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IL NECROLOGIO DEI GIUSTI: DI FRONTE A GASTONE MOSCHIN IL CAPPELLO CI DOBBIAMO LEVARE SIA PER I SUOI EROI DI POLIZIESCHI (“MILANO CALIBRO 9”) SIA PER I SUOI CATTIVI (IL CAMORRISTA NE “IL PADRINO PARTE II”) SIA PER I SUOI RUOLI DA COMMEDIA: GRAZIE AD ''AMICI MIEI ''E' OGGI RICORDATO ANCHE DAI PIU' GIOVANI

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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"Tu, quando vedi uno come Ugo Piazza, il cappello ti devi levare!". Ecco, se ne va pure Ugo Piazza, cioe' Gastone Moschin, meraviglioso attore di teatro, cinema e tv, che piu‎' generazioni di spettatori hanno amato. E di fronte a Gaston Moschin il cappello ci dobbiamo levare.

 

Sia per i suoi eroi di polizieschi come Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, sia per i suoi ruoli da commedia, come il suo Rambaldo Melandri nella saga di Amici miei, sia per i suoi  cattivi, dal fascista Manganiello ne Il conformista di Bernando Bertolucci al camorrista Fanucci ne Il Padrino parte II.

 

Veneto, nato nel 1929, con un fisico corpulento, occhi chiari, e un faccione rotondo e imponente, con pochi capelli, Moschin si impone da subito a teatro, girando i grandi Stabili degli anni'50 e lanciandosi come grande attore cechoviano. Ma sara' meraviglioso anche in tv, dove divento' popolarissimo sia come Fratognone ne Il mulino del Po sia come Jean Valjean ne I miserabili al tempo degli sceneggiati alla Anton Giuilio Majano. Per me non e' mai esistito un Jean Valjean migliore, nemmeno Jean Gabin.

 

Come non esistera' un Danton migliore di lui, a parte forse Gérard Depardieu, che possedeva lo stesso fisico e la stessa capacita' di creare contemporaneamente affezione e paura. Attore di tecnica sofisticatissima, viene usato nel cinema per la bellissima voce, doppia lo Stucchi di Livio Lorenzon ne Il Vedovo di Risi e Morando Morandini in Prima della rivoluzione di Bertolucci. E, ovviamente, viene usato per il corpaccione in ruoli di cattivo, fa il fascista gia' in Tiro al piccione di Giuliano Montaldo e in Anni ruggenti di Luigi Zampa. Un cattivo che diventa facilmente un bonaccione o un personaggio complesso in una serie di primi film importanti, come La visita di Antonio Pietrangeli, Le stagioni del nostro amore di Florestano Vancini.

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Proprio questa sua fisicita' lo releghera' spesso  in ruoli minori, ma non gli impedira' di poter fare il protagonista di film comici, come Top Crack, o di avere ruoli da coprotagonista nel cinema piu' ricco degli anni'60, grazie anche alla stima e all'amicizia che gli dimostrano registi importanti del tempo. Marco Vicario, che lo vorra' in 7 uomini d'oro e in una serie di commedie che produce subito dopo, 7 volte 7, Stanza 17-17 palazzo delle imposte. Bernardo Bertolucci che lo fara' conoscere in tutto il mondo grazie a Il conformista, in un ruolo che lo portera' di peso sul set de Il Padrino parte II.

 

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Vicario lo vorra' anche nella sua fase erotica, in Paolo il caldo, per poi farne un protagonista alla Lando Buzzanca in L'erotomane, in un ruolo che non era pero' affatto adatto a lui. Chi lo capira' perfettamente sara' Fernando Di Leo che lo scegliera' come protagonista nel noir Milano calibro 9, facendone un eroe moderno che nessun altro attore italiano avrebbe potuto fare meglio.

 

E lo mettera' di fronte a un altro attore dalla grossa fisicita' come Mario Adorf, anche lui troppo spesso confinato nella commedia. Non funzionera' nello spaghetti western, Gli specialisti di Sergio Corbucci, ma sara' sempre ottimo nei polizietteschi, come Squadra volante, mentre Mario Camerini cerchera' di farne un nuovo Don Camillo in Don Camillo , i giovani d'oggi, film non del tutto riuscito del vecchio maestro.

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Moschin non sfruttera' a dovere la popolarita' conseguita con i film di Bertolucci e Coppola, anche perche' la dissipera' in commedie di non grande  livello, ma grazie al Rambaldi fiorentino e imparrucchinato di Amici miei e' oggi ricordato dai fan piu' giovani del nostro cinema di genere. Fra le sue ultime apparizioni ricordiamo Non chiamarmi Omar di Sergio Staino, il brutto Porzus di Sergio Martinelli e il notevole I magi randagi di Sergio Citti.    

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