LA CANNES DEI GIUSTI - MENTRE SI PARLA DI CAPOLAVORO PER “MR. TURNER” DI MIKE LEIGH E PER IL SUO PROTAGONISTA TIMOTHY SPALL, LA VERA MERAVIGLIA SI VEDE AL MERCATO. “UN RAGAZZO D’ORO” DI PUPI AVATI CON RICCARDO SCAMARCIO E SHARON STONE. TRASH PURO

Marco Giusti per Dagospia

Notizie da Cannes. Intanto, la stampa inglese è impazzita per "Mr. Turner" di Mike Leigh e per il suo protagonista Timothy Spall. Non poteva essere altrimenti. Un grande eroe romantico, un linguaggio dickensiano, il recupero dei mari e dei cieli tempestosi d'Inghilterra, un sano approccio all'arte. Cinque palle per quasi tutti, da Peter Bradshaw di "The Guardian" a "Time Out", impazzito anche Scott Foundas. Già si parla di capolavoro.

Le cose non vanno invece troppo bene coi due primi due film di "Un certain regard" oggi. "Party Girl", film di apertura della sezione, diretto a sei mani, cioè da Marie Anachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis è un curioso film-realtà, oggi non si dice più così, su certa Angélique Litzenburger, signora sessantenne che tiene una specie di locale allegro sul confine franco-tedesco e decide di lasciare lavoro e professione di hostess per l'amore di un minatore in pensione, Michel, interpretato da Joseph Bour.

E lì le cose si complicheranno. La cosa curiosa è che Angélique è la mamma di uno dei tre registi, Samuel Theis, che compare anche nel suo ruolo di figlio, e la storia è proprio quella di sua mamma, un po' ricostruita con attori un po' no. Il tutto, anche se abbastanza divertente e di gran colore, funziona fino a un certo punto.

Funziona decisamente meno "Loin de mon pére", il film israeliano di Keren Yedaya, alla sua opera seconda, tratto da un romanzo dove assistiamo al rapporto incestuoso e violento tra un padre-padrone, Moshe, cioè Grad Tzahi, e sua figlia Tami, Maayan Turgeman. Vivono insieme, lui lavora e lei lo aspetta a casa. Poi lui torna, e la violenta dove vuole, anche attaccandola al frigorifero (Mr. Turner almeno violentava la domestica attaccandola alla libreria), poi la mena di brutto. Perché è pure parecchio stronzo.

Per contro lei cerca di tagliarsi le vene, si imbottisce di Kinder Bueno, e vomita a tutto spiano. Il padre la sgrida perché mangia schifezza, le fa vedere la sua immagine allo specchio di ragazza grassa e sfigata. Chiedersi perché no?

Ma il vero capolavoro del pomeriggio l'ho visto al mercato. "Un ragazzo d'oro" di Pupi Avati con Riccardo Scamarcio e Sharon Stone. Oro puro. Il padre di Riccardo Scamarcio è uno di quegli sceneggiatori della commedia sexy italiana ultratrash amati da "certa" critica giovane (ci siamo...). Il suo capolavoro, che la mamma Giovanna Ralli vede in tv e trova pure divertente, è addirittura "Dove vai se il vizietto non ce l'hai?" con Renzo Montagnani e Alvaro Vitali.

Il suo studio è pieno di foto di attori del genere sexy comico, da Lino Banfi a Edwige Fenech. Che meraviglia... Questo genio della sceneggiatura, tale Achille Bias, nome fittizio, si uccide a 65 anni (ma a quanti anni ha scritto i film perdonatemi? Sono tutti dei primi anni '80...) e torna da Milano per il funerale il figlio, Scamarcio appunto, che non ha mai amato i film scritti dal padre.

Eppure... Scamarcio, tornato nella casa paterna con mamma Giovanna Ralli (che non ha 65 anni...), scopre che il padre aveva un'amante più giovane (e di parecchio) e ancora in forma, certa Ludovica, addirittura Sharon Stone vestita Fendi in trasferta italiana, e scopre che il padre nascondeva una vena più alta e interessante, aveva scritto anche cose d'autore.

Addirittura una prima sceneggiatura, aveva solo 25 anni, per un film, "L'amore rinnegato", che avrebbe dovuto dirigere Enrico Maria Salerno se non avesse avuto il successo che ebbe con "Anonimo veneziano" (apoteosi...). Il giovane Scamarcio, anche se scocciato di capoccia e fidanzato con una corrucciata Cristiana Capotondi che fa la farmacista a Milano (boh?), decide di onorare il nome del padre e, con l'aiuto di un giovane cinefilo esperto in commedia sexy (esistono...), dopo un burbero avvio ("Non sarai di quelli che più un film è di merda e più gli piace?"), ritrova i pezzi mancanti del padre.

Ma il film che il regista amico del padre, tal Beppe Masiero, sorta di sotto Mariano Laurenti adorato da Tarantino e dai giovani cinefili delle brigate trashiste, ha appena tratto dalla grande sceneggiatura di papà, è una terribile commediaccia zozzona e il figlio si incazza pesantemente di fronte al pubblico ("Mi vergogno di questo film!") che lo prende per matto e al regista che dichiara alla stampa presente: "pensa come lo amerà il mio amico Tarantino!". Aiuto!!

Scamarcio, allora, forte della complicità e dell'amore di Sharon Stone, sempre vestita Fendi, si mette lui a scrivere il grande romanzo paterno. Impazzisce nell'operazione, lo rinchiudono in manicomio, ma farà vincere al padre, defunto, un tardivo Premio Strega con tanto di diretta tv con Achille Romita.

Malgrado le visite della Stone e della Capotondi, Scamarcio deciderà di vivere in manicomio. Cultone totale come ai bei tempi, è anche un grande film teorico sul rapporto di Pupi Avati con la serie B e gli adoratori di Tarantino. Anche se qui siamo più, come regia e dialoghi, davvero dalla parte di Tarantini (Michele Massimo).

Senza offendere nessuno. Non si capisce perché Scamarcio scriva sempre in pantofole. Imperdibile proprio per gli adoratori del trash. Per inciso, lo sceneggiatore di "Dove vai se il vizietto non ce l'hai?", diretto da Marino Girolami, è Carlo Veo. A Cesare quel che è di Cesare. Ha scritto pure "Kakkientruppen".

 

scamarcio stone un ragazzo d oro sharon stone sul set romano di un ragazzo d oro di pupi avati sharon stone sul set romano di un ragazzo d oro di pupi avati scamarcio stone un ragazzo d oro

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO