IL CINEMA DEI GIUSTI - CHE BELLEZZA, TORNANO I FILM ITALIANI IMPEGNATI. SOPRATTUTTO A TOGLIERE LE MUTANDINE ALL’ITALO-SPAGNOLA MIRIAM GIOVANELLI, DOTATA DI UN GRAN CORPO (MA HA NASO UN BEL PO’ RIFATTO CHE LA RENDE PIÙ ADATTA ALL’”ISOLA DEI FAMOSI” CHE A UN FILM IMPEGNATO FANDANGO) - MATTEO ROVERE, CON “GLI SFIORATI” RIPERCORRE EROICAMENTE SIA LA STRADA DELLA COMMEDIA EROTICA ANNI ’70, SIA QUELLA DEL CINEMA LETTERARIO FANDANGO, SIA QUELLA DEL CINEMA LETTERARIO TRA MASELLI E BOLOGNINI DEGLI ANNI ’60….

Marco Giusti per Dagospia

Gli Sfiorati di Matteo Rovere. In uscita il 2 marzo.

Che bellezza, tornano i film italiani impegnati! Che sia impegnato "Gli sfiorati" di Matteo Rovere lo si capisce dal marchio Fandango, dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi da cui è tratto, dalla recensione immediata della scrittrice Elena Stancarelli su "Repubblica" e, soprattutto, dal manifesto un po' moraviano che ha parecchio attizzato il pubblico maschile per le strade cittadine in questi giorni con una bella ragazza annoiata e sdraiata su un divano a gambe un po' aperte, mutandine minime, ma con la capoccia tagliata.

Il perché lo capiamo vedendo il film. Ben due motivi. Il primo perché i personaggi del film sono "sfiorati", cioè "indifferenti" e "annoiati" a quasi tutto ad eccezione del sesso, il secondo perché la bonissima protagonista, l'italo-spagnola Miriam Giovanelli, piccola star della tv spagnola, ha un gran corpo che mostra anche parecchio con mutande e senza durante il film, ma ha naso un bel po' rifatto che la rende più adatta all'"Isola dei famosi" che a un film impegnato Fandango che dovrebbe riprendere il discorso iniziato con "Caos calmo" qualche anno fa. Infatti anche questo film è tratto da un romanzo di Veronesi e riscritto per il cinema da Francesco Piccolo e Laura Paolucci.

Solo che lì il sedere lo mostrava Nanni Moretti e qui Miriam Giovanelli. Meglio per lo spettatore medio, anche se la scopatona Moretti-Ferrari era il climax del film. Anche qui la scopatona fra la Giovanelli e il giovane fratellastro Andrea Bosca è il climax del film, ma più per una costruzione da commedia erotica samperiana anni '70 che per il rispetto di una qualche costruzione letteraria.

Anche nelle commedie erotiche di un tempo, di solito scritte da buoni sceneggiatori (per tutti il Sandro Parenzo che ora produce Santoro in tv) e tratte da romanzi di rinomati autori italiani (Patti, Moravia, ecc), tutto girava attorno a un giovane protagonista annoiato, ai suoi amici, alla sua terribile famiglia, con padri assatanati e mamme e cugine un po' mignotte e si concludeva con un climax sessuale costruito un po' come i duelli finali degli spaghetti western e la crescita del ragazzo.

Di scena era però la provincia italiana e non Roma. Matteo Rovere, che aveva girato nel 2008 il curioso "Un gioco da ragazze", erotichello vm18 con ragazze cattive presentato con qualche contrasto al Festival di Roma, con "Gli sfiorati" ripercorre eroicamente sia la strada della commedia erotica anni '70, sia quella del cinema letterario Fandango, sia quella del cinema letterario tra Maselli e Bolognini degli anni '60. Ne viene fuori una commedia sexy con idee che sfiora anche giustamente il ridicolo e in certi tratti precipita nel muccinismo generazionale, ma che alla fine se funziona lo fa grazie alla sua costruzione di film di genere.

Il giovane Andrea Bosca, un bel ragazzo che abbiamo visto in "Noi credevamo" di Martone e ritroveremo in "Magnifica presenza" di Ozpetek, gira ricco e annoiato per Roma, tra un serio lavoro di grafologo e inutili feste assieme agli amici Claudio Santamaria e Michele Riondino (in questi giorni viene lanciato in tv come giovane Montalbano). Fresco orfano di madre, odia il padre, il grande attore ronconiano Massimo Popolizio che si diverte a fare il coatto alla Mario Brega, che sta per risposarsi con la sua storica amante spagnola, la non scordata Ajtana Sanchez Gjion rovinata per sempre da Silvio Muccino in "Parlami d'amore".

Proprio in attesa di questo matrimonio si ritrova a casa la sorellastra supersexy Miriam Giovanelli, che vive praticamente in mutande sul divano come da manifesto facendosi canne e guardando la tv. Lui rosica tutto il tempo e lo spettatore non capisce perché. Rosica anche quando si fa Asia Argento in versione trentenne scopatrice con problemi di capoccia (cento volte meglio qui che non nel film con Salemme...). Boh! Solo quando salta addosso alla Giovanelli e le toglie finalmente le mutande si placa. Il tutto era stato scritto da Veronesi nel 1990 e acquista oggi, dopo vent'anni di berlusconismo, un aspetto diverso. Anche più giusto.

Una specie di malessere moraviano che circola in una gioventù che sembra non aspettarsi più niente dalla vita. Certo, un tempo avremmo avuto nel cast Jacques Perrin, Claudia Cardinale e Romolo Valli. Però Nicola Di Gioia che fa l'esperto di calcio nelle tv locali in duetto con Popolizio fa la sua figura.

 

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