LE GRANDI COMPAGNIE, DA GOOGLE A MICROSOFT, CEDONO ALLE PRESSIONI DEI CONSUMATORI: L’ACTIVATION LOCK, IL SISTEMA CHE PERMETTE DI SPEGNERE DEFINITAMENTE UN TELEFONINO IN CASO DI FURTO, SARÀ STANDARD SUI PROSSIMI MODELLI

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

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I furti di telefonini: una piaga del passato. È questa la promessa della nuova tecnologia che sarà presto installata sulla quasi totalità degli smartphone. Apple ha fatto da apri-pista col dispositivo Activation Lock. Visto il successo iniziale con gli iPhone, ora Google e Microsoft si adeguano. I loro software per gli smartphone avranno il cosiddetto “kill switch”, l’interruttore di spegnimento definitivo.

 

Una soluzione semplice, che finalmente equipara il telefonino a una carta di credito: appena il proprietario ne denuncia il furto, viene disattivata e diventa inservibile. L’annuncio di Google e Microsoft, che forniscono i rispettivi software Android e Windows Phone ad alcuni dei maggiori produttori di cellulari (Samsung, Nokia, Motorola), segna la “resa” alle pressioni dei consumatori, della magistratura, e della polizia. Il lancio in anteprima dell’Activation Lock sugli iPhone di ultima generazione, ha precipitato le decisioni dei concorrenti.

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Si è avuta infatti la prova imm ediata dell’effetto deterrente sui ladri. A San Francisco i furti dei nuovi iPhone sono già scesi del 38%. A New York la polizia ha registrato un calo del 29% nei furti sia di iPhone che di iPad, il tablet anch’esso munito ora del dispositivo bloccante. È la conferma di una tesi che le associazioni degli utenti sostenevano da anni: se lo smartphone è disattivato dal proprietario, diventa inservibile e soprattutto invendibile, il che lo rende privo di interesse per i ladri di professione che hanno come sbocco il riciclaggio della refurtiva sul mercato nero.

 

iphone five s il miglioreiphone five s il migliore

Meglio tardi che mai, ma diverse associazioni di consumatori vedono dietro questa lentezza la conferma di un’inconfessabile malafede: per troppo tempo i big della telefonia mobile hanno “lucrato” sui furti che costringevano gli utenti a ricomprarsi il cellulare e quindi gonfiavano vendite e profitti. Nello stesso periodo in cui Apple “dissuadeva” i ladri installando l’Activation Lock sugli ultimi iPhone, i furti di telefonini Samsung hanno continuato a crescere: del 51% secondo i dati del New York Police Department.

 

Il software antifurto è di una semplicità disarmante. Consente al proprietario di bloccare ogni utilizzo del telefonino rubato, per chi non possieda il codice utente e la password. Uno dei magistrati più impegnati nella campagna in favore dell’antifurto è il procuratore generale di New York, Eric Schneidermann. La sua tesi: “Se il cellulare può essere disattivato come una carta di credito, rubarlo è come rubare un peso morto, un fermacarte”.

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Sotto la pressione congiunta delle forze dell’ordine e dell’opinione pubblica, alcuni Stati Usa hanno introdotto l’obbligo dell’antifurto come pre-requisito perché gli smartphone possano essere venduti. La legge è già in vigore in Minnesota, e sta per essere varata in California. A questo punto le case produttrici non avevano alternative. Con l’annuncio di Google e Microsoft, ben presto il 97% dei telefonini di nuova generazione avranno l’interruttore anti-ladri. Ancora non basta, però. Il procuratore di San Francisco, George Gascòn, denuncia il fatto che questi software non sono installati in automatico, cioè non sono la posizione “default” del telefonino.

 

Tocca all’utente ricordarsi di attivare l’antifurto, che altrimenti rimane “dormiente” tra le varie app disponibili. “Molti consumatori — sostiene il magistrato californiano — non sono abbastanza esperti e rischiano di non saperlo installare da soli. Dovrebbe essere in funzione obbligatoriamente”.

 

ossessione e dipendenza da smartphone ossessione e dipendenza da smartphone

Tra le tecnologie studiate per scoraggiare i furti, Apple ne ha introdotta un’altra, che consente perfino di “dare la caccia” al ladro. Si chiama Find My iPhone, e anche questa è di una semplicità disarmante perché si basa sullo stesso principio del Gps: localizza l’apparecchio ovunque si trovi. È identico alla nuova generazione di antifurto installati da anni su molte autovetture di lusso, che ne individuano l’ubicazione.

 

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Il problema con Find My iPhone: a differenza dal furto di una Ferrari o di una Bentley, la polizia non si scomoda su segnalazione del proprietario di un cellulare rubato. In alcuni casi la vittima del furto di iPhone ha tentato di farsi giustizia da solo, andando a cercare personalmente il ladro: a volte con esiti positivi, ma correndo rischi tali che le forze dell’ordine hanno pubblicamente sconsigliato queste iniziative fai-da-te, passibili di scatenare reazioni violente. Con la carta di credito, in effetti, preferiamo renderla inservibile anziché andarla a strappare dalle mani del borseggiatore.

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