LA GIUSTIZIA È LETALE PER TUTTI - LA VITTIMA DI STALKING CHE FINISCE SOTTO ACCUSA: “LUI È IN TV E LA USA PER DIFENDERSI”

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

Delle due l'una. O Patrizia Pagliarone è molto sfortunata oppure è più brava di tutti gli investigatori che avrebbero dovuto indagare sul suo caso. E sì che lei - 44 anni, laureata in economia ed esperta di teoria manageriale - di questioni giudiziarie ne sa poco o nulla. Ha imparato molto, però, da quando ha deciso di firmare una querela per stalking contro il suo ex fidanzato, Andrea Buscemi, cinquantenne, di professione attore e regista teatrale, in contatto con molte stelle nazionali dello spettacolo e lui stesso noto conduttore di un talk show per una rete televisiva di Pisa.

Proprio a Pisa, fra continui colpi di scena, lui è stato rinviato a giudizio ed è attualmente imputato nel processo di primo grado.
Questa è una storia di stalking (per ora presunto), ma è anche una specie di manuale, chiamiamolo così, di tutto ciò che non dovrebbe accadere a una vittima (anche quella finora presunta) che chiede aiuto alla giustizia.

Tanto per cominciare: è la prima volta che un processo per stalking rischia di andare in prescrizione, perché il massimo tempo previsto è di sette anni e mezzo dall'ultimo episodio-reato e poiché ne sono già passati quattro e mezzo e siamo soltanto all'inizio del primo grado (tra l'altro con le perizie ancora da eseguire e una lista di testimoni infinita) è facile prevedere che sarà quantomeno una corsa contro il tempo.

Come si è arrivati a questa tabella di marcia? Per esempio impiegando un bel po' di tempo per le indagini preliminari. Dopo aver firmato la querela Patrizia ha aspettato invano, per mesi, notizie sul fascicolo penale. Niente, nessuna novità. Ha chiesto più volte al suo vecchio avvocato che fine avesse fatto l'inchiesta. Sempre tutto fermo. È stato un tergiversare continuo, si sfoga adesso.

Eppure gli inquirenti avevano più di un punto fermo dal quale partire per le indagini. Assieme al suo racconto, lei aveva consegnato un dischetto pieno dei messaggini telefonici con i quali lui l'aveva tormentata: c'erano notti in cui ne arrivavano tre al minuto. E aveva dato ai poliziotti anche un secondo dischetto con registrazioni di conversazioni telefoniche. E c'è di più.

Fra le tante forme di persecuzione descritte nella querela Patrizia aveva parlato anche di un investigatore privato che Buscemi le avrebbe messo alle calcagna, un ex carabiniere che per anni aveva lavorato con la procura. Lei stessa aveva chiesto alla società che gestisce le telecamere di sicurezza del centro storico pisano i filmati dai quali si vedeva passare prima la sua auto e poi quella del carabiniere.

Insomma: ce n'era abbastanza per semplificare il lavoro degli inquirenti. E invece non è successo niente finché a luglio del 2012, dopo aver seguito un convegno sullo stalking con l'ex ministro Mara Carfagna, lei decise di andare in procura a chiedere che fine avesse fatto la querela. Risposta: il fascicolo si è perso. Il suo caso praticamente non esisteva.

A quel punto si è corso ai ripari e nel giro di qualche mese ecco ricomparire il fascicolo con le indagini che si rimettono in moto. Ma con il rinvio a giudizio sono arrivate altre sorprese. Negli atti che Patrizia ha avuto mancava una pagina della memoria difensiva scritta da lui. E ancora una volta lei è andata in procura a chiederne conto, scoprendo che non mancava soltanto quella pagina ma era andato perduto il dischetto con i messaggini.

È toccato di nuovo a lei sciogliere il nodo: cioè verificare che esistesse una copia del dischetto in questura e farlo ritrasmettere ai pm. E ha scoperto anche un altro errore: il certificato penale di lui era sbagliato e quindi non risultavano cinque vecchi giorni di detenzione.

Tutto questo mentre lui, volto noto del mondo dello spettacolo, convocava conferenze stampa per accusarla di mentire e di volere soltanto soldi, e annunciava una lista di 168 testimoni, fra i quali Pupo, Renato Zero, Biagio Izzo, Pieraccioni, Panariello.... Il giudice ne ha ammessi solo 50 ma la nuova avvocatessa di lei, Federica Mondani, ha chiesto di ridurre ancora la lista. «La mia assistita è una vittima ma quello che è successo finora la fa sentire sotto accusa» dice.

Nell'elenco delle anomalie di questo caso c'è perfino un perito informatico che ha deciso di rinunciare all'incarico: «Non ho gli strumenti per trascrivere i testi» ha detto.

 

Giorgio Panariello Un fantastico Via Vai Leonardo Pieraccioni Patrizia Pagliarone Andrea Buscemi Andrea Buscemi jpegPATRIZIA PAGLIARONE

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO