BRUTTOCCHIO - “LA CRITICA DI UN MEMBRO DELLA GIURIA AL CINEMA ITALIANO CHE SAREBBE TROPPO PROVINCIALE, AUTOREFERENZIALE, NON SI OCCUPEREBBE DI TEMI UNIVERSALI. ORA IO DI QUESTA IMBECILLITÀ NE HO PIENE LE SCATOLE. L’EUTANASIA E’ FORSE UN TEMA PROVINCIALE? BASTA. MA NON CI VENGANO A DARE LEZIONI SU COSA GLI ITALIANI DOVREBBERO RACCONTARE AL CINEMA” - E VAI CON IL GOSSIP SUL PRESIDENTE DELLA GIURIA MANN: DALLA FURIA CONTRO L’AUTISTA CHE NON GLI PIACEVA ALL’INDIGNAZIONE PERCHÉ LA GIURIA NON AVEVA A DISPOSIZIONE UN ASCENSORE RISERVATO...

1- NATALIA-SPIA
Natalia Aspesi per "la Repubblica"

.......
Si racconta che la notte scorsa per cercare di ottenere un premio per Bellocchio, sia stato fatto una specie di assedio alla giuria: inutilmente. Ha commentato uno di loro: «Voi italiani vi guardate sempre l'ombelico, siete chiusi nelle vostre storie, nei vostri eventi, i vostri film sono autoreferenziali, li capite solo voi. Il cinema deve parlare al mondo, deve proporre temi universali, come lo erano quelli della tragedia greca. Tutti i film scelti dalla giuria sono comprensibili ovunque, e sono piaciuti anche al pubblico e ai critici qui alla Mostra».


2- LO SFOGO DI BELLOCCHIO: NON DATEMI LEZIONI DI REGIA...
Maria Pia Fusco per "la Repubblica"

Ha saputo che Bella addormentata non avrebbe avuto premi dalla giuria guidata da Michael Mann, la prima reazione di Marco Bellocchio è stata di nobile distacco: no comment, telefono staccato. Aveva presentato il film a Udine, aveva ricevuto una magnifica accoglienza.

E il giudizio del pubblico era un valore sufficiente a superare la delusione di Venezia. Ieri mattina ci ha ripensato, ha parlato con tono niente affatto distaccato. Comincia con un dato di fatto - «Ho partecipato alla competizione e sono stato sconfitto. Questa è un'indubbia verità. Era nel conto». E continua: «Lamentarsi, no. Ora mi viene in mente un po' scherzosamente di Charles Aznavour nella versione italiana e quel passaggio "la dignità devi salvarla malgrado il male che tu senti, devi partir senza tornar..."».

Poi, e finalmente, recupera la vivacità dell'autore, maestro nel raccontare la ribellione contro la stupidità e l'ingiustizia: «La sola cosa che mi viene in mente è la critica, pare di un membro della giuria, rivolta al cinema italiano che sarebbe troppo provinciale, autoreferenziale, non si occuperebbe di temi universali. Ora io di questa imbecillità ne ho piene le scatole.

L'eutanasia, la tragedia o il dramma del fine vita sono forse un tema provinciale? Accetto la decisione della giuria (avendo accettato di partecipare al concorso) che ha giudicato secondo una sua idea di bellezza: i film premiati erano i più belli. Basta. Ma non ci vengano a dare lezioni su cosa gli italiani dovrebbero raccontare al cinema».

E prosegue: «A rafforzare questo che sto dicendo mi pare che ci siano degli autorevoli giornali internazionali che hanno capito e apprezzato e riconosciuto la qualità del mio film, come ho affrontato dei temi che sono comprensibili e che sanno emozionare anche un pubblico che non è italiano. Sto per andare a Toronto, uno dei festival più importanti del mondo, dove la presenza dei film italiani è numerosa e dimostra quindi che essi vengono apprezzati nelle vetrine internazionali. E poi Busan, Mosca, Londra, Rio, sono già più di dieci i festival internazionali che hanno invitato il film....».

Del resto a smentire qualunque accusa di provincialismo basterebbe una scorsa alla stampa straniera. L'autorevole Time titola il resoconto finale della Mostra con "Viva Venezia! La celebrazione cinematografica più piacevole del mondo", il Financial Timessottolinea il taglio eccentrico: "Dal super- trash psichedelico alla serissima esplorazione del tema dell'eutanasia, è tutto benvenuto alla Mostra".

Il tedesco Die Weltelogia il ritorno di Alberto Barbera "che ha messo in concorso alcuni veri gioielli" e la critica entusiasta di Le Monde a Bella addormentata, The Indipendent che definisce il festival "una cascata di qualità". Sulle scelte della giuria si è espresso ieri anche Alberto Barbera, che con il presidente Baratta ha tenuto il tradizionale incontro di fine Mostra.

«Anche dopo Cannes i francesi hanno discusso un mese accusando la giuria di non aver premiato un loro film ma Garrone. Io posso solo dire che il film di Bellocchio è piaciuto tantissimo, altrimenti non lo avrei messo in concorso». Barbera difende anche l'atteggiamento di Michael Mann, che avrebbe "zittito" il giurato Matteo Garrone, un atteggiamento «che mi era stato annunciato da lui stesso prima della conferenza stampa: "Impedirò a chiunque di fare domande ai singoli giurati per tutelare la privacy delle decisioni", aveva detto». Anche Garrone respinge il rimprovero di non aver sostenuto il cinema italiano: «Intanto due premi su otto ci sono.

E non c'è uno dei miei colleghi giurati che sia d'accordo su tutti i premi che abbiamo assegnato. La giuria è un lavoro complicato, di insieme, non c'è niente di oggettivo. Con gli stessi 18 film un'altra giuria avrebbe magari fatto vincere il film di Mendoza che noi non abbiamo premiato».

Quanto a Bella addormentata, «chiariamo che sono amico di Bellocchio e lo ammiro. Nell'esprimere delusione per un mancato premio all'Italia, siamo provinciali, perché un film in una giuria deve trovare più di un consenso, e non che potevamo metterci a leggere le recensioni o farci influenzare dagli applausi. Un festival è un po' una lotteria, le decisioni sono di pancia, di gusti personali. E io sono stato solo uno degli otto giurati».

Come Barbera, che ha definito Michael Mann un giudice imparziale - «Ho seguito la giuria, è stata di una tranquillità eccezionale, una giuria democratica e rispettosa. Mann non ha imposto nessun premio, anzi ne ha subito qualcuno » - anche Garrone parla di correttezza. Ma non deve avere vissuto un'atmosfera così tranquilla se la sua conclusione è «Non farò mai più il giurato soprattutto in un festival italiano». Quanto a Mann "sincero democratico", chissà che ne pensa chi alla Mostra ha subito i suoi capricci: dalla furia contro l'autista che non gli piaceva all'indignazione perché la giuria non aveva a disposizione un ascensore riservato.

 

 

MICHAEL MANNBELLOCCHIO A VENEZIA jpegLA BELLA ADDORMENTATA DI BELLOCCHIO LA BELLA ADDORMENTATA DI BELLOCCHIO ISABELLE HUPPERT NE LA BELLA ADDORMENTATA DI BELLOCCHIO ALBA RORWACHER IN Bella addormentata DI BELLOCCHIO matteo garrone

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...