gli sdraiati

IL CINEMA DEI GIUSTI - “GLI SDRAIATI”, DIRETTO DA FRANCESCA ARCHIBUGI, FILM TRATTO DAL ROMANZO DI MICHELE SERRA, E’ UNA COMMEDIA SUPERIORE ALLA MEDIA RISPETTO A QUELLE CHE VEDIAMO - MA NON RIESCO, PURTROPPO, A TROVARE NULLA DI REALISTICO E DI INTERESSANTE IN QUESTA MESSA IN SCENA

 

Marco Giusti per Dagospia

 

GLI SDRAIATI

No, i radical chic milanesi che fanno tv e i problemi coi loro figli fancazzisti del Liceo Manzoni che, giustamente, non li reggono, non sono la mia priorità. Aiuto! Anche perché, è evidente che questo Gli sdraiati, diretto da Francesca Archibugi, che lo ha scritto con Francesco Piccolo, tratto dal romanzo di Michele Serra, interpretato da Claudio Bisio, tutte bravissime persone sinceramente democratiche e autori e artisti di pregio, sia una commedia superiore alla media rispetto a quelle che vediamo.

 

E non è che stanno mettendo in scena un romanzo di Walter Veltroni, da Ciao a Quando. Cioè, non siamo nel ridicolo romano de sinistra. E è pure evidente che Francesca Archibugi offre alla trama del film una sorta di mappa di Milano assolutamente credibile, con tanto di spostamenti in bicicletta e a piedi dei suoi protagonisti.

 

E riconosciamo, infine, che le presenze di Cochi come Pinin, ex-suocero di Giorgio Selva, il personaggio interpretato da Bisio, e di Antonia Truppo, sua vecchia amante povera e meridionale nonché madre della bella ragazza che piace proprio a suo figlio Tito, Gaddo Bacchini, rendono il film qualcosa in più rispetto alle aspettative.

 

GLI SDRAIATI

Ma non riesco, purtroppo, a trovare nulla di realistico e di interessante in questa messa in scena del rapporto fra padri e figli della buona borghesia milanese cresciuta con Serra e Fazio aspettando la fine di Berlusconi e l’arrivo di Pisapia e Sala. Per non parlare dei maldipancia che segnano i rapporti fra classi diverse nella nuova Milano. Temi che, in realtà, dovrebbero essere ancora forti e attuali, proprio negli anni del post-berlusconismo milanese. Inoltre, qualche raro film è stato girato sulla Milano degli ultimi anni e sui rapporti tra le classi, penso a A casa nostra di Francesca Comencini o Alaska di Claudio Cupellini, seri e cupissimi.

GLI SDRAIATI

 

E per nulla amati e capiti dal pubblico. Che ha seguitato a premiare, invece, le commedie con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Aldo, Giovanni e Giacomo. Anche perché con la commedia ambientata a Milano si è sempre cercato di minimizzare il problemino della Milano di destra di questi ultimi vent’anni, sia la destra berlusconiana che quella leghista. A parte Checco Zalone e Gennaro Nunziante che hanno osato oltraggiare negli anni giusti il bossismo e il rito della sacra ampolla, un po’ Albanese, nessuno, credo, ha moi osato alzare la testa sulla Milano orrenda degli anni di Berlusconi.

 

GLI SDRAIATI

Uno spauracchio che potrebbe tornare da un momento all’altro, inoltre. Ecco. Dal Michele Serra del Male, diciamo, o dalla Francesca Archibugi di Mignon è partita, o dallo stesso Bisio, magari uno si sarebbe aspettato qualcosa di più profondo della commedia ben fatta per attirare il pubblico di Fazio ormai diventato di Rai1.

 

Qualcosa di non paragonabile, certo, a quello che ha fatto Zerocalcare per la gioventù romana (anche se Il Male era anche un po’ quella roba lì), ma almeno una commedia padri vs figli alla Francesco Bruni di Scialla. In qualche modo qua sembra di assistere a una rimessa in scena, più ricca, più intelligente, più divertente, di tante commedie che abbiamo già visto e non ci ricordiamo più ambientate a Milano.

GLI SDRAIATI

 

Ma sembra sempre un film per i padri e le madri, mai per i figli. Gli attori, certo, sono bravi, Bisio fa ridere nel suo ruolo di nevrotico, e Cochi e Antonia Truppo spingono il film verso una direzione che ci piace e che apre qualcosa di meno ovvio di quel che traspare dall’operazione. Ma, adesso, magari, dallo stesso team Serra-Piccoli-Bisio-Archibugi ci aspettiamo un film vero sulla Milano di questi anni e sui vent’anni che sono passati. In sala da giovedì.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO