
“MI RICORDANO TUTTI PER I PORNO? È UN LIMITE DEGLI ALTRI, NON MIO" - EVA HENGER E' UN'ALTRA CHE NON SOPPORTA DI ESSERE RICORDATA PER I SUOI FILM HARD (CHE RAPPRESENTANO IL VERO MOTIVO DELLA SUA FAMA) E SQUADERNA IL SUO PRESUNTO CURRICULUM: "HO LAVORATO COME SCENEGGIATRICE, SCRITTRICE, PRODUTTRICE, ORA DEBUTTO ALLA REGIA” (MA CHI SEI, STANLEY KUBRICK?)
Francesca Angeleri per corriere.it - Estratti
Dario Vergassola sarà l’animatore, il primo agosto alle 21, di Parallelebipedi a confronto, una serata interamente ideata da lui che la presenta nel contesto del Mov Summer Festival 2025, al Mondovicino Outlet Village di Mondovì. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con l’associazione Bocce Quadre, una realtà culturale monregalese — nata con l’obiettivo di «allenare» il pensiero laterale — che da oltre dieci anni anima la scena locale con eventi che mescolano pensiero, ironia e partecipazione collettiva.
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Sul palco insieme al comico ci saranno l’ex campione di sci Paolo De Chiesa, Emma Coriandoli (l’alter ego di Maurizio Ferrini), l’antropologo e saggista Marco Aime, la voce irriverente delle Langhe Filippo Bessone, il maestro del fumetto italiano Guido Silvestri Silver, l’attrice Eva Henger.
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Quest’anno lei ha fatto un podcast, il «Salotto di Eva», in cui ha affrontato il tema della medicina estetica. Che rapporto ha?
«Lo abbiamo realizzato con uno studio medico coinvolgendo anche professionisti importanti. Io mi sono messa nei panni della paziente curiosa, quella che chiede con parole semplici: cosa succede se faccio questo? È meglio questo o quello? Volevamo che chiunque potesse capire. La medicina estetica è una medicina finché resta una cura, un dosaggio giusto. Quando si esagera, non lo è più».
«Vorrei che diventasse uno spazio per le storie per le donne. Abbiamo già registrato una puntata con Sara Cosmi, attrice che ha vissuto una malattia durissima e ne è uscita con una forza incredibile. Vorrei raccontare tante donne: ragazze, adulte, madri, tutte diverse. Perché le loro voci mancano».
Lei ha fatto e fa molte cose, eppure l’immaginario la riconduce sempre al porno.
«È un limite degli altri, non mio. Io ho lavorato come sceneggiatrice, scrittrice, produttrice. E ora ho appena finito un lavoro che parla di infanzia e del modo in cui i comportamenti egoisti dei genitori si riflettono sui figli».
Un film?
«Il primo come regista. Ne La brava ragazza, che parla di infanzia e adolescenza, ho messo molta della mia esperienza. La mia di infanzia non è stata felice, per questo ci torno spesso. Nel cast c’è Jane Alexander, un’attrice che adoro e che chiamerò sempre a lavorare con me. È una grandissima professionista e una bravissima ragazza».
Non è la prima volta che lavorate insieme.
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«L’ho conosciuta mentre facevo l’assistente alla regia su The Contract (il film che lei ha scritto e sceneggiato, diretto da Massimo Paolucci, che uscirà in autunno e sancisce il ritorno sulle scene di Kevin Spacey, ndr). È un thriller, oltre a lei e a Kevin Spacey ci sono anche Vincent Spano, Livia Pillmann e Christian Calabrese».
Eva Henger è dalla parte delle donne?
«L’80 per cento della troupe del film, che cominciamo a girare a settembre, è costituito da donne».
Che rapporto ha con il pubblico?
«Mi fa piacere incontrare le persone. A volte nascono dei legami veri. C’è una signora, si chiama Loredana, l’ho conosciuta su Instagram durante il lockdown. Si può dire che fosse una hater. E poi è diventata un’amica. Addirittura mi ha ospitata a casa sua in Umbria. Mentre stavo cercando un’abitazione, ho preso la residenza da lei. Anche con un’altra, Caterina, è successa una cosa simile. Con le persone educate possono nascere delle cose belle».
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eva henger foto di riccardo schicchi