LA TOPPA PEGGIO DEL BUCO - GRAN PASTICCIO IN RAI SUL NUOVO BANDO PER L'INGRESSO DI 100 GIORNALISTI - IL MAXICONCORSO E' NATO PER RIMEDIARE ALL'ASSUNZIONE FUORILEGGE DI 35 ALUNNI DELLA SCUOLA DI PERUGIA

Dagoreport

Tutti la cercano nessuno la trova. La definizione di "scuola di giornalismo aziendale", come si legge nel profilo Facebook del gruppo "Come loro", è sparita o forse mai esistita. Dopo le polemiche estive e autunnali sull'assunzione di 35 giornalisti professionisti provenienti dalla scuola di Perugia, ora, con il concorsone pubblico alle porte (il bando dovrebbe uscire entro il 24 febbraio), le polemiche non accennano a placarsi.

Come mai? Presto detto e riassunto dai 175 giornalisti delusi dalle preferenze di mamma (matrigna?) RAI: il bando di selezione deve ancora uscire, ma già si vocifera che non ci saranno requisiti per partecipare alla selezione dell'azienda, né titoli di laurea, né limite d'età. L'unico criterio sarà essere giornalisti professionisti e il timore, così, è che si presentino oltre 10 mila persone al concorsone. Obiettivo, poi, è quello di entrare a far parte, al termine di numerose prove, di una graduatoria di 100 posti alla quale la RAI potrà attingere nell'arco di tre anni.

Tutto per un contratto a tempo determinato. Senza considerare anche l'ostruzionismo dei 65enni interni all'azienda che non vogliono mollare l'osso e mettono in crisi la selezione pubblica dichiarando di voler rimanere fino ai 70 anni. Niente spazio ai giovani. Insomma, per chi non ha frequentato la tanto discussa scuola di Perugia, entrare in RAI sarà come partecipare a una gara di pentathlon o comprare un biglietto della lotteria.

Ed ecco la polemica scritta a chiara lettere dai giornalisti provenienti da altre scuole o che sono diventati professionisti con un praticantato in redazione: "non era meglio iscriverci a Perugia e ottenere così, dopo soli due anni, una chiamata sicura e preferenziale in RAI?".

Il contrasto con le 35 chiamate dirette è davvero stridente ora che diverse migliaia di giovani dovranno confrontarsi con un 1% di possibilità di entrare nel favoloso mondo RAI. Ma questi ragazzi, invece di lamentarsi, non potevano iscriversi alla scuola di Perugia quando potevano scegliere? Non lo sapevano che Perugia è la scuola aziendale della RAI?

Altro nodo spinoso. L'Ordine dei giornalisti, all'art. 2 del Quadro di indirizzi, non riconosce il praticantato alle scuole aziendali. Il punto ora è: Perugia è o non è una scuola aziendale considerando che si vede riconosciuto il praticantato e allo stesso tempo gode anche di un canale privilegiato nella stessa azienda che la finanzia?

Mistero. E chi potrebbe risolverlo? Il Cts (Comitato Tecnico Scientifico) dell'Ordine stesso che proprio in questi giorni sta monitorando le credenziali delle varie scuole e la loro conformità al succitato Quadro di indirizzi. I 175 non mollano e a loro volta controllano i controllori (quello che dovrebbe fare un bravo giornalista, o no?).

Il problema, infatti, sta proprio qui: chi dovrebbe far rispettare l'art.2 ha gli strumenti per farlo? Nessuno, ad oggi, ha fornito la definizione di scuola aziendale. Quello di scrivere chiaramente i requisiti di questa fattispecie sembra essere un compito sgradito ai più e di competenza misteriosa.

 

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