradimento” – fungendo da apripista ad una serie di programmi musicali destinati alla musica anglo-americana, da “Per voi giovani” a “Count down”, da “Supersonic” a “Popoff”. Questa trasmissione così innovativa fece bene alla radiofonia ma anche alla discografia. 

 

 Basti pensare che tutti i dischi che vincevano a “Bandiera Gialla” presentavano un triangolino sulla copertina con su scritto “disco giallo”, ovvero un sicuro attestato di eccellenza che ne consolidava le vendite. Il successo del programma marciò di pari passo con la sua ubicazione, dal piccolo studio M (una sorta di sottotetto della sede storica di via Asiago), dove erano ammessi una trentina di ragazzi, allo studio A, dove i ragazzi diventarono duecento. 

 

renzo arbore roberto d agostino

Gli ultimi due anni il programma si registrava all’Auditorium del Foro Italico con duemila scalmanati in sala. Epiche le sfide fra Beatles e Rolling Stones, che potevano vantare fans informatissimi e disposti a tutto; di fatto tutti i dischi pubblicati dai due gruppi dal 1965 al 1970 divennero “dischi gialli”.

 

Intanto Arbore e Boncompagni guardavano avanti e con il primo affievolirsi del beat e della musica inglese, lanciarono il soul e il rhythm and blues, generi musicali fino ad allora poco conosciuti e mai trasmessi, contribuendo alla popolarità italiana di assi quali James Brown, Otis Redding, Wilson Pickett, Joe Tex, Solomon Burke, Aretha Franklin, Diana Ross, Ike & Tina Turner e molti altri ancora. Da ricordare anche quelli che incisero in italiano i loro successi, da Stevie Wonder ai Four Tops. 

rocky roberts canta la sigla di bandiera gialla

 

 Arbore e Boncompagni portarono fortuna e in qualche modo tennero a battesimo anche molti dei ragazzi che affollavano “Bandiera Gialla” per ballare e ascoltare la loro musica preferita in anteprima. Qualche nome: Renato Zero, Giancarlo Magalli, Roberto D’Agostino, Clemente Mimun, Paolo Zaccagnini, Albertino Marozzi, Lalla Frazzi, Barbara Palombelli, Mita Medici, Carla Vistarini, Valeria Ciangottini, Loredana Bertè, Marzia Straulino. Giuliana Valci, Donatella Turri e tanti altri. 

 

“Bandiera Gialla” costituì la nostra educazione sentimentale, la socialità giovanile, la capacità di rallentare i freni inibitori, ballare per la prima volta in uno studio radiofonico, ascoltare in anteprima dischi non ancora pubblicati in Italia, addirittura votarli secondo i propri gusti. Una rivoluzione. Non tutte le ragazze avevano la possibilità di frequentare il “Piper” e farlo di pomeriggio non era la stessa cosa. Quando salivamo quelle scale di via Asiago, così imponenti e minacciose, per raggiungere la sala A ci sentivano eletti, consapevoli, consci di svolgere un ruolo.

 

roberto d agostino ugo porcelli maurizio riganti

Solo il cast del programma poteva accedere agli ascensori, a noi toccavano le scale, perfette per imbastirvi i primi flirt. Molti di noi, gli abituali, facevano da ciceroni e chi era lì per la prima volta, suggestionati dalle foto di Pippo Barzizza e Cinico Angelini, che ci sembravano due nonnetti. Il programma si registrava fra il mercoledi e il giovedi pomeriggio, dunque volendo potevamo già divulgare il prossimo “disco giallo” in onda tre giorni dopo. Nessuno ci chiese l’embargo e a noi non importava un fico secco. E’ chiaro che il giorno dopo, in classe, chi poteva dire che “Let’s spend the night together” aveva stracciato “Penny Lane” poteva tirarsela eccome. 

ugo porcelli maurizio riganti

 

(...)

Il 1967 è certamente l’anno della consacrazione  di “Bandiera Gialla”. Il programma riesce a fare il botto, appena dopo un anno, Gianni Boncompagni, sempre vestito tutto di nero, con il suo parlar velocissimo come usavano i d.j. di allora e soprattutto con un fluido inglese, è l’idolo dei giovani che vogliono fare questo mestiere.

 

Durante l’estate 1966 la Rai affida un nuovo programma radiofonico anche a Renzo Arbore, “Per voi giovani”. Un appuntamento pomeridiano, a fascia, ovvero dal lunedi al venerdi, con il quale i giovani imparano a fare i compiti mentre lo ascoltano.

 

renzo arbore dario salvatori

Ma il vero successo arriva dalle canzoni messe in orbita da “Bandiera Gialla”: “Ragazzo triste”(Patty Pravo) “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”(Rokes), “Ho in mente te”(Equipe 84), “These boots are made for walking” (Nancy Sinatra), “Che colpa abbiamo noi” (Rokes), “Gimme some loving” (Spencer Davis Group), “Winchester Cathedral” (New Vaudeville Band), “E’ la pioggia che va”(Rokes) e dozzine di altre. Canzoni che probabilmente, prive dell’ormai rituale appuntamento del sabato pomeriggio, non avrebbero avuto lo stesso successo. 

 

Intanto la Sala A di via Asiago si riempie sempre più di manager, discografici, impresari, addetti ai lavori che in qualche modo cercano di intercettare l’universo giovanile. 

 

marilisa merolla e dario salvatori

Nelle ultime puntate del 1966 mi capita di parlare qualche volta con Luigi Tenco. Aveva lasciato la Ricordi di Milano ed era approdato a Roma alla Rca. Era molto amico di Renzo Arbore e diverse volte mi capitò di vederlo in studio. Toccare “il Caso Tenco” è sempre una polveriera e non vorrei certo essere io ad accendere la miccia, ma poiché credo che siano rimasti in pochi i colleghi in grado di averlo conosciuto (Mara Maionchi, Bruno Voglino, Mimma Gaspari, Fabrizio Zampa e lo stesso Arbore)  ci tengo a ricordare che nel 1964 Luigi Tenco prese parte ad un programma di Raiuno condotto da Arnoldo Foà e da Renata Mauro (a cui toccò presentare quella disgraziata edizione 1967 del Festival di Sanremo). In quel programma  la figura di Tenco, “Il Gigi”, era quello di interpretare il ruolo del “ragazzo introverso, pieno di problemi irrisolti, intellettuale triste, sempre teso ad una continua ricerca interiore”;  in contrapposizione all’”Emilio” (Emilio Pericoli), “estroverso, ottimista, scanzonato e superficiale”. Come dire che Tenco interpretava il personaggio dell’introverso all’interno di una politica televisiva di esaltazione giovanile. L’impressione è che per lui interpretare un ruolo in un film di Pasolini o “Il Gigi” fosse la stessa cosa.

 

gianni boncompagni renzo arbore roberto d agostino

Il rispetto degli addetti ai lavori e degli intellettuali e di molti colleghi lo aveva già, ora rincorreva il popular e il grande successo, come del resto aveva fatto il suo amico Gino Paoli, e come faranno Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e altri. Da quei brevi scambi di battute  che riuscii ad ottenere   notai  che voleva sempre sapere perché a noi ragazzi piacesse così tanto la musica inglese e americana. Non mi sembrò mai introverso. Voleva conoscere le ragazze che ballavano, dimostrare la sua competenza nel rock, parcheggiando sempre la sua spider sotto a via Asiago. 

 

locandina

Con il 1967 cambiano anche i balli. Si sdoppia lo shake ma tutti ballano jerk, più stiloso e sofisticato. In pista c’è chi conosce a memoria il vecchio skake inglese (quello che ballava sul palco Mick Jagger), ma pochi riescono a mettere in croce  i passi del nuovo shake. Al “Piper” furoreggia l’under-dog, ma in radio non funziona. Ma bisogna attrezzarsi, visto che ci sono delle puntate in cui compaiono insieme: Wilson Pickett, James Brown, Otis Redding, Salomon Burke, Salomon King, Jr. Walker, King Curtis, Supremes, Martha & The Vandellas, Four Tops.

 

gianni boncompagni e renzo arbore all universita la sapienza (2)

La rivalità fra la Tamla Motown(Detroit) e la Stax(Memphis) è fortissima. Noi ci difendiamo con il see-saw ma acchiappare il levare è difficile, allora qualcuno, più di braccia che di gambe, ripropone il mash-potatoes, in verità in auge già nel 1964. I coreografi professionisti sono in affanno. Arrivano a via Asiago, un po’ di soppiatto, Don Lurio e Franco Estill. Non a caso  Renato Zero e Loredana Bertè entreranno proprio nel team di ballerini di Estill. Arriva anche  Mariano Laurenti, regista di musicarelli, e in poche settimane mette in piedi il film “I ragazzi di Bandiera Gialla”, un affastellamento di cantanti, qualcuno lontano dal mondo beat (Marisa Sannia, Renata Pacini, ecc.), altri strettamente legati al filone (Rocky Roberts, Patty Pravo, Lucio Dalla, Gian Pieretti, Mal e i Primitives, Idoli, Sorrows, Renato Zero, Equipe 84, Gianni Pettenati).

renzo arbore con gianni boncompagni

 

Quest’ultimo fu al centro di una interessante vicenda. La sua canzone, “Bandiera Gialla”, sull’onda del film e della trasmissione radiofonica, ebbe un grandissimo successo. Era la cover di  “The pied piper”, lanciata dal cantante inglese Crispian St. Peters ( prima di lui dai Changin’ Times, ovvero i due compositori del brano,  Steve Dubff e Artie Kornfeld, quest’ ultimo uno degli organizzatori del festival di Woodstock). 

 

Più di mezzo ambiente musicale italiano sembra ruotare intorno a questa trasmissione. Rocky Roberts  si piazza al n.1 con “Stasera mi butto” (grazie anche a “Studio Uno”), stesso discorso per Patty Pravo con “Ragazzo triste” e “Qui e là”, Mal azzecca “Yeahh” e lascia i Primitives, Ricky Shayne centra una doppietta con “Uno dei Mods” e “Vi saluto amici Mods”, grande successo per l’Equipe 84 con “29 settembre” e “Mi si spezza il cuor” (“Take a heart”) mette in risalto gli inglesi Sorrows. 

 

Diamo un’occhiata alla scaletta della puntata del 29 aprile 1967: 

 

1)        A piedi scalzi  -  Roby Crispiano 

2)        Born to be by your side  -  Brenda Lee 

3)        Why don’t you love me – Buckinghams 

4)        La follia -  Ribelli 

5)        Stasera mi butto  -  Rocky Roberts 

6)        No girls for me  -  Donald Lautrec 

7)        Yeahhh  -  Primitives 

8)        Smokes -   Question Mark & Mysterians 

9)        Come on, baby  -  Double Feature 

10)      A little bit me, a little bit you  -  Monkees 

11)      Oh that’s good, no that’s bad – Sam The Sham & The Pharaohs 

12)      29 settembre  -  Equipe 84 

 

copertina disco sigla bandiera gialla

Anche in questo caso nemmeno un pezzo sbagliato. A cominciare da “A piedi scalzi” di Roby Crispiano. Un brano folk scritto molto bene con la convincente timbrica del cantante, fin qui sconosciuto, che addirittura vinse la puntata. Molto coraggioso l’inserimento di Brenda Lee,una  validissima cantante americana, già nota negli anni Cinquanta, ma non certo adatta al pubblico di via Asiago. Per i Buckingham già valeva “la prova del lato B”, ovvero la fissazione di Arbore di girare il disco a provare ad ascoltare se fosse più interessante. Funzionò anche in questo caso, visto che la facciata A era “Dont’ you care”, in effetti meno interessante.

 

Ottima scelta la versione italiana di “Friday on my mind” degli australiani Easybeats, che nelle mani di Mogol e Vito Pallavicini diventa “La follia”. Pezzo storico, sia perché i Ribelli avevano abbandonato il Clan Celentano per passare alla Ricordi, ma soprattutto perché nella formazione entra un certo Demetrio Stratos. Addirittura stupefacente  il caso di Rocky Roberts, l’interprete della sigla di “Bandiera Gialla”. “Stasera mi butto” può essere considerato a tutti gli effetti il primo rhythm and blues italiano a scalare la hit parade, anzi arrivando al n.1. Una scommessa di Bruno Canfora, per dimostrare che anche un musicista classico, diplomato in oboe, e di grande esperienza jazzistica,  fosse in grado, soprattutto con la fantastica orchestra Rai di quegli anni, di confezionare un rhythm and blues con i break, sincopi e stop. 

la signora mostra il biglietto d ingresso dell epoca per assistere a bandiera gialla

 

 

Nel frattempo la Rai aveva dato molto credito, oltre a Renzo Arbore, ad altri disc-jockeys, tipo Adriano Mazzoletti, Anna Carini, Giancarlo Guardabassi, Lilian Terry, Renzo Nissim, Luigi Grillo e altri, tutti alla guida di trasmissioni valide e innovative. I successi che sfornava a getto continuo “Bandiera Gialla” si spalmavano su queste trasmissioni, oltre naturalmente all’interno della hit parade.

 

Anche i successi del 1968 furono numerosissimi: “San Francisco” (Scott Mc Kenzie), “The ballad of the Bonnie and Clyde” (George Fame), “Rain and tears” (Aphrodite’s Child), solo per rimanere ai brani stranieri, che per la verità erano quelli che il pubblico gradiva maggiormente.

 

Stesso discorso nel 1969: “Eloise” (Barry Ryan), “Tutta mia la città” (Equipe 84), “Il primo giorno di primavera” (Dik Dik), “Lo straniero” (Georges Moustaki). Nel 1970 Arbore e Boncompagni centrarono gli ultimi “dischi gialli”, ovvero: “Venus”(Shocking Blue), “It’s five o’ clock” (Aphrodite’s Child), “Fiori rosa fiori di pesco” (Lucio Battisti).

 

Ma i due non persero mai il fiuto. “Bandiera Gialla” chiuse con il palinsesto primaverile del 1970. Ma appena due mesi dopo, in quello estivo, erano già i mattatori di “Alto Gradimento”, altro programma seminale, da dove spedirono al n.1 “In the summertime” dei Mungo Jerry e “Neanderthal man” degli Hotlegs, due gruppi fino a quel momento ignoti. 

BONCOMPAGNI BANDIERA GIALLA

 

Da allora sparirono le gare fra canzoni alla radio, forse per via dei discografici che non le amavano troppo, anzi le temevano, in compenso si riprodussero a catena quelle televisive, ahimè senza mai un guizzo o una trovata. 

 

Per la verità in radio sono sparite anche le hit, che oggi potrebbero attestare molto di più che le semplici vendite, ma nessuno ha colto la palla al balzo. Da due anni conduco un programma quotidiano su Radiouno, lancio la mattina un sondaggio-gara, telefonico e social  insieme e vedo che il pubblico si scatena, ha voglia di farsi sentire, di dire la propria, ad ogni età. 

 

Nel 2005, con tutto il gruppo “Radioscrigno” organizzammo una serata evento per i 40 anni di “Bandiera Gialla”, riuscendo a trovare anche personaggi che non erano più in giro da tempo. A me toccò l’impegno maggiore, quello di riunire le due diverse personalità dei due inventori, ormai da tempo miei carissimi amici. Feci anche il ruolo di Gianni Boncompagni “urlatore” e con il labbro tremebondo e l’occhio lucido mi feci coraggio, anche se avevo proprio loro due in prima fila.

RENZO ARBORE GIANNI BONCOMPAGNI

 

Quando mi toccò rammentare il classico: “A tutti i maggiori di anni 18, a tutti i maggiori di anni 18…..” . Mi avvicinai a Gianni, chissà dove presi il coraggio. Alla fine, quell’adorabile canaglia che era mi disse: “Ma che bravo, sei andato tutto a memoria! Pensa che io ogni volta dovevo leggere tutto!”. Certo,  come se non fossi mai stato alle registrazioni, rendendomi conto che quel jingle era registrato e lui entrava sugli applausi. 

 

C’è ne fossero ancora, bugiardi così ricchi di talento. 

 

Dario Salvatori   aka  Rovista la Radio 

 

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