francesco rutelli anica cinema

“LE INDUSTRIE DEL CINEMA E AUDIOVISIVO CONOSCONO UNA CRESCITA FORMIDABILE” – FRANCESCO RUTELLI, PRESIDENTE DI ANICA, RISPONDE AL “CORRIERE” DOPO UN ARTICOLO SULLA SITUAZIONE DISASTRATA DELLE SALE A ROMA E NEL LAZIO: “I NUMERI SONO PUBBLICI, E RIGUARDANO LA CRESCITA DEI FATTURATI, LA CRESCITA DEI POSTI DI LAVORO, LA CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI DEI NOSTRI PRODOTTI NEL MONDO. QUANTO AGLI INCASSI, SBAGLIATO NON RICORDARE CHE IL 2019 È STATO L'ANNO IN CUI L'ITALIA È CRESCIUTA PIÙ DI OGNI ALTRO PAESE EUROPEO…”

Lettera di Francesco Rutelli al “Corriere della Sera – ed. Roma”

 

SALE CINEMATOGRAFICHE CHIUSE A ROMA

Volentieri avrei fornito al Corriere di Roma i dati sulla situazione delle industrie del cinema e audiovisivo in vista degli articoli pubblicati ieri, 27 novembre. Cerco di farlo qui, e non posso non partire citando la vostra affermazione «L'Italia è in ripresa, tranne un settore fortemente radicato nel Lazio: l'audiovisivo».

 

Le industrie del cinema e audiovisivo conoscono invece una crescita formidabile, che si riflette specialmente a Roma e nel Lazio. I numeri sono pubblici, e riguardano la crescita dei fatturati, la crescita dei posti di lavoro (si fatica a trovare diverse figure professionali), la crescita delle esportazioni dei nostri prodotti nel mondo.

 

francesco rutelli foto di bacco

Nel periodo 2017-2021, il numero di film prodotti è stabile (in media, 226 all'anno). Gli investimenti nell'audiovisivo sono cresciuti quattordici volte più del Pil nazionale. Il valore da circolazione internazionale è triplicato, raddoppiato il numero di film che vanno all'estero, le co-produzioni internazionali a +124%.

 

I posti di lavoro sono 180mila, +4,6% (rispetto al 2019). Più volte avete scritto della crescita di Cinecittà, i cui studi debbono raddoppiare, e sono al completo per i prossimi anni; o dell'afflusso di produzioni internazionali in Italia e nella nostra città (i più anziani ricorderanno quando, a metà degli anni '90, chi scrive istituì la prima Film Commission d'Italia).

 

ROBERTO GUALTIERI ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

Con una seconda notazione personale, vorrei ricordare la delibera «Nuovo Cinema Paradiso» che in quegli anni, grazie all'impegno di Gianni Borgna e della nostra amministrazione, consentì la modernizzazione o l'apertura di ben 250 sale a Roma.

 

Il mondo, nel frattempo, è cambiato parecchio. I prodotti vengono offerti nelle sale - che restano il luogo-principe e irrinunciabile della fruizione e della socialità - e nelle tv, ma anche sulle Piattaforme e sul web. Dunque, le industrie formano una filiera integrata, cui si deve guardare con occhio industriale, oltre che estetico.

 

NUOVO CINEMA BARBERINI ROMA

E non nostalgico, a fronte dei cambiamenti che corrono. Alcuni sono negativi. Non tutti i prodotti sono all'altezza delle aspettative di un pubblico sempre più esigente, vista la moltiplicazione dell'offerta; non tutti i Cinema sono perfetti.

 

Sul prodotto, e come migliorarne la qualità, l'Anica (assieme alla Festa del Cinema di Roma, piena, come avete giustamente scritto, di folle di giovani, proprio come Venezia, o Torino, in questi giorni) ha promosso nove Dialoghi pubblici poche settimane fa, con la partecipazione di decine di protagonisti: direttori di Festival, produttori, registi, distributori per le sale, streamer, emittenti tv, distributori internazionali, sceneggiatori, attori.

 

Sulle sale, avete giustamente dato la parola agli esercenti. Io vorrei sottolineare che gli ultimi segnali sono positivi: la riapertura di alta qualità del Barberini, la trasformazione del Fiamma (chiuso da anni, come risulta dalla foto da voi pubblicata) finanziata dal Centro Sperimentale di Cinematografia, o rilanci di successo come il Cinema Troisi.

 

CHIUDE IL CINEMA KING A ROMA

Quanto agli incassi, sbagliato non ricordare che il 2019 è stato l'anno in cui l'Italia è cresciuta più di ogni altro paese europeo, e che dopo abbiamo sofferto per il Covid più di molti altri (con le restrizioni più severe d'Europa, mentre però le produzioni continuavano a lavorare senza fermarsi). Occhio, però: l'Italia nel '22 perde circa il 50% sul '19 (la Spagna, mercato più simile al nostro, il 40%; gli Usa il 33%); ma dalla ripartenza del settembre scorso è proprio la cinematografia italiana a sostenere incassi e presenze (oltre il 30%). Le sale non avranno più gli introiti degli anni d'oro, ma tornano e torneranno a crescere.

 

cinema fiamma roma

Le rappresentazioni dell'Italia (a parte il Woody Allen di dieci anni fa, ci sono molti prodotti di oggi che sfondano, specialmente sulle piattaforme, raggiungendo decine di milioni di spettatori) sono fondamentali per la narrazione del nostro Paese, il nostro soft power, l'attrazione del turismo. Un'ultima considerazione.

 

Ci manca solo che mettiamo in discussione il tax credit, strumento decisivo di crescita e competitività della nostra filiera (mentre tutti i paesi concorrenti ci copiano, o tentano di attirare produzioni alzando i rispettivi incentivi); o che pensiamo di scoraggiare gli investimenti esteri magari con l'argomento che bisogna aiutare «le piccole produzioni», proprio mentre ci lamentiamo dell'assenza di offerte competitive che attraggano il grande pubblico.

dario franceschini francesco rutelli foto di bacco

 

La filiera del cinema e audiovisivo cresce attraverso diversi modelli creativi (film di qualità, esordienti, grandi autori, opere ad alto budget, animazione, commedia...) e industriali (una pluralità di aziende con strategie differenti, inclusa l'attrazione di investimenti stranieri; anche con un auspicato sostegno a nuove aggregazioni nazionali e per accrescere finalmente le nostre capacità di acquisizioni all'estero). È importante, insomma, che oltre ai titoli riusciamo a vedere tutto il film.

 

 

Articoli correlati

VE LI RICORDATE GLI ANNI D'ORO DEL CINEMA ITALIANO? BENE, SONO FINITI - IN SALA NON CI VA PIU\'...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

francesco rutelli foto di baccoCHIUDE IL CINEMA KING A ROMA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...