domenico de masi antonio monda

WERTMULLER UBER ALLES - DOMENICO DE MASI ATTACCA ANTONIO MONDA: “QUANDO LINA STAVA PER COMPIERE 90 ANNI LO CHIAMAI PER CONSIGLIARGLI DI COGLIERE QUESTA OCCASIONE E TRIBUTARE ALLA REGISTA, NELL'AMBITO DELLA FESTA DEL CINEMA, UN RICONOSCIMENTO ALLA CARRIERA. MI DISSE CHE NON ERA PREVISTO UN PREMIO DEL GENERE E PERSE UN’OCCASIONE. NESSUNO È PROFETA IN PATRIA, SOPRATTUTTO QUANDO LA PATRIA AFFIDA POSTI DI RILIEVO A PERSONE PRIVE DI SENSIBILITÀ…”

Domenico De Masi per il “Fatto quotidiano”

 

domenico de masi

Quando Lina Wertmüller stava per compiere 90 anni, telefonai ad Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema, per consigliargli di cogliere questa occasione e tributare a Lina, nell'ambito della manifestazione romana, un riconoscimento alla carriera. La grande regista italiana, prima donna nel mondo a esercitare questa professione con successo internazionale e prima donna di cinema ad avere tre nomination all' Oscar, è romana, ha diretto molti film ambientati a Roma, ha dimostrato in mille occasioni il suo amore profondo per questa città. Monda mi disse che un riconoscimento del genere non era previsto e, quindi, perse un'occasione preziosa per dimostrare intelligente gratitudine verso una romana apprezzata ovunque, meno che alla Festa del Cinema.

 

ANTONIO MONDA1

Qualche settimana fa il Festival di Cannes ha tributato a Lina una grande dimostrazione di stima dedicandole una serata e la proiezione del restaurato Pasqualino sette bellezze, seguita da una personale attestazione di stima da parte di Leonardo DiCaprio. Ora, da Hollywood, un organismo come l'Academy, ben più prestigioso della Festa del Cinema, assegna a Lina l'Oscar alla carriera dimostrando che nessuno è profeta in patria, soprattutto quando la patria affida posti di rilievo a persone prive di sensibilità. Perché, in altre sedi e con responsabili ben più attenti, Lina aveva già avuto altri premi alla carriera: quello del David di Donatello, quello del Globo d' Oro e quello del premio Flaiano. Lina è nata a Roma il 14 agosto 1928.

 

ENRICO JOB LINA WERTMULLER

Ha scritto e diretto spettacoli di burattini, sketch di Carosello come quelli per la Brillantina Linetti, testi per trasmissioni come Canzonissima, musical televisivi come Il giornalino di Gianburrasca. È stata aiuto regista di Fellini per La dolce vita e per Otto e ½; ha diretto un western e numerosi documentari; ha fatto la regia di innumerevoli spettacoli teatrali e di opere liriche; ha scritto commedie musicali insieme a Garinei e Giovannini e sceneggiature per Zeffirelli e Festa Campanile; ha pubblicato libri tradotti in tutto il mondo; ha diretto attori del calibro di Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Rutger Auer, Harvey Keitel, Roberto Herlitzka, Ugo Tognazzi. Ha avviato al cinema, portandoli al successo internazionale, attori come Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Piera degli Esposti e Valeria Golino.

lina wertmuller

 

I suoi film - più di 20 - sono stati amati e commentati da scrittori come Leonardo Sciascia ed Henry Miller. Lina ha dedicato questo Oscar a sua figlia Maucci e a suo marito Enrico Job. Lo si poteva indovinare. Enrico, infatti, è stato per Lina un amore profondo e totale; Maucci è il prolungamento di quell' amore. È questo il lato meno noto di Lina, che perciò merita di essere raccontato.

 

mariangela melato lina wertmuller giancarlo giannini

La sua casa è in pieno centro, alle spalle di piazza del Popolo, arredata in stile liberty dalla sua fantasia e dal rigore estetico di Enrico. È qui che per sessant'anni si è incontrato il meglio dell' intelligenza e della simpatia: giovanissimi talenti in cerca di maestri e generosi maestri in cerca di allievi; registi come Emir Kusturica, artisti come Joseph Beuys, attori come Barbra Streisand e Robert Mitchum. E poi gli amici di sempre: Rosi e Fellini, Sciascia e Moravia, Furio Colombo e Tullio Kezich.

 

Qui si è discusso di politica e di storia, di estetica e di sociologia con un saggio equilibrio di intransigenza etica e tolleranza logica. Ma sempre all' insegna della competenza, della passione, della curiosità.

 

pasqualino settebellezze lina wertmuller

In questo sodalizio mai striato di connivenza, Lina è sempre stata lievito e collante. Dotata di un pensiero laterale fuori del comune, ma anche di una rara e semplice modestia, ci ha sempre spiazzato con intuizioni illuminanti ma ha sempre ascoltato con la saggezza vorace di chi vuole maturare idee che poi ci saremmo ritrovate nei suoi film, tradotte in immagini e in poesia. Anarchica, socialista, generosissima, sempre pronta alla intuizione felice, assolutamente disinteressata al parere dei critici, Lina ci ha insegnato a scovare i paradossi della nostra esistenza e a usare l' arma buona dell' ironia per snidare le prepotenze dei potenti e le debolezze dei deboli, mostrando il lato umano della nostra povera vita di umani.

lina wertmuller

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…