fontana pereira bader

ARABI, GIU’ DALLA SCALA! IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA ATTILIO FONTANA PARLA DELLA DECISIONE DEL TEATRO DI CHIUDERE AI PETRODOLLARI DEI SAUDITI: "NON C'È MAI STATO UN SOCIO STRANIERO NEL CDA. È UN PASSO CHE VA VALUTATO CON ATTENZIONE. IL PROBLEMA NON SONO I SAUDITI, MA IL MODO CON IL QUALE È STATA GESTITA L' OPERAZIONE - L’IDEA DI SDOPPIARE LE CARICHE, SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO, MI SEMBRA OPPORTUNA…”

Alberto Mattioli per “la Stampa”

Attilio Fontana e la figlia alla Prima della Scala

 

Nel day-after del Gran rifiuto della Scala ai petrodollari, se c' è un vincitore è la Lega, passata alla modalità crociata contro gli arabi. Tira le somme il governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana.

 

Fontana, contento?

«Contento che questa vicenda si sia conclusa e che, spero, non se ne parli più. Ho sempre detto che avrebbe dovuto decidere il Consiglio d' amministrazione. Beh, l' ha fatto».

BADER BIN ABDULLAH AL SAUD

E la Scala ci ha rimesso 22 milioni.

«Quindici, non 22».

Quindici di contributo diretto e sette per l' Accademia che avrebbe dovuto aprire un Conservatorio a Riad.

«Questo non è per nulla escluso. A me va benissimo esportare la nostra cultura».

Ma a questo punto pare improbabile che si vada a Riad.

«Questo deve chiederlo ai sauditi. Un conto è la collaborazione culturale, un altro fare quel che vogliono loro».

 

BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA

Diciamo allora che la Scala di milioni ce ne rimette sicuramente 15.

«Non credo che si debbano accettare contributi a qualunque costo. Il problema non sono i soci privati».

Tanto più che ci sono già.

«Appunto. Il problema sarebbe l' ingresso nel Cda di un socio straniero, cosa che non è mai avvenuta nella storia della Scala e che credo necessiti di attenzione e cautela».

 

Che sono mancate?

«Non credo che si possa far entrare un socio straniero in maniera così surrettizia. I primi tre milioni sauditi sono arrivati a Milano prima di qualunque delibera del Cda».

Insomma, il problema è la nazionalità.

attilio fontana

«Il problema è che nel Cda della Scala un simbolo della nostra cultura, non ci sono mai stati stranieri, tranne gli ultimi due sovrintendenti. Poi io non escludo affatto che possano essere i sauditi. Dico soltanto: prima di un passo del genere, pensiamoci bene. Si può fare, magari. Ma non così, con un colpo di mano».

 

alexander pereira

Meno di un anno fa Matteo Salvini andò all' ambasciata saudita a dire che l' Arabia era un elemento di stabilità e che aveva intenzione di rilanciare la collaborazione fra i due Paesi. Cos' è cambiato?

«Nulla. Non so come ripeterle che il problema non sono i sauditi, ma il modo con il quale è stata gestita l' operazione. Che gli stranieri siano sauditi, americani o brasiliani non cambia».

 

Da anni il Fus scende, anche con i governi di cui era parte la Lega. Non è bizzarro che la politica dica ai teatri di trovarsi i soldi e poi, quando ci riescono, li blocchi?

«Ma nessuno blocca l' ingresso di eventuali nuovi soci».

 

ALEXANDER PEREIRA SCALA

Sarebbe disponibile ad aumentare il contributo regionale alla Scala per compensare i milioni sauditi?

«Mi sembra che non ce ne sia bisogno. Il bilancio della Scala è in equilibrio».

Magari quei soldi servivano per progetti di sviluppo.

«O la Scala non è in grado di stare in piedi senza quei soldi, o lo è. A me sembra che lo sia».

ALEXANDRE PEREIRA

 

Domenica lei ha chiesto le dimissioni di Pereira.

«No».

No?

«No, ho detto solo che normalmente, in una situazione come quella che si era creata, le conseguenze potevano essere le dimissioni».

 

Però il suo rappresentante nel Cda, Philippe Daverio, non le ha chieste.

«Evidentemente non ne ha ravvisato la necessità. È la conferma che il Cda prende le sue decisioni in totale autonomia».

BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA

Sempre Daverio sostiene che bisogna sdoppiare le cariche, sovrintendente e direttore artistico, invece di unificarle in un' unica persona com' è successo con Lissner e con Pereira.

«Questo per la verità l' ha detto il sindaco Sala».

 

Anche Daverio, parlando a «La Stampa».

attilio fontana con la figlia

«Bene. È un' idea che, mi sembra, possa essere opportuna».

Lei però forse sa che questa dicotomia ha spesso paralizzato i teatri italiani.

«In ogni scelta ci sono vantaggi e svantaggi, tutto sta nel valutare pro e contro. La Scala è andata avanti per anni con sovrintendente e direttore artistico, e non male, mi sembra».

 

I nuovi vertici devono essere italiani o stranieri?

«Deciderà il Cda. Per me l' importante è che siano bravi, a prescindere dal passaporto».

 

Lei ha delle idee sul futuro della Scala, sul modello teatrale, sul suo ruolo internazionale?

«Io voglio solo che la Scala mantenga la sua eccellenza artistica. Quanto all' internazionalizzazione, sono favorevole. Anche nei Paesi arabi».

SALVINI MARONI E ATTILIO FONTANAROBERTO MARONI ATTILIO FONTANAATTILIO FONTANA LASCIA LA VILLA DI BERLUSCONI AD ARCORE

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