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FATE LEGGERE IL POST DI MENTANA A MYRTA MERLINO, GIOVANNI FLORIS E LILLI GRUBER - DOPO I NO-VAX, IL DIRETTORE DEL “TGLA7”, SU FACEBOOK, PRENDE LE DISTANZE DAI PROPAGANDISTI RUSSI (E QUINDI ANCHE DAI TALK SHOW DI LA7): "MI ONORO DI NON INVITARE CHI SOSTIENE O GIUSTIFICA L'INVASIONE RUSSA". SUPERCHICCO AGGIUSTA IL TIRO DOPO L'INTERVISTA DI OGGI AL FOGLIO, DOVE AVEVA DETTO: "SE C'E' UN PROBLEMA DI FILOPUTINISMO IN ITALIA, E' IN PARLAMENTO PRIMA CHE IN TV…"

1 - IL POST DI MENTANA CONTRO I PROPAGANDISTI RUSSI OSPITI NEI TALK 

Dal profilo Facebook di Enrico Mentana

 

enrico mentana

Scrissi qui cinque mesi fa che mi onoravo di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no vax. Allo stesso modo mi onoro oggi di non invitare chi sostiene o giustifica l'invasione russa in Ucraina.

 

E uso quelle stesse parole per rivendicarlo, senza dover aggiungere nemmeno una virgola:

 

la giornalista russa ospite a dimartedi 5

Chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell'Olocausto, ai cospirazionisti dell'11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali, come sono quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie.

 

Yulia Vityazeva OSPITE DI LILLI GRUBER

Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura.

 

2 - LA TV AL TEMPO DELLA GUERRA. INTERVISTA A ENRICO MENTANA

Estratto dell’articolo di Salvatore Merlo per “il Foglio”

 

Olga Kurlaeva CORRADO FORMIGLI

“Siamo sicuri di voler farci dire da un presidente del Consiglio come va fatta un’intervista?”. La domanda, come si dice, è di quelle retoriche. Nasce dal giudizio di Mario Draghi sull’intervista dell’altra sera, su Rete 4, a Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri russo: “Un comizio. Non granché professionale e fa venire in mente strane idee”. E mentre Enrico Mentana si pone questa domanda, sottintendendo ovviamente la risposta, ecco che le agenzie di stampa e i social media si riempiono di annunci su possibili indagini del Copasir  relative a una più generale “penetrazione della propaganda russa nella tv italiana”.

 

enrico mentana

Ecco carrettate di deputati e senatori che disquisiscono  su chi (e come) debba rappresentare le proprie opinioni in tv. Ecco infine l’immancabile  commissione di Vigilanza Rai che stende un decalogo sulla qualità degli ospiti da salotto televisivo. Oggi il decalogo sarà sottoposto addirittura all’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes.

 

E allora Mentana un po’ ride e un po’ forse si arrabbia. “Un’intervista può essere fatta bene o male, però… di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ci informa di un eccesso di passione televisiva per la Russia? In tv? Ma accidenti: Putin nella politica italiana era un faro per molti partiti. Anzi, oggi tra Camera e Senato c’è una maggioranza parlamentare assoluta di forze che sono state con Putin”.

 

NADANA FRIDRIKHSON

Quindi? “Quindi il Copasir indaghi su se stesso. Mi sembra una roba da matti. C’è una guerra, c’è Lavrov che ha detto delle cose bestiali in un’intervista, che ha persino provocato una crisi con Israele, e mentre succede tutto questo noi discutiamo di Rete 4 e di Giuseppe Brindisi che gli ha fatto l’intervista?”. Ombelicali. “Feticisti dell’epifenomeno. Questo è il Parlamento più putiniano della storia della Repubblica”.

 

[…] “Mah, tutti maestri di giornalismo in Parlamento. Allora facciamo una bella commissione su tutte le interviste compiacenti che si fanno ai politici italiani. Vediamo un po’. Stupidaggini, come l’idea balzana che un’intervista non vada fatta perché la gente rischia di essere influenzata. E’ una cosa veramente fuori dal mondo. Pensate sul serio che uno guarda l’intervista di Brindisi a Lavrov e diventa filo russo? Mi viene da ridere”.

 

enrico mentana

[…] “Sai cos’è? E’ la debolezza della politica. Questi credono veramente che ciò che accade in televisione possa portargli vantaggi o svantaggi. Cosa assolutamente non vera, visto che da circa trent’anni il partito che vince le elezioni occupa la televisione e sistematicamente poi perde le elezioni.  Però loro sono convinti che la televisioni orienti. Quindi ci entrano a piedi giunti. Intossicano. Con risultati spesso comici, ovviamente. In escalation, come si dice di questi tempi”.

 

ALESSANDRO ORSINI

Ovvero? “Beh,  una volta per impaurire un conduttore o un direttore arrivava la Vigilanza, ora arriva con la cavalleria del Copasir... la prossima volta si aggiungerà pure la corte marziale. Battute a parte, quell’intervista poteva anche essere fatta male, ma conta quello che è venuto fuori. Le affermazioni di Lavrov sono state le più importanti fatte da lui sin dall’inizio della guerra.   Il riverbero di quell’intervista non è banale. Quando il ministro degli esteri di un paese in guerra parla, sa benissimo cosa dire. E Lavrov ha sparato su Israele. Allora io non mi chiedo dove è stata pronunciata una frase storica, ma mi accorgo e ragiono sul fatto che sia stata pronunciata. Mentre qua, ripeto, tutti guardano il dito e non la Luna”.

 

 

NADANA FRIDRIKSSON OSPITE DI LILLI GRUBER

[…]   “Il talk è fatto così. E’ basato sulla contrapposizione di opinioni riguardo a un tema o a più temi. Se la conversazione riguarda il fatto che fuori è nuvoloso, chiami uno che dice sì in effetti ci sono le nuvole e un altro che dice che c’è il sole.   Mi pare chiaro quale sia il problema: se devi fare il talk devi contrapporre delle idee. […]  Creano la notizia. Tant’è che poi spesso si parla di più di una cosa successa nello studio di quanto non si parli di un fatto importantissimo successo fuori nella realtà”.

 

[…]

alessandro orsini massimo giletti

 

 “Se  Orsini è fatto oggetto di più articoli di giornale di quanti non ne siano dedicati al sindaco di Kyiv Klitschko o all’autocrate bielorusso Lukashenka vuol dire che c’è anche  un pubblico  che ha interesse per ‘l’epifenomeno’ da spettacolo più che per il ‘fenomeno’ enorme che è la guerra. Non ci piace, va bene. Ma non è libertà anche questa?  E soprattutto, se ne deve occupare sul serio il Copasir? Un ultima cosa vorrei dire. E ritorno all’intervista del ministro degli esteri russo”. Prego. “Alla fine tutti i protagonisti della commedia italiana, di fronte a Lavrov sono dilettanti. Di fronte all’idea che  ‘anche Hiltler era ebreo’  tutto sparisce. Impallidisce. Ecco. Non era forse importante venirlo a sapere, ascoltarlo dalla viva voce del Cremlino?”.

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