
"FEDE, LEI È UN COMUNISTA"; "E TU MANGI I BAMBINI" – ARCHEO-VIDEO STRA-CULT DEL BOTTA E RISPOSTA TRA BEPPE BRAIDA ED EMILIO FEDE - I DUE AVREBBERO DOVUTO CONDURRE INSIEME "STRISCIA LA NOTIZIA", MA IL GIORNALISTA CI RIPENSO' POCHE ORE PRIMA DELL'INIZIO DELLA PUNTATA - PER VENDICARSI, IL COMICO FECE DELLE INCURSIONI AL TG4 IN CUI ATTACCAVA EMILIO FEDE ("SEI UN VOLTAGABBANA"), CHE SBROCCO': "QUESTE CAZZATE LE FAI A 'STRISCIA', VAFFANCULO" - BRAIDA: "CONDUSSI LA PUNTATA CON IL GABIBBO. DURANTE LE INCURSIONI AL TG4 FEDE ERA IMBUFALITO..." - VIDEO
L'incursione di Beppe Braida al Tg4 di cui si parla nell'intervista uscita oggi per Tv Off.
— Massimo Falcioni (@falcions85) July 6, 2025
2005. Fede avrebbe dovuto condurre Striscia con lo stesso Braida, ma all'ultimo diede forfait. Arrivò quindi la 'controffensiva'. pic.twitter.com/CMeKC4CLY5
Estratto dell’articolo di Massimo Falcioni per www.fanpage.it
“A chi sta attraversando un periodo difficile dico di non mollare. Vorrei che giungesse questo messaggio”. Beppe Braida lo ripete più volte, nel corso di un’intervista in cui passato e presente si mescolano, così come l’ascesa e la caduta di chi, dopo una lunga gavetta, ha assaporato il gusto del successo, salvo poi rimettere tutto in discussione.
Di padre piemontese e madre ciociara, la giovinezza di Braida si è divisa tra Torino e la provincia di Frosinone. “La passione dello spettacolo ce l’avevo fin da ragazzino – racconta in questa intervista a Fanpage – ma la mia famiglia aveva il culto dello stipendio. Andare a lavorare in un settore in cui vigeva la precarietà non era un’ipotesi che i miei vedevano di buon occhio”. […]
Le prime comparsate in video invece quando avvennero?
Apparvi al ‘Seven Show’, una delle prime trasmissioni comiche in onda su Italia7, e successivamente a ‘Retromarsh’, programma di Tmc ambientato in una caserma che accoglieva big come Zuzzurro e Gaspare, Gianfranco D’Angelo e gli stessi Trettré.
Si era imposto il limite dei quarant’anni. Dichiarò: “Se entro quel traguardo non avessi combinato qualcosa di buono, avrei smesso”.
Confermo. Il mio era un discorso di notorietà nazionale. Oltre quella soglia, avrei trovato personalmente patetico calcare dei palchi in luoghi non opportuni per quella determinata età. Ho conosciuto molti artisti che, pur non svoltando, hanno comunque proseguito. Ho sempre percepito una certa malinconia. Quindi la mia regola era chiara: o riuscivo a sfondare, o smettevo.
“Zelig” giunse giusto in tempo…
Ho rispettato il patto fatto con me stesso (sorride, ndr). Il mio primo intervento a ‘Zelig’ avvenne nel locale storico di Milano, quando non ci eravamo ancora spostati nel tendone.
Esplose letteralmente con la parodia dei telegiornali. Come nacque l’idea?
Davo la medesima notizia utilizzando toni differenti in base alla tipologia di tg. Con quella gag intendevo affermare un principio semplice: in Italia non abbiamo un’informazione totalmente libera.
E’ sempre condizionata da vari fattori, come lo schieramento dell’editore, o l’orientamento politico del giornale. Per fare arrivare questo messaggio utilizzai due ingredienti fortissimi all’epoca: Berlusconi e il Tg4 di Emilio Fede.
Fu una inevitabile evoluzione. Era uno sketch divertente. Pensai che potesse essere la giusta prosecuzione. La gente rideva tantissimo e ho continuato a lungo. Ad un certo punto espressi la volontà di presentarmi diversamente sul palco.
Volevo sviluppare altre cose, ma non ne ebbi la possibilità. Purtroppo la televisione ti affibbia delle etichette. Il pubblico e gli addetti ai lavori pensavano che come repertorio avessi solo quello, quando in realtà possedevo alle spalle venticinque anni di repertorio.
A distanza di vent’anni la comicità è clamorosamente cambiata.
Sono mutati i tempi. Ora ci sono i social, è tutto più rapido. Le nuove generazioni usano la tecnica dello scroll, la soglia di attenzione è bassa. Pertanto, funzionano altre cose. Una volta si stava a casa e si seguiva il programma ad un determinato orario. Oggi va a segno la gag velocissima, non c’è il desiderio di guardare una cosa a lungo. Ci sono personaggi social fortissimi che però non si confermano dal vivo. Un artista va testato live, solo così puoi annusarne il reale valore.
Come fu l’impatto con la popolarità?
Difficile. Mi fermavano a centinaia, quando fino al giorno prima ero un perfetto sconosciuto. Bisogna conviverci e molte volte non è facile. Più hai successo e più hai una marea di persone che ti ronzano attorno. Devi imparare a gestire la notorietà e, venendo da una famiglia umile, ho avuto delle complicazioni.
La svolta fu anche economica, immagino.
Ho sempre prestato attenzione alla gestione del denaro, proprio per via delle mie origini. Non ho mai sperperato niente. Quello che invece ti può far cadere in confusione è l’eccesso di adulazione che le persone hanno nei tuoi confronti. È un’attenzione superficiale, perché appena vai un po’ giù spariscono tutti.
A lei è accaduto?
Sì. Il periodo più difficile per me fu il 2009. Da lì in poi il telefono smise di squillare. I vari dirigenti che prima mi contattavano per ogni cosa erano evaporati. Così come gli autori, i registi, i conduttori.
Ci torneremo. Nel 2005 finì addirittura dietro al bancone di “Striscia”.
Per una sola puntata e condussi assieme al Gabibbo. Penso di essere stato l’unico ad averlo preso a testate. In origine avrei dovuto avere come partner Fede. Inizialmente si mostrò disponibile, ma ci ripensò a poche ore della diretta. Andarono tutti nel panico e Antonio Ricci pensò a quel tipo di soluzione.
Si vendicò irrompendo durante le dirette del Tg4.
Sempre per conto di ‘Striscia’. La sua incazzatura era verissima. Feci due-tre incursioni in tutto. Era imbufalito.
Nel 2007-2008 entrò nel cast di “Buona Domenica”. Non mancarono le accuse di ‘tv trash’.
Mi chiamarono e cercai di fare il mio nel miglior modo possibile. In quel contesto ero davvero l’ultima ruota del carro. Mi ero ritagliato un mio blocco e mi concentravo su quello; del resto non mi occupavo.
[…] Venne sostituito da Nicola Savino. Come mai?
Lo appresi dal portale TvBlog. Ricordo ancora il titolo dell’articolo: ‘Nicola Savino fa fuori Beppe Braida’. Provai innanzitutto stupore. Nell’ultimo anno avevamo totalizzato quasi 3 milioni di spettatori. Mi arrabbiai, ma subentrò rapidamente il desiderio di ripartire. È stato questo spirito a salvarmi sempre.
A quel punto la chiamarono in Rai.
Collaborai con Antonella Clerici nella seconda edizione di ‘Tutti pazzi per la tele’. Una bella esperienza al fianco di una persona splendida.
Dopo questo programma arrivò la fase difficile a cui accennava.
Sono cose che succedono e vorrei che questo mio racconto fosse uno stimolo per chi è a terra ed è convinto di non potersi rialzare. Come ti dicevo, smisero di telefonarmi e di fronte a me avevo due strade: imboccare quella che mi avrebbe portato all’esaurimento nervoso, o rimboccarmi le maniche e ricominciare. Scelsi quest’ultima e ripartii dai bar, dalle trattorie, dalle sagre e dalle feste di piazza. […]