forever young

IL CINEMA DEI GIUSTI - CI SI PUÒ INNAMORARE DI UNA “VECCHIA”? PUOI AVERE UN TOY BOY? QUAL È L’ETÀ GIUSTA PER SMETTERE CON LE PROFESSIONI CONSIDERATE DA GIOVANI, TIPO IL DJ? QUESTI I QUESITI INTORNO A CUI RUOTA “FOREVER YOUNG” DI FAUSTO BRIZZI

Marco Giusti per Dagospia

 

FOREVER YOUNG FOREVER YOUNG

Ci si può innamorare di una “vecchia”? Cioè di una che ha la tua stessa età e i modelli giovanilistici di oggi ti spingono a considerare una “vecchia”. Puoi avere un toy boy? Cioè un pischello che potrebbe essere tuo figlio o il figlio della tua migliore amica? Qual è l’età giusta per appendere il microfono al chiodo e smettere con le professioni considerate da giovani, tipo il dj? Questi, più o meno, i quesiti, anche un po’ politicamente scorretti, attorno ai quali ruota il nuovo film diretto da Fausto Brizzi, Forever Young, che lo ha scritto assieme a Marco Martani e a Edoardo Falcone.

 

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Una specie di Vecchi contro Giovani adattato ai gusti di oggi. Molto ragionato, credo, in sceneggiatura e in montaggio, ma per fortuna, anche poi molto libero nel lasciare spazio ai suoi attori, come si è sempre fatto nel cinema comico italiano. Al punto che, e ve lo dico subito, Brizzi riesce nel compito non facilissimo di far funzionare Lillo, senza Greg, come un comico di prima grandezza.

 

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E Lillo, nei suoi tentativi di sputtanare in diretta il dj giovane che ha preso il suo posto o nel cercar lavoro alla radio cattolica di Nino Frassica o in una radio gay, fa davvero molto ridere. Ma Brizzi riesce anche a far funzionare la coppia di innamorati non più giovanissimi Fabrizio Bentivoglio-Lorenza Indovina, al punto che lui nasconde la sua relazione stabile con una ventenne, l’inedita Pilar Fogliati, e vive la scoperta non tanto del sesso quanto del poter parlare con una persona della tua stessa età come fosse un segreto proibito.

 

E la Indovina è finissima nel disegnare un personaggio assolutamente non banale. Al tempo stesso si fa prendere la mano da una Sabrina Ferilli in gran forma, è sempre il nostro numero uno nella commedia, che domina il suo episodio con tempi comici perfetti e ha un grande numero quasi pochadistico con Luisa Ranieri, la mamma del suo fidanzato nonché sua migliore amica.

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L’episodio di Teo Teocoli, ricco milanese settantenne pazzo per lo sport che seguita a praticare anche dopo un mezzo coccolone, è forse quello più sacrificato. Perché non viene sfruttato il lato comico di Teo e Brizzi preferisce costruire una buffa coppia fra Teo, il suocero, e Stefano Fresi, il grosso e confuso marito della figlia, Claudia Zanella. E’ vero che Fresi funziona bene qui comicamente, ma Teo sembra un po’ un personaggio a parte, quasi non sviluppato.

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E’ molto divertente anche tutto il finale con la festa di compleanno a casa di Bentivoglio, con lui che si divide con la fidanzata segreta e finge di abitare nella casa di Riccardo Rossi. Una situazione di incastri che non vedevamo dai tempi delle commedie di Luciano Martino con Renzo Montagnani e Lino Banfi e che, quindi, molto apprezziamo. Perché, a sorpresa, inserisce un Riccardo Rossi molto divertente nel ruolo del vicino rompicoglioni.

 

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Alla fine questo Forever Young è sicuramente un bel ritorno di Brizzi alla commedia più classica oltre che uno dei suoi film più riusciti, soprattutto rispetto agli ultimi due, non proprio fortunati, anche per motivi diversi. Non so se riuscirà a inserirsi nella scia di questi ultimi film italiani, cioè Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot, che hanno un po’ fatto cambiare l’atteggiamento del pubblico rispetto al nostro cinema. Forse non ha un’idea forte come quella dei cellulari del film di Paolo Genovese, anche se l’idea dell’amante segreto della tua stessa età avrebbe forse meritato un film a parte e la ri-scoperta di Lillo protagonista è una bomba. Come è una bomba Sabrina. A prescindere. Ma nella scena a letto è senza mutande? In sala da giovedì 10 marzo. 

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