GIÀ NON SIAMO PIÙ TUTTI “CHARLIE”? - “ADDOLORATI E STANCHI”, I VIGNETTISTI NON SANNO QUANDO TORNERANNO IN EDICOLA. E DA EROI TORNANO PROVOCATORI (VIDEO: INTERVISTA A LUZ) – E IL FRONTE NAZIONALE GODE: PRENDE IL 36% NELLE SUPPLETIVE

VIDEO - L’INTERVISTA DI “VICE NEWS” A LUZ, UNO DEI VIGNETTISTI SUPERSTITI DI “CHARLIE HEBDO”

 

 

 

1. SIAMO ADDOLARATI E STANCHI

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera

 

luz renald luzierluz renald luzier

Il primo problema lo spiega bene Luz: come continuare a fare il giornale di sempre, quello che si batte contro i simboli, una volta che Charlie stesso è diventato un simbolo: «Oscilliamo tra l’essere considerati dei provocatori e dei cavalieri bianchi in difesa della libertà di espressione». Nessuno dei due ruoli è mai piaciuto a quei virtuosi dell’(auto)derisione che sono i disegnatori di Charlie Hebdo , ma ecco il secondo problema: tra provocatori e cavalieri bianchi, la lancetta comincia a puntare di nuovo su «provocatori». 
 

L’ultimo numero uscito il 13 gennaio si è venduto in oltre sette milioni di copie in tutto il mondo, e già quel giorno in conferenza stampa Luz — uno dei superstiti e disegnatore della copertina con Maometto — aveva avvisato che il successivo non sarebbe apparso prima del 4 o dell’11 febbraio.

 

luz renald luzier charlie hebdoluz renald luzier charlie hebdo

Quelle date però sono saltate, non si sa quando uscirà il numero 1.179. Per adesso non ci sono le condizioni, spiega Anne Hommel, la donna che da tempo gestisce l’immagine di Dominique Strauss-Kahn (che oggi va a processo a Lille), ed è stata chiamata da Richard Malka (avvocato di Charlie Hebdo e anche di DSK) a governare l’improvvisa e disgraziata popolarità planetaria. Hommel evoca il dolore e la stanchezza soprattutto psicologica di quel che resta della redazione.

 

funarali dei fumettisti dello charlie hebdofunarali dei fumettisti dello charlie hebdo

L’unica certezza, dice il caporedattore Gérard Biard, è che «Charlie continua». Ma non si sa come. Luz ha concesso un’intervista video esclusiva al sito americano Vice News , resa pubblica ieri. Immagini subito drammatiche: «Ecco l’appartamento di un disegnatore dopo l’attentato — dice Luz, un bicchiere di vino in mano —: un gran caos e persiane chiuse». La telecamera inquadra le finestre oscurate dell’uomo che dal 7 gennaio è sotto scorta della polizia. 
 

LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDOLA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

Renald Luzier detto Luz quella mattina si è salvato perché era il suo 43° compleanno, ha fatto tardi alla riunione di redazione «perché sono rimasto a letto con mia moglie, più del previsto. Mi ha preparato caffé, biscotti, le candele». Luz non ce la fa a raccontare senza singhiozzare. Traspare l’emozione per i quattro milioni in piazza a gridare «Je suis Charlie», la domenica dell’11 gennaio, ma anche la paura di farsi strumentalizzare (vedi la presenza dell’Arabia Saudita alla marcia) e il dispiacere per il sostegno mancato.

 

charlie hebdo    charlie hebdo

Per esempio quello del New York Times , che non ha pubblicato la nuova vignetta con Maometto, «per paura di ferire qualcuno, o magari per paura dei terroristi». Due giorni fa era stata la moglie di Luz, Camille Emmanuelle, a protestare contro la femminista Cécile Lhuillier, che su Têtu ha accusato Charlie Hebdo di essere sempre stato «omofobo, sessista e islamofobo». 
 

Al festival del fumetto di Angoulême che si è chiuso ieri Charlie Hebdo ha ricevuto un Grand Prix speciale, e a ritirarlo è andato l’amico Jean-Christophe Menu, commosso e indignato: «Charlie non è trasformare in eroi nazionali disegnatori che sputavano sul potere, non è fare suonare le campane di Notre Dame in onore degli anticlericali». Troppa solidarietà è ipocrisia, poca è tradimento. Lo spirito Charlie cerca se stesso. 

 

 

 

2. IL PRIMO TEST ELETTORALE PREMIA LE PEN

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera

 

marine le penmarine le pen

Per attribuire il seggio di deputato lasciato vacante da Pierre Moscovici, ex ministro delle Finanze diventato commissario europeo, ieri si è votato nella circoscrizione del Doubs, in Franca Contea. E ha vinto, largamente, la candidata del Front National, Sophie Montel. Si qualifica al secondo turno di domenica prossima anche il socialista Frédéric Barbier, mentre l’uomo di Sarkozy, Charles Demouge, è stato eliminato.

 

Era il primo test elettorale dopo gli attentati di Parigi e le grandi marce che l’11 gennaio hanno portato in strada milioni di persone ma non Marine Le Pen, a suo dire vittima dell’ostracismo degli organizzatori.

 

hollande le penhollande le pen

I socialisti al governo e anche l’Ump all’opposizione speravano di scivolare sull’onda di quel momento di unità nazionale, ma non è andata proprio così. A prima vista la grande emozione collettiva non ha influito sulle tendenze di fondo della politica francese: l’avanzata continua del Front National, primo partito di Francia alle europee con il 25% dei voti; la crescente popolarità della sua leader Marine Le Pen, destinata ad arrivare in testa al primo turno delle presidenziali 2017 secondo gli ultimi sondaggi; e la nuova credibilità anche degli uomini e delle donne meno conosciuti del Front National. 
 

manifestazione a parigi   sarkozy e hollandemanifestazione a parigi sarkozy e hollande

Appena una settimana fa il sindaco Fn di Hénin Beaumont, Steeve Briois, ha ottenuto il premio di «miglior rappresentante locale dell’anno» dai giornalisti politici riuniti nel prestigioso Trombinoscope (nel 2012 l’allora premier italiano Mario Monti venne a Parigi per ricevere il titolo di «europeo dell’anno»). Il premio a Briois è l’ennesima diga anti-Fn che salta, dimostrando da un lato il nuovo radicamento in tutta la Francia di un partito a lungo centrato solo sul carisma dei Le Pen, e dall’altro la disponibilità anche dei media più istituzionali a riconoscerlo. Senza tabù. 
 

Pierre Moscovici and Marie Charline Pacquot article A CAFA DC x Pierre Moscovici and Marie Charline Pacquot article A CAFA DC x

L’affermazione del Front National nel Doubs quindi non sorprende. Consigliera comunale di Montbéliard ed eurodeputata, la 45enne Sophie Montel ha raccolto la delusione dei tanti operai dell’industria automobilistica locale (gruppo Peugeot Citroën) colpiti dalla crisi, e anche lo scontento della classe media per le tasse associate all’ex deputato e ministro socialista Moscovici. 
 

L’aspetto più interessante, adesso, non è neanche vedere se Montel vincerà il seggio domenica prossima, ma come: con o senza i voti della «destra repubblicana» dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy? 
 

Il primo ministro socialista Manuel Valls ieri si è affrettato a fare le congratulazioni al compagno di partito Barbier, «candidato ormai di tutti i repubblicani». Il premier evoca il riflesso automatico in base al quale centrodestra e centrosinistra sono chiamati a votarsi tra loro pur di sbarrare la strada al Front National: principio che vale dalle presidenziali (nel 2002 gli elettori di sinistra votarono in massa Chirac pur di fermare Jean-Marie Le Pen), alle elezioni locali. 
 

thierry peugeot thierry peugeot

Ma il «cordone sanitario» ormai è poco saldo, e infatti il portavoce ’Ump Sébastien Huyghe ha detto che il partito deciderà domani. Ci devono pensare, insomma. Marine Le Pen ancora una volta esulta e invita a «una grande mobilitazione patriottica» domenica per dare al Front National il terzo seggio all’Assemblée nationale. 
 

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA, NONCHÉ SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....