film babylon damien chazelle

IL CINEMA DEI GIUSTI - COME PUÒ NON PIACERMI UN FILM, “BABYLON” DI DAMIEN CHAZELLE, COLOSSALE E CLAMOROSO FLOP DA 100 MILIONI DI DOLLARI, CHE INIZIA CON UN ELEFANTE DIRETTO A UNA FESTA ORGIASTICA IN UNA VILLA DI HOLLYWOOD CHE SPARA MERDA? - E NON MI DOMANDATE PERCHÉ QUESTI FILM PIAGNONI SULLA FINE DEL CINEMA VADANO MALE. IL PUBBLICO VUOLE SCAPPARE, ANDARE SU PANDORA, DIVENTARE UNA GUERRIERA AFRICANA A WAKANDA, NON TORNARE NEL SECOLO SCORSO A RICORDARE COME ERA BELLO QUANDO SI FACEVA IL CINEMA. EDDAI… - VIDEO

film babylon 8

Marco Giusti per Dagospia

 

Come può non piacermi un film, “Babylon” di Damien Chazelle, colossale e clamoroso flop da 100 milioni di dollari, che inizia col primo piano di un elefante in viaggio dalle colline di Bel Air diretto a una festa orgiastica in una villa di Hollywood che spara merda o dove una simil Anna May Wong, una della più belle star del tempo liquidata perché troppo cinese, la Lady Fay Zhu di Li Jun Li, con tanto di smoking alla Marlene Dietrich in “Morocco”, canta la deliziosa e pesantissima “My Girl’s Pussy”, vera canzone incisa nel 1931 da tal Harry Roy.

 

film babylon 10

O dove la simil Clara Bow, la Nellie LaRoy di Margot Robbie, si lancia nella festa dove tutti scopano con tutti in un mare di alcol e di coca con un vestitino rosso al grido di “io non diventerò una star, io sono una star”, o dove il quasi John Gilbert di Brad Pitt ragiona sul cinema del tempo rispetto alla Bauhaus o all’arte moderna, e la giornalista prezzolata della MGM Elinore di Jean Smart ricorda l’Europa (“Io ho incontrato Proust”) e un regista tedesco alla Stroheim/Sternberg consuma dieci macchine da presa per girare una grande scena di battaglia e spedisce il fattorino messicano Manuel, il nostro protagonista, Diego Calva, a cercarne una prima che il sole tramonti per la scena finale del bacio del suo film, visto che il fattorino ufficiale è rimasto ucciso nella battaglia.

 

film babylon 1

 Preso dal fascino dei suoi personaggi, a cominciare da quelli di Margot Robbie (meravigliosa, dice di mettersi la coca sulla pussy) a quello di Brad Pitt (con tutta la sua tristezza di amori senza senso e di un glamour senza futuro nel sonoro), da quello dei nati perdenti, il Manuel di Diego Calva che si americanizza in Manny e dice di essere spagnolo non messicano, la Fay Zhu di Li Jun Li che non nasconde la propria omosessualità e ci offre le grandi scene di sesso nel film e sa come salvare una donna morsa da un serpente, al trombettista Sidney di Jovan Adepo, troppo poco nero per Hollywood, e quindi obbligato a farsi più nero per non offendere il pubblico degli stati del sud (scena di black-faced mai vista in tutta la storia del cinema), sì, perdono tutto o quasi tutto a “Babylon” di Damien Chazelle.

 

babylon

Perdono le tre ore di lunghezze, il girare un po’ a vuoto nella descrizione dei personaggi, il sapere sempre cosa faranno e come si comporteranno (ho visto troppi film), le moralette sul futuro del cinema, la nostalgia del 35 mm, perfino la scena del protagonista che entra al cinema di Los Angeles nel 1952 e piange rivedendo il dramma della fine del muto con l’inizio del sonoro in “Singing in the Rain”. Già tutto visto e rivisto. Anche il montaggione con la storia del cinema che va dal muto alla scritta “fin de cinema” di “Adieu la langage” di Godard. Uffa.

 

margot robbie babylon

E non mi domandate perché sia questo film, sia “The Fabelmans” di Spielberg sia “Empire of Light” di Sam Mendes, film piagnoni sulla fine del cinema vadano male. Il pubblico vuole scappare, andare su Pandora, diventare una guerriera africana a Wakanda, chiudersi nel 1984 con Stranger Things a sognare un altro futuro che non sia quello attuale. Non tornare, oddio, nel secolo scorso a ricordare come era bello quando si faceva il cinema, quando si andava tutti assieme al cinema, a sentire altre lezioncine barbose di storia del cinema. Eddai.

 

film babylon 2

Proprio Chazelle lo aveva capito così bene nella prima mezzora, dove la festa di Hollywood bagnata da subito di piscio e merda diventa veramente un wild party, con tanto di scandalo Fatty, che si ritrova la minorenne morta penetrata con una bottiglia di Coca Cola come in “The Wild Party” di James Ivory (film già non riuscito), con tanto di star e starlette che si giocano un ruolo per le riprese del giorno dopo, con Nellie/Margot che si butta a capofitto prima in una montagna di coca poi nella bolgia infernale del ballo al grido “io non voglio diventare una star io sono una star”) e Jack/Brad che si trascina dietro un vero glam da sessantenne triste che non sopporta nessuna delle sue intelligenti compagne, da Olivia Wilde a Katherine Waterstone, avendo occhi solo per il suo amico, il disgraziato aspirante suicida George Munn di Spike Jonze.

 

film babylon 3

Non può, dopo due ore di follia e di nasi sempre in azione, farci la morale come se lo stesse guardando un vecchio critico sussiegoso del New York Times. Ma che ti importa? Dopo che hai cacato su Hollywood e hai vomitato sul tappeto buono di Hearst, dopo che mi hai trascinato al terzo piano sotto terra mostrandomi tutte le mostruosità di Los Angeles con una pistola puntata alla testa addirittura da Spiderman/Tobey Maguire, devi andare fino in fondo… Intanto io sono già partita alla riscoperta dei film di Anna May Wong e a risentirmi “My Girl’s Pussy” di Harry Roy…

babylonfilm babylon 6film babylon 7film babylon 9film babylon 11film babylon 5film babylon 4film babylon 12

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA