flaiano

FLAIANO L’ARCITALIANO - PIETRO CITATI: ‘’PER LUI I CRETINI E GLI IDIOTI ERANO "LA SUBLIME VETTA DEL MONDO" – ‘’SIAMO COMICI NEL CERVELLO, NEL CUORE: IN AUTOMOBILE, IN BICICLETTA, DAPPERTUTTO, DOVUNQUE, SENZA LIMITI POSSIBILI. FORSE NON È MALE, CHE LA FARSA DURI FINO ALLA FINE DEI TEMPI, QUANDO, CHIASSOSA E BUFFONESCA, IMPERERÀ L'APOCALISSE’’

pietro citati 4

Pietro Citati per “la Repubblica”

 

Non molto tempo fa, l' editore Adelphi ha pubblicato L' occhiale indiscreto di Ennio Flaiano (1910 1972, a cura di Anna Longoni, euro 15): uno scrittore oggi a torto dimenticato. Non era un giornalista, come molti credono: era un vero scrittore, che, per tutta la vita, chissà per quale ragione, si mascherò da giornalista: gli piaceva nascondersi, cambiare nome, fingere di essere un altro, far credere di essere uno sceneggiatore, come se fosse stato soltanto l' ombra di Federico Fellini. 

 

Era molto spiritoso e intelligente - ma a lui non importava nulla né dello spirito né dell' intelligenza, perché la sua unica passione era il culto dell' immane, enorme, esagerata stupidità, in cui vedeva qualcosa di straordinario.

 

Flaiano Fellini Ekberg 1960

Per Flaiano, non esisteva nulla di più bello ed affascinante della stupidità; e lui amava ed inseguiva e coltivava gli stupidi, i cretini, gli idioti - la sublime vetta del mondo.

Flaiano ne era persuaso ed ossessionato. La stupidità gli bastava - come la scultura bastava a Canova, il romanzo storico ad Alessandro Manzoni, le storie terrificanti a Poe, il romanzo pittoresco a Dickens, la poesia a Emily Dickinson, la filosofia ad Hegel. 

 

mussolini vittorio emanuele III

I giornali di ieri e di oggi erano stupidi: il fascismo era stupido; Galeazzo Ciano e la moglie erano stupidi; e Mussolini era sovranamente stupido - amava la musica, carezzava i leoni, da Palazzo Venezia salutava colla mano levata gli italiani e il mondo e Hitler; e tirava di scherma.

 

Mussolini scriveva libri: a palazzo Venezia si esibiva colla mascella follemente congestionata e protesa, amava gli aggettivi pomposi, scriveva 24 articoli al giorno sui giornali fascisti. Portava i gambali, la tuba, il feltro nero, la feluca, la bombetta, il nero fez degli Arditi, l' elmetto di cartone e qualche volta - massima felicità - la testa rapata.

Provava una passione incestuosa per la figlia. A volte pensava, come Oscar Wilde, che «far parte della società è veramente una noia, ma non farne parte è una tragedia». 

 

Da giovane cominciò a possedere le donne, e continuò, continuò, continuò, come se non ci fosse nulla di più sacro. I fascisti erano eroici, eppure avevano moltissima paura, perché si nascondevano in ogni chiassetto e fogna e magazzino e soffitta, come raccontò meravigliosamente Carlo Emilio Gadda in Eros e Priapo .

 

flaiano

La capitale del fascismo erano i colli fatali di Roma - sebbene Roma sia la città più mite e amabile e accondiscendente della terra - senza nulla di fatale e di eroico. Esco di casa, faccio cento passi fino a piazza Ungheria o a Villa Borghese o a via Veneto, accompagnato dal mio portiere portoghese al quale racconto tutta la storia del Portogallo, che lui venera. Sono lieto, lietissimo. Come non ero mentre passeggiavo sotto i portici di Torino, tra le caldarrostaie centenarie. Ricordo Federico Fellini: quando usciva di casa e si inoltrava radiosamente per Piazza del Popolo. La grande piazza gli allargava il petto, e gli allungava il passo.

 

mussolini

Ennio Flaiano mi è molto simpatico, com' era simpaticissimo a Federico Fellini, quando sceneggiavano insieme La dolce vita . Allora io ero molto giovane, mentre Fellini e Flaiano avevano più anni di me. Io li guardavo dal basso, col lontano ricordo dei miei vestiti di balilla alpino. Flaiano racconta moltissime cose: la folle paura dei fascisti il 25 luglio 1943, la fuga di Vittorio Emanuele III e di Badoglio da Pescara fino a Brindisi. Quando arrivò Anthony Eden, il ministro degli Esteri inglese, il Popolo d' Italia scrisse: «si ricordi di non nominarlo troppo sovente ». 

 

mussolini

«Quando l' America soccorse l' Inghilterra, i giornali italiani erano pregati di nominare Eden senza ricordare i suoi titoli nobiliari ». Quanto a quelli di Churchill, obeso e col sigaro, era una vera frana. Se i nostri soldati morivano di fame e di gelo in Albania, «si rinnovava tassativamente il divieto di parlare "dei Caduti in guerra"».

 

Se il 30 dicembre del 1939 a Roma cadeva la neve, si doveva «impostare il giornale di mezzogiorno sull' avvenimento della giornata, cioè la neve, dedicando a questo importante avvenimento fotografie, articoli di colore, vibranti commenti fascisti». Se Hitler era uscito salvo da due attentati, «s' imponeva di non tirare in ballo la divina Provvidenza a questo proposito». 

flaiano

 

E ancora: «Non bisogna occuparsi dell' ambasciatore sovietico a Tokio»: «bisogna ignorare le mene del Conte Sforza in America»; non bisogna occuparsi degli inutili e retorici discorsi di Churchill: non bisogna occuparsi di Francisco Franco: non bisogna pubblicare le fotografie di Pavolini e di Goebbels, che si danno la mano al Festival cinematografico di Venezia; e, sopratutto, non bisogna ricordare la figura di Mazzini nel Risorgimento; né parlare di formaggio di grana, perché abbatterebbe gravemente il morale delle truppe italiane in Albania.

 

mussolini

Un giorno, chissà perché, un tale gridò: «Abbasso Mussolini!»: urlò ad intervallo, rivolto ai passanti. Allora, gridò un altro, «Con Mussolini è finita, viva la libertà!». Ma i passanti non osavano aprir bocca. Avevano paura del duce, che stava nascosto chissà dove. Gli agenti, calmi, a bassa voce, con l' aria di chi confida un segreto, che pesa sul cuore, dissero: «Era un gran puzzone!». In un caffè, alcuni clienti urlavano: «Abbasso Mussolini», rivolti ai passanti. Automaticamente, con un sorriso perduto sul volto, qualcuno alzava per sbaglio il braccio nel saluto romano: «Abbasso Mussolini, è finita, viva la libertà». 

 

benito mussolini dopo la liberazione sul gran sasso

I passanti non osavano contraddire. Infine, due agenti fermarono il corteo. «Smettetela, oppure vi portiamo tutti quanti dentro». Il piccolo corteo fascista- antifascista scoppiò in un tumulto di risate. Uno gridò: «Portiamo dentro gli agenti». Gli agenti non sapevano cosa fare. Allora, con calma, le persone del corteo spiegarono cosa era successo: «Mussolini sta rinchiuso al Gran Sasso. Nessuno lo tirerà più fuori di lì». 

flaiano

 

Gli agenti rimasero dubbiosi: «È proprio vero? » disse un agente. «Parola d' onore! », disse un altro. «Parola d' onore », tutti risposero in coro. Alla fine il volto degli agenti si distese. Quello che aveva fatto la domanda si guardò intorno, poi calmo, a bassa voce, disse: «Era un gran lavativo».

In un caffè di Piazza del Popolo, alcuni clienti litigarono con dei fascisti. Dapprima ci fu qualche insulto. Poi cominciarono a volare sedie, bottiglie, bicchieri, quadri; e un Console della milizia venne schiacciato e calpestato nella confusione.

 

Ma il bello è che delle cosiddette dimissioni di Mussolini nessuno sapeva niente, né del maresciallo Badoglio. I fascisti fuggirono. Il Console della milizia, livido in viso, a un tale che lo insultava, ripeté più volte: «Intanto datemi del Voi». Tutta l' Italia stava crollando e precipitando nel vuoto, e il Console pensava soltanto al Voi promulgato da Mussolini e dalla milizia.

 

FLAIANO

Ne L' occhiale indiscreto Flaiano non smette mai di raccontare, di chiacchierare, di blaterare. Non ha fine, parla di tutto. L' amore per i titoli e le distinzioni onorifiche: uno poteva essere cavaliere di un ordine straniero, per esempio ungherese. Flaiano parla dei giornali sportivi, delle gite in auto la domenica, delle mode stranamente allegre delle donne (la secolare schiavitù delle donne), della vita a Parigi. 

 

ENNIO FLAIANO E BRUNA PARMESAN

Le vetrine, cogli abiti fatti, in tutti i negozi di tutte le città di provincia italiane: i saggi che stavano rinchiusi a casa per prudenza: uno sciopero di tecnici a Fiumicino: il giro di Roma by night coi monumenti tutti illuminati di luce gialla; un campo di nudisti che si esibiva sulla spiaggia di Fiumicino; Wilma Montesi, e Piero Montesi e Piero Piccioni, e Alida Valli, e Leone Piccioni, e il marchese Montagna.

 

Il libro di Flaiano è posseduto da una passione insaziabile. Era arrivato da Pescara a 12 anni: nel 1932, a 23 anni, cominciò la sua attività di giornalista. Recensì Figli e amanti di David H. Lawrence e Quarantotti Gambini: subì l' influenza di Mario Pannunzio. Frequentò Enzo Forcella; scrisse su Oggi, Documento, Mondo, Il corriere della sera, L' espresso, Il risorgimento liberale, Omnibus.

 

benito mussolini e hitler il 4 ottobre 1943

Flaiano non smise mai di scrivere: sempre, continuamente, arditamente. Era spiritoso, insaziabile, verboso, famelico. Tutto gli riusciva sovranamente comico. All' improvviso il 25 luglio 1943 cadde il fascismo, Mussolini venne portato al Gran Sasso. Hitler lo fece rapire dalle sue truppe al Lago di Garda insieme a Claretta Petacci. Badoglio diventò Presidente del consiglio: poi Ivanoe Bonomi; poi Mussolini e la Petacci vennero appesi per i piedi in una piazza di Milano. Ma il comico italiano non scomparve. Eccolo qui, ancora, dopo quasi 100 anni.

flaiano

 

Ecco ridicolissime presenze pubbliche e politiche, e tutto lascia credere che con qualche minima eccezione la vita italiana resterà comica fino al 2200, perché del comico noi italiani non possiamo fare a meno.

È cosa nostra: nostro possesso. Siamo comici nel cervello, nel cuore: in automobile, in bicicletta, dappertutto, dovunque, senza limiti possibili. Forse non è male, che la farsa duri fino alla fine dei tempi, quando, chiassosa e buffonesca, impererà l' Apocalisse.

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)