giulia maria crespi piero ottone indro montanelli

FELTRI, UN OTTONE DI FERRO – ‘’DI QUESTO UOMO MI PIACEREBBE PARLARE MALE PERCHÉ, DA DIRETTORE (ABILE) DEL CORRIERE DELLA SERA, CONSEGNÒ PERSONALMENTE LA LETTERA DI LICENZIAMENTO A INDRO MONTANELLI (IMPOSTOGLI DALLA PROPRIETÀ CRESPI). MA NON RIESCO A DENIGRARLO PER ALTRI MOTIVI - PER UN PRESUNTO CONGIUNTIVO SBAGLIATO MI FECE IMPAZZIRE...”

Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

 

fel05 vittorio feltrifel05 vittorio feltri

Se ne è andato un altro asso del giornalismo, forse l' ultimo. Tutti gli altri sono già morti, tranne Sergio Zavoli forse perché da vari anni ha cambiato mestiere, allungandosi la vita. Egli ha 93 anni, quasi la stessa età del defunto di cui scriviamo: Piero Ottone. Un cognome inventato da lui, gli pareva brutto quello vero: Caputo o qualcosa del genere.

 

GIANNI LETTA - MONTANELLI - PIERO OTTONE - GAETANO AFELTRAGIANNI LETTA - MONTANELLI - PIERO OTTONE - GAETANO AFELTRA

Di questo uomo mi piacerebbe parlare male perché, da direttore (abile) del Corriere della Sera, consegnò personalmente la lettera di licenziamento a Indro Montanelli, cioè la Penna per eccellenza. Ma non riesco, nemmeno se mi sforzo, a denigrarlo per altri motivi: fu lui ad assumermi al giornalone di via Solferino nel 1977, dopo che avevo lavorato tre anni al Corriere di informazione, quotidiano del pomeriggio come la Notte, dove avevo esordito nel ruolo di cronista.

 

PIERO OTTONE PIERO OTTONE

Mia madre diceva spesso: non fare del bene a nessuno se non sei in grado di sopportarne l' ingratitudine. Sante parole, in base alle quali debbo astenermi dal dare addosso a Ottone che, prendendomi con sé in redazione, mi fece un grande regalo. Mi corre l'obbligo professionale e morale di ricordare che Piero, siluramento di Montanelli (impostogli dalla proprietà Crespi) a parte, è stato un gigante nel nostro mondo di carta. Non tanto per ciò che scriveva (poco e non benissimo), quanto per le capacità direttoriali.

 

Non ho mai dimenticato i suoi insegnamenti: evitare le frasi fatte, non dare nulla per scontato, spiegare anche le ovvietà, odiare le ripetizioni e le cacofonie, non sfoggiare per esibizionismo la propria cultura (ammesso che ci sia), non esagerare nell' uso di vocaboli poco noti al vasto pubblico. Mi fermo qui, ma i suoi precetti erano molto più numerosi di quelli citati.

 

piero  ottonepiero ottone

Ottone guidava il giornale come un pilota di Formula uno guida una Ferrari, con sicurezza e disinvoltura. Riconosceva al volo i talenti e li sfruttava al meglio. Non so se amasse le grandi firme , ma cercava di valorizzare le piccole. Così il suo Corriere non soffrì molto, sotto il profilo delle vendite, la diaspora delle star provocata dalla nascita del Giornale di Montanelli, presso il quale si trasferirono campioni del calibro di Enzo Bettiza e Mario Cervi, per rammentare due nomi celebri.

COLETTE ROSSELLI INDRO MONTANELLICOLETTE ROSSELLI INDRO MONTANELLI

 

Il giorno stesso in cui entrai tremebondo nella cattedrale ottoniana, il direttore, quando ancora non avevo scaldato la sedia assegnatami, mi commissionò un articolo sul nuovo diritto di famiglia. Non ne sapevo nulla, essendomi in precedenza occupato di "nera". La politica mi era estranea. Ma non mi persi d' animo, mi informai e vergai tre cartelle raccontando la rava e la fava. Una copia del pezzo fu portata a Piero, come tutto quello destinato alla prima pagina. Un' ora dopo, il principe degli uscieri, Borgato (divisa blu impeccabile) si accostò al mio tavolo e mi sussurrò: il capo l' attende nel suo ufficio.

 

Entrai col cuore che mi scoppiava, intimidito e intimorito.

fel14 vittorio feltrifel14 vittorio feltri

Ottone era in piedi davanti alla scrivania, tra le mani il mio elaborato. Sorrise e mi invitò a dargli del tu. Poi mi disse: «Ottima prova. Peccato per questo congiuntivo». E mi porse i fogli.

Tornai nello stanzone simil- Times, settore politico, e confessai l' accaduto al caposervizio, Carlo Galimberti, un'enciclopedia semovente. Questi rilesse la mia "opera" e mi rassicurò: non c' è alcun congiuntivo sballato. Rilessi mille volte quelle righe e non fui capace di pescare l' inesattezza segnalatami dal signor direttore. L' articolo uscì come lo avevo battuto.

Piero Ottone Piero Ottone

Ogni tanto, anni più tardi, se mi capitava di recarmi in archivio per una ricerca, recuperavo il pezzo in questione e tentavo di rintracciare senza successo il verbo sbagliato. Ottone si dimise e divenne presidente della Mondadori. Uscì un suo libro e il Corriere mi ordinò di intervistarne l' autore. Piero mi ricevette con la consueta cordialità e, terminato il colloquio, osai narrargli l' episodio del congiuntivo. Scoppiò in una risata. Poi precisò: caro Feltri, il mio è un vecchio trucco utile a stimolare l'attenzione dei principianti.

 

crp07 alberto asor rosa maria giulia mozzoni crespicrp07 alberto asor rosa maria giulia mozzoni crespi

Serve ai debuttanti a pensare che scrivere per un giornale importante richiede la massima concentrazione. L' avrei ammazzato. Non ce ne è stato bisogno. Anche lui purtroppo è morto. Per sua fortuna nel sonno. Ma quel congiuntivo mi ha lasciato una ferita che non si rimarginerà mai.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO