1. DOMANI, IL GIORNO DEL NON GIUDIZIO? TUTTO PUÒ SUCCEDERE, MA GLI SPIFFERI DI PALAZZO DICONO “RINVIO” A SETTEMBRE. OVVERO ALLUNGAMENTO GARANTITO DELLA VITA DEL GOVERNINO LETTA FINO A PRIMAVERA 2014, PER IL VOTO POLITICHE ED EUROPEE 2. CASUALMENTE, IL RINVIO È ANCHE LA SOLUZIONE AUSPICATA DA RE GIORGIO E LA CASSAZIONE È IN MANO A GIUDICI CONSERVATORI, DAL PRESIDENTE SANTACROCE AL PRESIDENTE DELLA SEZIONE FERIALE (CHE DECIDERÀ SU BERLUSKAISER), ANTONIO ESPOSITO 3. ECCO A VOI, GRANDE POPOLO DELLA SINISTRA, L’ENNESIMO LEADER ANTI-RENZI: BARCA! 4. MENTRE I GIORNALONI SI SDILINQUISCONO PER IL PAPA BRASILEIRO, NUOVA ESILARANTE PUNTATA DI CORVOPOLI: “LO STILISTA DEL PAPA È DELL’ARCIGAY, CACCIATELO!’ 5. ELKANN-CAIRO IN LOVE E “LA STAMPA” SMETTE DI CRITICARE LA SUA GESTIONE DEL TORINO

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. IL GIORNO DEL NON GIUDIZIO?
Domani entra in scena la corte di Cassazione. Nessun giudizio di merito perché i fatti sono già stati accertati: il Banana è un evasore seriale. Ma tutti hanno diritto a un giusto processo, perfino lui, e allora ecco il controllo di legittimità sul faticoso cammino del procedimento per i diritti tv di Mediaset, inzeppato di leggi ad personam e legittimi impedimenti. Qui al Palazzaccio il Galantuomo di Hardcore dispone finalmente di un ottimo avvocato, l'esimio professore Coppi Franco e gli scenari domani sono molti, ben sei come spiega il Luigi Ferrarella sul Corriere.

Tutto può succedere, dunque, ma gli spifferi di Palazzo dicono "rinvio" a settembre. Ovvero allungamento garantito della vita del governino almeno fino a primavera, visto che una condanna del Banana a settembre farebbe comunque saltare la finestra elettorale di quest'autunno. Casualmente, il rinvio è anche la soluzione auspicata da Re Giorgio e la Cassazione è in mano a giudici conservatori, dal presidente Giorgio Santacroce al presidente della sezione feriale (che deciderà su Berluskaiser), Antonio Esposito.

Dunque "Pena confermata, annullamento o rinvio. Così si giocherà la partita dell'interdizione. Domani la decisione della Cassazione. I legali decideranno solo all'ultimo minuto se chiedere di spostare l'udienza. L'incognita del passaggio al Senato nel caso di sentenza di condanna. Un cambio di data avrebbe anche il delicato effetto di cambiare i giudici. Ma l'impressione è che uno spostamento, eventualmente, sarebbe molto breve" (Corriere, p. 9).

Nel sultanato di Hardcore è il momento delle ultime decisioni: "Mediaset, summit segreto da Berlusconi e il diktat di Gianni Letta e Confalonieri. ‘Comunque non può cadere il governo'. I falchi invece puntano allo scontro. La strada del rinvio" (Repubblica, p. 6). Ed è anche il momento del massimo nervosismo: "Berlusconi alza i toni, poi frena. L'ex premier a ‘Libero': ‘Se condannato andrò in carcere'.

Quindi il dietrofront: nessuna intervista. Pdl in fibrillazione. Coppi ha chiamato Gianni Letta per chiedere chiarimenti. Solo verso l'una il Cavaliere è intervenuto mostrando stupore: ‘Mai dette quelle parole'" (Stampa, p. 2). A scanso di equivoci, intervista del Messaggero a Carlo Federico Grosso: "Comunque vada non rischia la cella. Come per Sallusti gli concederebbero i domiciliari anche se non li chiedesse" (p. 2). La solita sceneggiata vittimista.

Sapiente l'utilizzo del Giornale di casa, in giornate come queste. "Domani il verdetto su Mediaset. Tutto in un giorno. Se Berlusconi sarà (ingiustamente) condannato pronte le dimissioni dei 200 parlamentari Pdl. Trema anche il Pd, partito e governo non reggerebbero l'urto (anche della piazza)" (p. 1). Littorio Feltri assolve Papi Silvio in poche righe: "Resta inspiegabile come un gruppo paghi ogni anno quasi 500 milioni di tasse e si esponga al giudizio per tre milioni di supposta evasione". Annunciata dall'house organ di Hardcore anche "la possibile salita dei deputati al Quirinale per protesta" in caso di condanna. Resta solo lo spogliarello delle Amazzoni e poi c'è tutto.

Comunque è bello sapere che in caso di condanna subito e di elezioni anticipate, "il governo ha pronto il piano d'emergenza", come scrive Repubblica (p. 4). Si tratta di una mini riforma del Porcellum che toglierebbe dalla legge le parti a rischio incostituzionalità ( il 3 dicembre è in arrivo una sentenza della Consulta) e consentirebbe di andare al voto secondo i dettami di Re Giorgio, il padrino della "stabilità" a tutti i costi. La riformina prevederebbe una soglia di accesso per il premio di maggioranza e uno sbarramento più alto.

2. UN PARTITO ALLO SBANDO
Un buon quadro della situazione piddina lo dipinge Ugo Sposetti, storico tesoriere dei compagni che sbandano. Intervistato dal Qn e ripreso oggi dal Corriere, il baffuto senatore ha il coraggio di ammettere che in caso di condanna del Banana sarà il Pd "a saltare come un birillo" perché "siamo politicamente annientati, nessuno ha ragionato di questa vicenda sul piano politico, non la reggeremo: per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà".

Poi, ancora una carezza: "Il Pd non è più un partito, è un insieme di persone che pensa ai propri interessi personali e cerca di salvarsi come può...Un partito ormai animato da persone che tra un orecchio e l'altro non hanno nulla: un grande e inesauribile vuoto cerebrale" (p. 8). Ben detto, compagno Ugo. Allora già che ci sei restituisci anche la cassa.

Intanto the show must go on e allora ecco a voi, grande popolo della sinistra, l'ennesimo leader anti-Rottamatore: "L'ipotesi Barca come candidato anti-Renzi. Bersaniani e segretario al lavoro. Si cerca un nome che vada bene a Letta-Franceschini e agli ex Ds. L'ex ministro, che ha sempre negato di aspirare a quella poltrona, è impegnato in un tour per l'Italia" (Corriere, p. 11). Sulla Stampa: "Pd, nuovi attacchi a Renzi. Damiano: ‘Si sopravvaluta. Regole contro di lui? Una bufala" (p. 4). Ottima sintesi del Messaggero: "Nella Babele del Pd spunta Pannella. Il leader radicale ripete la mossa che fece nel 2007: ‘Sto valutando se candidarmi alla segreteria democrat'" (p. 7).

3. FA SOSTA LA SUPPOSTA?
"Ripresa vicina, consensi a Saccomanni. Brunetta: il ministro dell'Economia ora ci dà ragione su debito, riduzione della spesa e pagamenti della Pa. Inizia una settimana decisiva per la soluzione sull'Imu. L'esecutivo al lavoro su dismissioni per 15-20 miliardi" (Messaggero, p. 5). Ah, ecco, ti pareva: un premierino tutto Aspen e circoli internazionali non poteva che privatizzare qualcosa.

4. SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
"Ben quattro giudici hanno confermato l'operato della polizia" tuonò alle Camere il signor ministro di Polizia, l'ineffabile Alfaneyev. Eccolo servito: "Così la Polizia mi ha taciuto l'identità di Alma'. Il giudice di pace: ‘Se mi avessero detto del passaporto kazako l'avrei lasciata andare'. Il verbale del magistrato. Omissioni anche nei dati forniti alla Prefettura" (Repubblica, p. 12). Patetica la Bonino che va a piagnucolare con paparino Letta: "I ministri devono informarmi di più" (Repubblica, p. 12). E non rubarle la merenda.

5. MA FACCE RIDE!
Bonanno Bonanni, segretario della Cisl, trova improvvisamente voce e argomenti: "Giù le tasse subito o daremo voce alla protesta del Paese. C'è una lobby che difende lo spreco nella spesa" (Stampa p. 7). Che fai, trascini in piazza migliaia di impiegati pubblici ad agitare il borsello contro il governo del tuo amico Lettaenrico?

6. UCCELLACCI E UCCELLINI IN VATICANO
Mentre i giornaloni si sdilinquiscono per il papa brasileiro, nuova esilarante puntata di Corvopoli dalle parti di Sua Santità. La racconta il Cetriolo Quotidiano: "Lo stilista del Papa è dell'Arcigay, cacciatelo!'. Una lettera spedita in decine di copie in Vaticano: destinatari Francesco e Ratzinger. Per i paramenti sacri scoppia una guerra a colpi di dossier dagli accenti omofobi. Contro due sarti vicini a Bagnasco" (p. 7).

7. VIA CRUCIS SOLFERINA
Ennesima "settimana della verità" per Rizzoli, bizzarro caso di gruppo stra-indebitato e che perde a rotta di collo, e che tuttavia pare ambitissimo da Lor signori. Ci si dedica il Giornale, che essendo solo del Banana è libero di occuparsi di una storia dove le banche e quel che resta del Salotto buono sono impantanate fino al collo. "Il futuro di Rcs vale 245 milioni.

E' quanto resterà in cassa dopo l'aumento di capitale. Per l'ad Scott Jovane scelte difficili. Mercoledì patto di sindacato e cda sui conti. I dubbi di Mediobanca e la possibile alleanza tra Fiat e Urbano Cairo" (p. 19). Un piccolo segnale c'è da almeno due mesi: la Stampa ha smesso di criticare Cairo e la sua gestione del Torino. Benvenuto a corte, Urbanetto!

colinward@autistici.org

 

 

 

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