
IO E DIANE – BARBARA COSTA RICORDA IL RAPPORTO INDISSOLUBILE TRA DIANE KEATON, MORTA IERI A 79 ANNI, E WOODY ALLEN: “NON AVREMMO AVUTO UN WOODY COM’È ALLEN SENZA DIANE KEATON. LEI LO HA FORMATO, COME PERSONA, COME UOMO, COME TUTTO. PRIMA DI DIANE KEATON ALLEN NON ERA ANCORA UN DECIMO DELLA PERSONALITÀ STRABORDANTE CHE SI È PLASMATA CON L’INCONTRO CON LEI” – “TI HO INVIDIATO, DIANE, PERCHÉ SOLTANTO DA TE BRAMAVA PARERI E GIUDIZI. SOLO IN TE CONFIDAVA. E IN NESSUN’ALTRA. E QUESTO È UN AMORE CHE VA OLTRE L’AMORE…” - VIDEO
Barbara Costa per Dagospia
Si dice che non bisognerebbe mai invidiare nessuno, che l’invidia è il peggiore dei sentimenti… e forse è vero. Eppure io lo ammetto: se c’è una persona al mondo che io invidio – ho invidiato – è Diane Keaton. Una invidia femmina, feroce, infernale. Che ti prende a morsi dentro, lo stomaco. Motivata da una causa precisa.
La sua bravura di attrice? No. Io volevo – e faccio e voglio – scrivere, non recitare. Il suo stile stiloso? Io c’ho il mio e con il suo non c’entra niente. Il fatto che sia stata l’amore e la compagna e la musa di Woody Allen? Beeeeeeeeeeeeh, fuochino. Io ho invidiato la "presa", l’impronta, la cicatrice, il tatuaggio dentro e indelebile che Diane Keaton su Woody Allen e uomo e artista ha inciso, e che ha tenuto su di lui per più di mezzo secolo e per sempre.
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Non importa che Diane sia morta ieri perché nel cervello e nell’ animo del quasi 90enne Allen resta inamovibile. Nemmeno voglio pensare a come e quando e da chi Mister Allen abbia ricevuto la ferale notizia, una cosa è certa: non avremmo avuto un Woody com’è Allen senza Diane Keaton. Lei lo ha formato, come persona, come uomo, come tutto.
Lo ha investito e steso, e poi rialzato, poi ricomposto il puzzle di un poco meno 40enne che prima di Diane Keaton aveva mietuto bei successi ma non era ancora un decimo della personalità strabordante che si è plasmata con l’incontro – amore – attrazione fisica e intellettuale targato Keaton.
E chi non ha mai visto Diane Keaton in "Provaci ancora Sam" di e con Allen (e un Tony Roberts fondamentale) per favore prenda i suoi provvedimenti: si perde una Keaton in apoteosi di grazia. Irradiante lo spettatore fin nella scena a letto, la prima volta tra lei e Allen-Sam, con Allen che le fa dire quel che una donna odia: il fatto che puoi decidere di fare sesso perché vuoi dannatamente un uomo (e non sto parlando d’amore) e lo vuoi dentro e te lo sc*pi pure se… "sotto" non stai in ordine, a posto, le gambe sono mal depilate, e le mutande sono quelle… avulse a ogni seduzione.
Ma lo fai, è il solo modo per scoprire che a un maschio, se gli piaci e ti vuole, non gliene frega niente del tuo intimo disordine, anzi! Scrivo sballata dalla morte della Keaton, e non mi ricordo perché con Allen si lasciano. Entra in lei Warren Beatty mister trivellone, o si mollano perché è come la mette Allen, nella sua autobio, che lui non capisce e non riesce a stare accanto a una Keaton che è di illimitata bravura, sui set, ma fuori scena soffre di una anoressia terribile?
Passato Beatty, Diane si innamora (e di un amore pazzo, esistono foto in cui lei non sia in sua adorazione?) di Al Pacino, mentre girano "Il Padrino", ma non il primo, e io rimango curiosa del perché la Keaton, almeno nelle interviste che so io, si sia ogni volta rifiutata di parlare di lui. Avvampando di rabbia. Mi hanno detto che Pacino gliene ha combinate di ogni, e di gravi, io non so, questo so, che Diane Keaton si piglia il suo Oscar Miglior Attrice con gli altri 3 che Allen acchiappa con "Annie Hall".
Questo film ("Io e Annie", da noi, in Italia) è la più meravigliosa e invidiabile lettera d’amore e di venerazione che un uomo possa scrivere a una donna. Che però nella vita reale non ama più. Quando lo girano i due si sono lasciati da tempo epperò è la Keaton che è incisa nella mente di Allen quando questo film lui lo idea e lo scrive, e Diane Keaton qui non interpreta Annie Hall. Lei è Annie Hall. Le dà corpo e respiro. I suoi abiti. I suoi oggetti. Il suo vero cognome.
Diane Keaton poi gira altri film, con Allen, capolavori e flop, flop "Interiors" e almeno di pubblico (ma come lei dallo schermo qui ti avvolge, accidenti) ma è "Misterioso omicidio a Manhattan" credo l’ultimo che fanno insieme e a me più caro. Perché qui Diane salva Woody.
Nel pieno dello scandalo per aver sedotto colei che è sua figlia ma in verità no, Allen in quel periodo è il mostro in prima pagina. È Diane che si rinnova sua musa, in un thriller che scorre via, e a tutt’oggi non invecchia. Sì o no? E, dopo Allen, non c’è film di Diane Keaton che io possa sopportare. Odiosi. Tutti. Compreso quello âgée tanto lodato con Jack Nicholson. Feticismo mio.
Diane Keaton mai si è sposata né ha avuto figli naturali e mai si è sentita in dovere di fornire spiegazioni a nessuno. E allora, la invidio per questo? No. Di fede al dito e di vite da sputare dalla vulva ne faccio volentieri a meno pure io. Ti ho invidiato, Diane, perché a te e solo a te – e non a Soon Yi, non a Mia, né a ogni altra sua donna, amico, parente, nessuno – Allen ha mai fatto leggere le sue sceneggiature.
E libri. E testi teatrali. Ciò che di più sacro è di uno Scrittore. Soltanto a te, Diane. Solo da te bramava pareri e giudizi. Solo in te confidava. E in nessun’altra. E questo è un amore che va oltre l’amore, lo supera, e chissà come si chiama.
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