
TRUMPIANI BIPOLARI: LA PACE A GAZA, IL REGIME IN CASA (CON L’ENNESIMA MORDACCHIA ALLA STAMPA) - I GIORNALISTI DEL WASHINGTON POST, DEL NEW YORK TIMES E DI ALTRE IMPORTANTI TESTATE GIORNALISTICHE AMERICANE HANNO ANNUNCIATO CHE NON ACCETTERANNO LE NUOVE MISURE IMPOSTE SULLA STAMPA DAL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA GUIDATO DA PETE HEGSETH - ANCHE L'ATLANTIC, LA CNN E IL GUARDIAN, INSIEME ALLA RIVISTA SPECIALIZZATA BREAKING DEFENSE, NON FIRMERANNO L’ACCORDO - LE NUOVE REGOLE STABILISCONO CHE I GIORNALISTI NON POSSONO OTTENERE O SOLLECITARE ALCUNA NOTIZIA NON ESPLICITAMENTE AUTORIZZATA DAL PENTAGONO…
(ANSA) - WASHINGTON, 13 OTT - I giornalisti del Washington Post, del New York Times e di altre importanti testate giornalistiche americane hanno annunciato che non accetteranno le nuove misure imposte sulla stampa dal dipartimento della Difesa. Anche l'Atlantic, la Cnn e il Guardian, insieme alla rivista specializzata Breaking Defense, hanno dichiarato che non firmeranno entro la scadenza di domani.
Le nuove regole stabiliscono che i giornalisti non possono ottenere o sollecitare alcuna notizia non esplicitamente autorizzata dal Pentagono e che tutti i rappresentanti dei media che non firmeranno entro domani alle 17, le 23 in Italia, avranno 24 ore di tempo per consegnare le proprie credenziali stampa e lasciare il dipartimento. La scorsa settimana anche la Pentagon Press Association ha condannato la misura.
"Le restrizioni proposte indeboliscono le tutele del Primo Emendamento, imponendo inutili vincoli alla raccolta e alla pubblicazione di informazioni", ha scritto Matt Murray, direttore esecutivo del Post.
Le nuove politiche "limitano il modo in cui i giornalisti possono riferire sulle forze armate Usa finanziate annualmente con quasi mille miliardi di dollari di tasse dei contribuenti", ha affermato Richard Stevenson, caporedattore dell'ufficio di Washington del New York Times. "Il pubblico ha il diritto di sapere come operano il governo e le forze armate".
Il direttore dell'Atlantic, Jeffrey Goldberg, che all'inizio di quest'anno è stato aggiunto a una chat di gruppo di Signal che includeva anche Hegseth, ha affermato che le richieste ai giornalisti violano i loro diritti sanciti dal primo emendamento.