tony effe

EFFE COME FALLO! “IL MIO PISELLO MI PIACE PROPRIO, VUOI VEDERLO?” – RITRATTONE BY "IL FOGLIO" DI TONY EFFE CENSURATO DA GUALTIERI PER IL CONCERTONE DI CAPODANNO (SULLA SPINTA DELLE TURBOFEMMINISTE DEM) E ORA IN GARA A SANREMO - "ROMANO DEL RIONE MONTI, UN PO’ TONY MANERO UN PO’ LITTLE TONY, È IL NUOVO SIMBOLO DELLA MASCOLINITÀ DEL GRA. SE I TRAPPER MILANESI VENGONO DALLE PERIFERIE E SONO PIÙ ORIENTATI ALLA “RIVOLTA SOCIALE”, A ROMA ABBIAMO I TRAPPER COL PERMESSO ZTL CHE PUNTANO AL SOLDO, ALLA FIGA, ALLA GRIFFE, IN UN NEO-VANZINISMO DEL DISIMPEGNO. EFFE SI E' ESIBITO A CAPODANNO AL PALEUR DI ROMA. EUR SPA È PARTECIPATA DEL CAMPIDOGLIO. ANCHE IL TRAPPER A ROMA È STATALE O NON È..."

Michele Masneri per il Foglio - Estratti

 

tony effe

 

MEME SUL CONCERTO DI CAPODANNO BY GUALTIERI

 

LITTLE TONY EFFE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(...)Tony Effe, un po’ Tony Manero un po’ Little Tony, idolo tamarro dei nuovi giovani, tatuaggi fin sugli occhi, celebrità della mutanda, testi scurrili ma aria in fondo da tenerone come spesso succede.

 

Intanto, vorremmo dire, c’è una grande differenza tra trappisti romani e trappisti milanesi. Se si è trasferito da qualche tempo nel capoluogo lombardo, Tony Effe rimane legato, legatissimo alla capitale dove è nato, nel 1991, che ora lo rinnega.

 

Romano del rione Monti ma trasferito al nord, Effe è il Totti della trap, è il nuovo simbolo della mascolinità un po’ tossichella del GRA; dopo la svolta internazionale e fluida di Damiano dei Maneskin, è rimasto lui a presidiare i maschi un po’ incel, insomma quelli non fluidificati.

tony effe fedez

 

Ma dicevamo le differenze: se i trapper milanesi vengono dalle periferie, anzi banlieue come vuole il retequattrismo che pretende Milano infuocata polveriera, Sferaebbasta è di Cinisello, Babygang e Simba La Rue sono di famiglie rispettivamente marocchina e tunisina.

 

Invece a Roma siccome arrivare nelle banlieue si fa fatica perché l’Atac è quello che è, la rivoluzione non si può fare perché il venerdì c’è sciopero e dunque abbiamo i trapper col permesso Ztl.

 

Tony Effe, nome d’arte di Nicolò Rapisarda, è infatti centro storico, è primo municipio, nello specifico rione Monti. Ci ricordiamo di quando un giovane Tony girava per il quartiere insieme a Side Baby, suo partner nella Dark Polo Gang, fondamentale formazione trap oggi disciolta.

 

tony effe

E forse il cambiamento musicale di questi cantanti accompagna la trasformazione pure del quartiere da avamposto bohémien a friggitoria diffusa, passando dai “Cani”, gruppo riflessivo e hipster dei Duemila che cantava “I Negroni che guardavi dall’alto e mescolavi /A fine giugno maturità e aperitivo a Monti / A casa poi scrivevi i tuoi racconti ” proprio alla Dark Polo (“Perché la morte mi sta cercando / Rione Monti è dove cazzo abito”). Del rione anche erano anche Dylan Thomas Cerulli (forse figlio di una delle mamme di Azione Roma, con quel nome, Dylan Thomas) e Arturo Bruni in arte Side Baby, trasteverino ma monticiano d’adozione.

 

Baby, altro prodotto non di periferie ma di un centro storico versione Nanni Moretti, figlio infatti dello sceneggiatore e regista di sinistra, area Virzì, Francesco Bruni, e di Raffaella Lebboroni, che faceva una delle indimenticabili lesbiche milanesi del “Ferie d’agosto” primo e indimenticabile.

 

tony effe gaia

Altra cosa che definisce la romanità di Tony Effe, che lo rende un meraviglioso personaggio da Alberto Sordi, fase “Americano a Roma”, o “Sceicco bianco”, è la sua indolenza e pigrizia (più che di sessismo in Rete ci sono infatti diverse critiche alla sua svogliatezza, durante le esibizioni e nelle prove, “non si muove, si vede che non gli va”, scrivono. Fa il minimo). E’ poi musone come certi baristi romani, che per strappargli il sorriso te li devi conquistare al centesimo cappuccino. Poi non è cattivo. E’ solo che la cordialità lo affatica. Il trapper pigro è una notevole maschera dei nostri tempi.

 

tony effe 23

Se i trapper milanesi sono più orientati come direbbe Landini – subito censurato da FdI – alla “rivolta sociale”, i romani invece puntano al soldo, alla figa, alla griffe, in un neo-vanzinismo del disimpegno. E non è vero come molti dicono che la F del nome derivi dal suddetto organo o da Fendi, per via della mania delle firme che attanaglia opera e vita di queste moderne celebrità poi testimonial e cantori di borselli e vestiti e scarpone e ciavatte, in un metrosessualismo che poi contrasta coi testi e le pose neo-buzzurre (ah, la beauty routine!) bensì da Tony Fornari, che è il personaggio interpretato da Rapisarda nella miniserie televisiva per Rai 1 “Tutti per uno” a fine anni Novanta, dove Tony è un piccolo malato, figlio di Marina Suma, a cui gli amici organizzano una colletta per farlo curare all’estero.

 

Se con la gloria della Dark Polo arrivò una serie oggi su Tim Vision, che raccontava vizi e stravizi e vita quotidiana della band sempre nel rione Monti, con factory a via Labicana, da piccolo il futuro trappista, figlio di un orafo e di una casalinga, famiglia normale del centro come tante altre, faceva anche l’attore di serie televisive, come ha raccontato ad Alessandro Cattelan.

 

tony effe giulia de lellis

E uno che da grande, pur coi tatuaggioni e le rime truculente e la mutanda calata sulle ventitrè, sceglie di chiamarsi col nomignolo del sé bambino su Rai 1, o è molto perverso e va in giro ad ammazzare tutti con la motosega, o è un tenerone. Propenderemmo per questa seconda ipotesi. Anche i costanti riferimenti al sesso sembrano più da cartoon che da Arancia meccanica:

Tony è contento del suo pisello (l’ha detto in un altro podcast, “mi piace proprio, vuoi vederlo?”), ed è contenta pure della sua vagina la sua ex Taylor Mega, l’ha detto qualche giorno fa a “Belve” (“la vuoi vedere?”). In entrambi i casi non si è proceduto alla visura, però anche in questa sessualità esibita queste creature in generale fanno tenerezza.

 

tony effe

 

 

 

 

 

Ma parlando di Fendi, ci si chiede piuttosto se Miu Miu, evocata tante volte nel celebre singolo di Tony, sarà contenta di questo accostamento (“Miu Miu, Courchevel / Tony, comprami la borsa /Portami a ballare con te /Estate a Saint-Tropez / Voglio andare su uno yacht / E fumare prima di farlo a tre”)? Mica è facile la vita oggigiorno per i brand, quando buoni e cattivi cambiano in un attimo.

 

(…) Tony poi non fa mistero di amare i soldi. In una delle rare interviste (al podcast “Passa dal BSMT”) perché i trapper non danno interviste ai giornali ma ai podcast, l’abbiamo già detto, ha sottolineato: “Non abitavo in una casa popolare, ma comunque in un appartamento di 90 metri quadri. Poi magari vedevo persone che c’avevano la piscina a Capalbio, così anch’io volevo la piscina a Capalbio. Io ero un povero del centro”.

tony effe

 

Qui, altro slittamento, Capalbio come Courchevel, e servirà finalmente il caso Tony Effe a ridefinire una nuova geografia dei luoghi di vacanza più veritiera, contro giornali e telegiornali pigri che continuano a dipingere la località submaremmana come un buen retiro di intellettuali scalzi e non la nuova meta per Lamborghini e Ferrari e ciabatte Balenciaga che è diventata ormai da anni?

 

Ma restando a Capalbio, proprio lì anni fa ho conosciuto a casa di amici Side Baby, cioè Arturo, ragazzo sensibile. Adesso cerco di parlare con lui, ma anche lui non vuole parlare coi giornalisti, noi di podcast non ne facciamo, e allora c’è sua mamma impietosita che risponde a qualche mia domanda e fa da tramite, e chiedo a Side Baby via mamma se Tony sia sessista e quello risponde via mamma “manco per niente”, anzi con un’espressione più colorita (è pur sempre trapper). Un giorno, è chiaro, bisognerà scrivere una storia della trap italiana raccontata dal punto di vista anzi pov delle mamme.

 

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Che poi Side Baby ha una bambina e ha messo su famiglia, mentre Tony sta a Milano con Giulia De Lellis, che pure è romana anzi di Pomezia, e l’ha difeso rispondendo alle censure del Circo Massimo con un post su Instagram citando un passo di Robert Frost (“Qualcosa non va, qualcosa manca, in chi vuole far tacere uno che canta”); dopo Dylan Thomas, ecco Robert Frost.

 

Ma Tony amai soldi, si diceva, e ha fatto la mossa più giusta: farà appunto un suo concerto privato la sera di capodanno al PalaEur, mossa neoliberista e zerocalcarea. Via dal concertone di stato!

 

(…)  Siam pur sempre a Roma. Il privato è pubblico o almeno in partecipazione. E sui giornali ieri facevano sapere che Eur Spa ha sentito il comune ecc. ecc. Anche sul concerto privato dell’Eur infatti il comune ha detto la sua, del resto Eur Spa è partecipata del Campidoglio. Dunque anche il trapper a Roma è statale o non è.

 

E non è questione di destra o di sinistra, come del resto la censura. La censura, sempre più patetica e quotidiana, riguarda tutti (...)

 

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