IL CINEMA DEI GIUSTI – CHE BELLEZZA, CON QUESTO “PREDATOR: BADLANDS” TORNA IL CINEMA AVVENTUROSO DI UN TEMPO, ANCHE SE COSTRUITO CON GRANDI EFFETTI SPECIALI E LA GIUSTA DOSE DI COMMEDIA - FANNO A CHI URLA DI PIÙ, COME COATTI ALLO STADIO, SIA L’EROE DEL FILM SIA I SUOI TERRIBILI NEMICI CHE DEVE CACCIARE. E SE MENANO PARECCHIO COME FOSSIMO IN UN FILM DI MACISTE - DA UNA PARTE C'È L’ESPERTO CACCIATORE E DALL’ALTRA LA RAGAZZA CHE CHIACCHIERA TROPPO, MA NEL VIAGGIO SI STABILISCE UN’AMICIZIA. VE LO CONSIGLIO… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Fanno a chi urla di più come coatti allo stadio sia l’eroe del film sia i suoi terribili nemici che deve cacciare. E se menano parecchio come fossimo in un film di Maciste.
Che bellezza, torna il cinema avventuroso di un tempo, anche se costruito con grandi effetti speciali e la giusta dose di commedia in questo sesto Predator, cioè “predator: Badlands”, diretto e scritto da Dan Trachtenberg di “Prey” (anche più bello di questo, pura avventura ai tempi degli indiani Uroni) con Elle Fanning in un ruolo mezzo, quello di due gemelle sintetiche del pianeta Weyland Yutani, la biondissima e cattivella Thessa e la più buona Thai, tagliata a metà da chissà quale scontro epocale e alla ricerca delle sue gambe perdute,
e il gigantesco Dimitrius Schuster Koloamatagi come Dek, il più sfigato degli Yatuja, predatori dello spazio, che precipita nel pericolosissimo pianeta Genna per catturare Kalinsk, un bestione puntuto che ha già fatto a pezzi qualsiasi cacciatore venuto da fuori a sfidarlo. Dek deve dimostrare al padre, che voleva eliminarlo perché troppo pippa e gli ha pure ucciso il fratello davanti agli occhi, che è un vero cacciatore e sa come catturare Kalinsk.
Così Dek arriva nel pianeta e fa coppia, anche se la cosa è contraria alle regole Yautja (“un predator non ha amici…), con Thai, che non fa altro che parlare, ma risolve parecchie cosette. Il film non è altro che il solito meccanismo tra “Il Grinta” e “La Regina d’Africa”, da una parte l’esperto cacciatore e dall’altra la ragazza che chiacchiera troppo, ma nel viaggio si stabilisce un’amicizia.
Per la prima volta nella saga dei Predator, il cacciatore alieno sembra avere un cuore e una testa, pur se con poche idee in testa (menare…), e stabilisce un contatto con un essere se non proprio umano, quasi. Elle Fanning regge tutto il film con una rara eleganza nel doppio ruolo, Thai e sua sorella Tessa, ma Dan Trachtenberg costruisce un B-movie da urlo all’antica che sarebbe piaciuto a Raoul Walsh di totale semplicità. Gli effetti speciali, leggo su Variety, sono stati fatti da The Yard, studio europeo con base a Parigi e Londra. Ve lo consiglio.
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elle fanning predator badlands.
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