celentano

MA CELENTANO CI E’ O CI FA? IL RITRATTO AL VELENO BY PERNA: IL MOLLEGGIATO E’ PRONTO AL RIENTRO. ENTRO L'ANNO AVREMO UN' ALTRA DI QUELLE SERATE DEMENZIALI CON GLI ASSOLO DELL' ADRIANONE NAZIONALE. IL SOLITO COPIONE: LUI NEL CONO DI LUCE, IL BUIO INTORNO, LE SMORFIE CONTINUE, I SILENZI INTERMINABILI, LE PAROLE TRA IL SAPIENZIALE E LO SCIOCCO - LA LITE CON DON BACKY, IL PROCESSO TRENTENNALE E QUELLA CANZONE DI GABER- VIDEO

celentano

Giancarlo Perna per “la Verità”

 

Come i borbottii annunciano il risveglio del vulcano, le voci su Adriano Celentano ne anticipano il ritorno. Il guru della canzonetta è maestro nel defilarsi anni, farci chiedere «che fine ha fatto?» per poi ricomparire e dilagare anche troppo.

 

gino santercole adriano celentano

Direi che ci risiamo. Carlo Freccero, il profeta di Rai 2 ha dedicato la prima serata del 5 gennaio al festeggiamento delle 81 primavere di Adriano. Perché festeggiare un anniversario - gli 81 - non simbolico? Un indizio, appunto. Se Freccero, che è una lenza, ha solennizzato la data, gatta ci cova. Altro indizio: a fine gennaio e per diverse sere, Celentano sarà di scena su Canale 5.

 

Una presenza in spirito ma concreta. Infatti, Mediaset trasmetterà il cartoon, Adrian, con la storia del Molleggiato in versione fumetto.

Me lo sento: il rientro in carne e ossa è imminente. Entro l' anno, avremo un' altra di quelle serate demenziali con gli assolo dell' Adrianone nazionale. Il solito copione: lui nel cono di luce, la scena buia intorno, il corpo piegato, dritto, svitato, le smorfie continue, i silenzi interminabili, le parole tra il sapienziale e lo sciocco.

gino santercole adriano celentano

 

dai verdi a pisapia L' ultimo trattamento ci fu inflitto nel 2012, al festival di Sanremo.

ADRIANO CELENTANO

Introitò, per un paio d' ore di delirio, 700.000 euro che, dopo le polemiche, promise di dare in beneficenza. Il filosofema chiave fu: «Nel mondo c' è chi sa e chi non sa Io sa ragionando scopro che capisco meglio di quelli che ne sanno di più, che però in questo caso saprebbero meno, in quanto io ne so il doppio». Quando arrivò sul palco, di lui si sapeva che aveva votato per Giuliano Pisapia, sindaco rifondazionista di Milano. Era dunque lì in versione di sinistra. Era già stato verde, cattolico conservatore, cattolico progressista, vendoliano. Sul palco si esibì in veste di cattolico deluso. Rimproverò a due giornali chiesastici, il quotidiano Avvenire e il settimanale Famiglia Cristiana, di scrivere di politica anziché dei progetti di Dio. «Andrebbero chiusi», sentenziò. I direttori reagirono definendolo «piccolo attivista dell' ipocrisia». Vescovi e cardinali si arrabbiarono e pretesero «le scuse di Celentano», finendo nel ridicolo.

marina suma celentano

 

Lo Spirito Santo li aveva evidentemente abbandonati.

Celentano gongolò per il can can che lo elevava a maître a penser. Si permise così un' ultima impertinenza che a chiunque sarebbe costata una querela. Davanti a milione di spettatori, definì il critico tv, Aldo Grasso, «un deficiente che scrive idiozie sul Corriere della Sera». Grasso incassò senza un bai.

 

raffaella carra' e adriano celentano

Non so se per spirito sportivo o frenato dall' allora direttore del Corsera, Ferruccio De Bortoli, che di Celentano è estimatore intellettuale. Durante la sua direzione, gli mise a disposizione la prima pagina del giornale, per lenzuolate sul genere «c' è chi sa e chi non saio sa». Celentano appartiene, dunque, al cenacolo dei venerati maestri tv. Gli fanno compagnia i Roberto Saviano, Vittorio Sgarbi, sua eminenza Gianfranco Ravasi, Mauro Corona, Massimo Cacciari, altri. Di costoro, è forse il più simpatico. Certamente, il più ricco. La simpatia dipende dai gusti ma sul patrimonio, carta canta.

mara venier adriano celentano claudia mori

 

un impero economico Con la ferrea gestione della moglie, Claudia Mori, i Celentano -padre, madre e i figli ultracinquantenni, Rosita, Giacomo, Rosalinda - sono pascià. Possiedono 7 società tra immobiliari, discografiche, produzione tv. Oggi, Adriano è più vicino a Mediaset e i rapporti con la Rai sono laschi. Ma un tempo la famiglia viveva 365 giorni l' anno di proventi Rai, mentre investiva i guadagni delle canzoni per garantire una vita da nababbi ad almeno tre generazioni celentanesche di là da venire. Quando Adriano nacque a Milano nel 1938, la sua povera famiglia ne aveva viste tante. Papà Leontino, venditore ambulante, e mamma, Giuditta, sarta, erano saliti dalla Puglia per sbarcare il lunario.

celentano baudo jovanotti

 

Avevano 4 figli. Dopo un buco nell' acqua in Piemonte, la famiglia si trasferì nella meneghina Via Gluck, dietro la Stazione Centrale. Intanto, la figlia minore, Adriana era morta di meningite. Così quando venne alla luce il quinto e ultimogenito, gli fu dato il nome della sorellina. Poiché i genitori erano già anziani, Giuditta commentò: «Quest' è figghie di vicchie, addà murì». Il figlio visse ma il babbo spirò, quando il ragazzino aveva 12 anni.

 

il re degli ignorantiPer aiutare la famiglia, lasciò la scuola, con la sola licenza elementare, e fece il garzone da un orologiaio. Poi, scoprì il rock' n 'roll, «beccheggio e rullio», una musica che arrivava dagli Usa. Sentirla e trovare la sua strada fu tutt' uno.

celentano bella mogol

Emblema del rock era Jerry Lewis, strampalato comico americano.

 

Adriano trovò in lui l' anima gemella e si specializzò nell' imitazione.

Si agitava come il modello, pareva sbullonato ed ebbe il nomignolo di Molleggiato. Creò una sua band con Enzo Iannacci, Giorgio Gaber e Luigi Tenco. Andò in tv, la bucò e in breve divenne tanto noto che, mentre faceva il servizio militare, il ministro della Difesa in persona, Giulio Andreotti, gli concesse un congedo per partecipare al festival di Sanremo. Cantò 24.000 baci e vendette un milione di copie. Durante l' esibizione, sfidò il pubblico voltandogli le spalle e suscitando per la prima volta l' interrogativo che tuttora aleggia: c' è o ci fa?

celentano

 

alti e bassi nel cinema Adriano ha girato 45 film. Ebbe una parte anche nella Dolce vita. Di alcune pellicole è stato regista e fece fiasco. «Non mi hanno capito.

Nel cinema sono un martire», ha detto tra serio e faceto, ma con prevalenza del serio, poiché si ama: «Sono così bello che ho dovuto ricorrere a un istituto di bruttezza», ha detto del tutto seriamente, riferendosi alle sue continue smorfie e boccacce che però è convinto non intacchino la sua apollinea armonia. Ha poi fondato il Clan musicale che porta il suo nome e che in Italia ha venduto più dischi di ogni concorrente. Tra i soci, Ricky Gianco, Don Backy, Gino Santercole, Teo Teocoli.

celentano

 

Con la durezza tipica delle congreghe, nel Clan il singolo è assoggettato al gruppo. Adriano ne è stato il demiurgo che cammina sulle acque, la moglie Claudia, il sagrestano coi piedi per terra. I due sono ormai sposati da 55 anni. Il matrimonio rischiò il naufragio negli anni Ottanta, per via di una scorribanda di Ornella Muti nel sodalizio coniugale. Claudia però tenne la barra dritta. Un altro patema ci fu quando Rosalinda, la figlia minore, dichiarò di sposare una coetanea.

 

CLAUDIA MORI ADRIANO CELENTANO

le liti con gli amiciIl Clan regge tuttora, tra rotture e prepotenze macroscopiche. Dette il peggio con Don Backy, uomo dalla gran vena canzonettistica. Per andare incontro a un capriccio di Ornella Vanoni, Celentano si comportò da caporione. Scippò all' amico - o almeno così sostenne lo stesso Don Backy - una canzone attribuendone la composizione a una testa di legno, in barba alla decenza. Seguì un processo trentennale. Giorgio Gaber, che dal mondo celentaniano si era allontanato, troppo libero per tollerarlo, scrisse per chitarra: «C' era un giovane buono e dimesso/ Un giorno si mise a cantare/ ed ebbe un grande successo/ Lui aveva bisogno di amici/ e decise di farsi un clan/ E sembravano tutti contenti/ ma già vacillava la cricca/ Se ci sono di mezzo i quattrini/ l' amicizia non vale una cicca/ Ora in mano a 100 avvocati/ Nelle aule di gran tribunale/ Si discute chi ha torto o ragione/ E la storia finisce un po' male». E anch' io la chiudo qui.

GIORGIO GABERDON BACKYcelentano papa giovanni paolo IIVILLA CELENTANO A GALBIATEadriano celentano ornella mutiadriano celentano ornella mutiCELENTANO 1MINA CELENTANOcelentano dolce vitaMINA CELENTANOMINA CELENTANOMINA CELENTANOMINA CELENTANOSERAFINO CELENTANOCELENTANO SERAFINOCELENTANO SERAFINOadriano celentano ornella mutiadriano celentano ornella mutibaglioni celentano

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...