“BOICOTTATE AMAZON” - GLI SCRITTORI, DA JOHN GRISHAM A STEPHEN KING, FIRMANO UNA LETTERA CONTRO IL MONOPOLIO DELLE VENDITE ONLINE DI AMAZON, ACCUSATO DI FARE PRESSIONI SULLE CASE EDITRICI CONSIGLIANDO QUALI LIBRI METTERE SUL MERCATO E QUALI NO

jeff bezos 167jeff bezos 167

Alberto Flores D’arcais per “la Repubblica”

 

«CARI scrittori, abbiamo deciso di scrivere una lettera comune ai nostri lettori sulla disputa tra Amazon e la casa editrice Hachette… ». Quando Douglas Preston,

popolare autore di techno thriller (anche un libro sul cosiddetto “mostro di Firenze” e furiosi attacchi ai giudici italiani nel caso di Amanda Knox) ha iniziato a far girare l’appello, forse non immaginava il successo che avrebbe avuto e le polemiche che avrebbe provocato.

 

La sua “lettera aperta” ai lettori, subito firmata in calce da una sessantina di grandi firme della letteratura contemporanea, autori di best-seller, scrittori di culto o di nicchia (da Paul Auster a David Baldacci, da John Grisham a Stephen King, da Jonathan Littell a Donna Tartt) ha provocato la reazione di chi (meno famoso, almeno per ora) proprio grazie alla rete e alle vendite online inizia a imporsi sul mercato editoriale.

GrishamGrisham

 

Da una parte i ricchi e famosi, quelli che possono vantare fila di fan a pietire un autografo, quelli con le copertine esposte nelle vetrine, quelli dei cospicui conti in banca e degli inviti da vip nella vecchia Europa (molti, non a caso, editi proprio da Hachette).

 

Dall’altra quelli che spesso sono giovani emergenti, quelli che si sono visti rifiutare i manoscritti, che hanno pagato di tasca propria e che adesso hanno un proprio pubblico che aumenta di giorno in giorno, fino a profilarsi — in non pochi casi — come dei veri e propri bestseller. Ce ne sono di bravi (e pessimi) in tutte e due le categorie che, sull’onda di una battaglia (tra Amazon e Hachette, ma non solo) che dura da mesi, sono scese adesso in campo — a colpi di appelli sui giornali, lettere, accuse, contraccuse e blog di ogni genere — per un’inedita sfida: la guerra degli scrittori.

 

Stephen King ha ricevuto trenta no per Carrie Stephen King ha ricevuto trenta no per Carrie

Scott Turow, presidente della Authors Guild ( l’associazione che difende gli interessi degli scrittori made in Usa) ha cofirmato la lettera di Preston, di cui il Wall Street Journal ha dato alcuni estratti e che gli scrittori pubblicheranno a giorni integralmente (e a pagamento) sul New York Times. «Siamo fermamente convinti che nessun libraio dovrebbe impedire o boicottare la vendita di libri, tantomeno scoraggiare i clienti da ordinare o ricevere a casa i romanzi che desiderano. Amazon non ha il diritto di utilizzare un gruppo d’autori, estranei a questo conflitto, per compiere delle vere e proprie rappresaglie».

 

Un conflitto in corso da mesi. Il gigante americano delle vendite online (il cui capo indiscusso, Jeff Bezos, è stato paragonato dai suoi critici al presidente della Russia Vladimir Putin) è accusato di fare pressioni sulle case editrici allungando i tempi di consegna dei libri e sconsigliandone (o addirittura impedendo) la prenotazione. Tutto grazie alla posizione “dominante” che ha sul mercato dei libri online per storia, tradizione e successo del suo Kindle.

AMAZON CONSEGNA CON I DRONI AMAZON CONSEGNA CON I DRONI

 

«Molti di noi hanno appoggiato Amazon fin da quando era una semplice e combattiva start-up, i nostri libri le hanno fatto guadagnare milioni di dollari e le hanno permesso di diventare quello che è oggi, una delle più grandi aziende del mondo», scrivono le “grandi firme”, aggiungendo (in modo un po’ ipocrita) che «senza prendere posizione nella disputa contrattuale tra Amazon e Hachette, chiediamo ad Amazon di porre fine al boicottaggio di quegli stessi autori su cui ha costruito il suo business ».

MAGAZZINO AMAZON A PHOENIX IN ARIZONA MAGAZZINO AMAZON A PHOENIX IN ARIZONA

 

Chiudendo con una chiamata alle armi per i media: «Non siamo soli in questa battaglia, le pagine dei commenti di New York Times e Wall Street Journal , quasi mai d’accordo tra loro, su Amazon esprimono la stessa condanna ». Nessun accenno, ovviamente, al Washington Post, l’altro grande quotidiano Usa, dall’anno scorso di proprietà di Jeff Bezos.

 

Toni duri, e non a caso la replica non si è fatta attendere. Affidata alla penna di scrittori come J. A. Konrath (quello dei noir con protagonista Jack Daniels), Hugh Howey (la serie Wool ), Samuel Peralta (fantascienza) e tanti altri che proprio grazie ad Amazon e alle vendite online si sono fatti un nome e hanno avuto una altrimenti insperata audience.

 

MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA

«Cari lettori, molto si è detto in questi giorni su come sta cambiando il mondo dei libri, ma poco sulle persone più importanti della industria editoriale: i lettori. Senza di voi non esisteremmo, grazie per leggerci la sera tardi, grazie per leggere ai vostri figli, grazie per le vostre email. Un tempo gli editori controllavano l’industria dei libri, decidevano le storie che dovevate leggere, stabilivano i prezzi, pagavano poco gli autori. Adesso Amazon si fida di voi, di quello che decidete di leggere, cerca di tenere i prezzi più bassi possibili».

MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA MAGAZZINO AMAZON IN INGHILTERRA

Insomma, la guerra degli scrittori è solo all’inizio.

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