IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - ARRIVATO ALLA SESTA PUNTATA DI “ALL HER FAULT” SU SKY CON SARAH SNOOK, DAKOTA FANNING E MICHAEL PENA, IDENTICO AL NOSTRO FRANCESCO DI LEVA (HA PURE GLI STESSI RUOLI DI POLIZIOTTO O MALAMENTE), CONFESSO DI AVER PERSO INTERESSE. STREMATO. COSÌ, IERI SERA, MI DOMANDAVA SE VEDERE “HONEY DON’T” DI ETHAN COEN CON MARGARETH QUALLEY E AUBREY PLAZA. MA SE DEVO PAGARE 9, 90 OLTRE QUELLO CHE GIÀ PAGO PER SKY O AMAZON, ALLORA, ME NE VADO AL CINEMA, NO?
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro, ve lo dico subito, almeno in prima serata, ci sono anche buoni film, ma tutti visti e rivisti. Poco da fare. E le serie? Questi crime tutti uguali che potresti risolvere in film per la tv da 90 minuti durano ormai otto puntate. Arrivato alla sesta puntata di “All Her Fault” su Sky con Sarah Snook, Dakota Fanning e Michael Pena, identico al nostro Francesco Di Leva (ha pure gli stessi ruoli di poliziotto o malamente), confesso di aver perso interesse. Stremato.
margaret qualley aubrey plaza honey don't
Così, ieri sera, mi domandava se vedere a 9, 90 su Sky o su Amazon in prima visione “Honey Don’t” di Ethan Coen con Margareth Qualley e Aubrey Plaza. Ma se devo pagare 9, 90 oltre quello che già pago per Sky o Amazon, allora, me ne vado al cinema, no? Magari però stasera lo vedo. In sala, quelli che sono cresciuti come me da ragazzini vedendo di tutto, vanno a rivedere i classici.
Martedì ci sono i film di Bergman, lunedì i film di Haneke... Come rileggere i classici in biblioteca. Mentre aspettiamo l’uscita del nuovo film di Checco Zalone o a luglio l’Odissea di Christopher Nolan.
Anche se Netflix non comprasse più il magazzino della Warner Bros con tutti quei film meravigliosi di Michael Curtiz e Raoul Walsh con James Cagney e Humphrey Bogart e i Looney Tunes diretti da Chuck Jones, Tex Avery, Robert Clampett, vi dico che non cambierebbe molto. Perché già ora, senza la mossa di Netflix, il cinema si riduce a una decina di film, e sono ottimista perché sono di meno, che aspettiamo davvero di vedere in sala. Di vedere cioè con uno schermo civile, una bella proiezione. Sentendo la presenza di un pubblico. Ma da parecchio tempo, diciamo dal Covid, ma forse anche prima, il cinema è ridotto alle vetrine dei festival e la visione all’80 al 90% in streaming.
Conto davvero i film che mi sono goduto? “Una battaglia dopo l’altra”, “Sinners”, ma non mi sono mosso per “Wicked Parte II” e neanche per “Zootropolis 2”. Li vedrò a casa in streaming. Aspettandoli, in questi giorni non ho resistito e mi sono visto due episodi di una nuova serie western di Netflix, “The Abandons”, 7 puntate dirette da Otto Bathurst, Guy Ferland, Gwyneth Horton Payton, Stephen Surjik. Conosco solo Bathurts, ha girato un modesto Robin Hood e qualche puntata di “Peaky Blinders”.
E gli altri registi? Surkjik, ad esempio, ha diretto solo serie tv. Ferland e Payton pure. Hanno uno stile? Boh? Almeno Kurt Sutter, lo showrummer e produttore, ha prodotto e scritto “The Shield” e “Sons of Anarchy”.
Ma questo “The Abandons”, che vedo solo perché è un western, ci sono cavalli e sparatorie, è terribile. La storia si riduce a una faida tra due clan, come i Baxter e i Rojo, dominati da due donne forti, Gillian Armstrong, come Constance Van Ness, fredda e cattivissima, e Lena Headey, come Fiona Nolan, con due labbra da botox invedibili.
Se le fanno di tutti i colori. La Van Ness nella notte attacca il ranch della Nolan, uccidendo parecchie vacche. La Nolan risponde uccidendo il primogenito della Van Ness, già fiocinato con un forcone quando, ubriaco, ha violentato un’orfanella, e poi finito con il tacco di una scarpa.
Che vi devo dire? I maschi non contano nulla, hanno tutti barbe assurde e piangono quando muoiono i cani. Le donne hanno tutte cappelli assurdi, che devono tenere alti per farci vedere gli occhi iniettati di sangue, sono aggressive e vendicative. La serie è invedibile. Abbiamo ridicolizzato per anni i poverissimi western di Miles Deem alias Demofilo Fidani interpretati da attori come Jeff Cameron alias Nino Scarciofolo o Castry Gay alias Amerigo Gastrichella, ma sono decisamente superiori a queste serie western. Ma, confesso, era preferibile anche la puntata di “Porta a porta” con Bruno Vespa che aveva intorno un gruppo di sciure incredibili tutte rifatte che discutevano sulle punturine per il diabete, come l’Ozempic, che usano le signore, non solo di Roma Nord, per dimagrire. Erano altrettanto aggressive e non andavano a cavallo, ma almeno non portavano sti cappelloni.
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